Differenziale tra Btp e Bund? Cosa segnala?

Il debito sovrano dei vari paesi ha un parametro molto importante che ne determina la solvibilità e solidità in un dato momento... Cerchiamo di fare chiarezza sulla questione.

Copertina Sui giornali o in televisione si sono sentiti ripetutamente pronunciare frasi quali: “Stabile il differenziale (spread) di rendimento tra Btp e Bund decennali che si attesta sui 286 punti base, dopo aver toccato un massimo a 292 centesimi in apertura ed aver segnato una prima posizione intorno ai 287…..” . Ma cosa significhino questi termini ed in particolare questi numeri ? Pochi o nessuno lo spiega. Tenteremo di farlo utilizzando concetti, che si spera, contribuiscano ad ampliare la comprensibilità della questione.

Il debito sovrano dei vari paesi ha un parametro molto importante che ne determina la solvibilità e solidità in un dato momento : si tratta del differenziale di rendimento rispetto ai titoli di debito pubblico degli altri stati. Le enormi quantità scambiate di Titoli di Stato, la loro appetibilità o meno, rispecchiano la situazione economica come percepita dai mercati internazionali

Lo “spread” di cui tanto si parla rappresenta il differenziale di tasso di rendimento tra i bond della Germania, con scadenza decennale, e quelli italiani di pari o simile scadenza.
I calcoli matematici sono cosa da specialisti e pertanto non ci addentreremo , ma basti pensare che se tale “spread” fosse uguale a 200 punti base, significherebbe che un Btp decennale italiano renderebbe il 2% in più di un Bund a 10 anni tedesco. Se lo spread fosse di 277 punti base si tradurrebbe in un rendimento del 5,09% per i titoli italiani a scadenza decennale ; 327 punti base,(quotazione di oggi 2 settembre 2011 ) si traducono invece in rendimento del 5,28% per il decennale italiano.
Questi rendimenti sono calcolati in linea teorica , ipotizzando che si acquistino i titoli adesso e li si tenga fino alla scadenza naturale enunciata all’atto dell’emissione.

Ciò premesso ,il rendimento effettivo è determinato sia dalla cedola (interesse annuo) sia dal prezzo a cui li acquistiamo all’origine o durante la vigenza del titolo al prezzo di mercato.
Ad esempio se acquistiamo un Btp con cedola al 3,5%, al prezzo di 90, lo stesso genererà (oltre alla cedola ) a scadenza un ulteriore rendimento pari a 10 dato che riscuoteremo a titolo di capitale la somma nominale di 100.;quindi il rendimento effettivo risulterà maggiore dell’interesse annuo del 3,5% dato dalla cedola.
E sono proprio le fluttuazioni del prezzo che modificano i rendimenti a scadenza delle obbligazioni, che sono determinati secondo la formula matematica del tasso interno di rendimento.
In questi giorni cosa è successo? : è avvenuto un calo (nell’ esempio a 90) dei prezzi dei Btp, che di conseguenza hanno ora rendimenti maggiori (rispetto al 3,5 % dell’esempio) proprio in virtù di quanto esposto sopra.

Ma perché il paragone si fa con i rendimenti tedeschi ? La Germania è da sempre considerato lo stato più affidabile dal punto di vista creditizio nell’area euro, e quindi gli altri paesi vengono raffrontati al massimo rating AAA che la Germania detiene stabilmente.

Cosa indica il maggior rendimento dei ns. titoli rispetto a bund tedeschi? Significa che acquistare titoli Italiani è piu’ rischioso e proprio per attrarre gli investitori bisogna remunerali di piu’ al fine di indennizzare il loro maggior rischio ; diversamente costoro si indirizzerebbero altrove . Al momento di chiusura di questo articolo (venerdi’ 2 settembre 2011 ) il differenziale dei BTP decennali con i bund Tedesci ammonta a 327 punti pari a circa il 5,28%

Insomma il fatto che i titoli italiani rendano sempre di più rispetto a quelli più solidi, ovvero quelli tedeschi, sta a significare che l’Italia secondo i mercati è un paese a rischio. Maggiore viene valutato “il rischio-paese” maggiore risulterà sui mercati il differenziale.
Tanto per fare un raffronto con la Grecia ove la situazione appare drammatica (vedi il sole 24 ore di venerdi’ 2 settembre 2011) l 'interesse sui bond a due anni è schizzato al record storico del 49,6% mentre quello sui titoli a dieci anni è volato al 17,5%.

Come sempre però bisogna essere cauti e capire le logiche dei mercati; da più parti si parla di speculazione contro l’Italia, quindi non è detto che il rischio sia davvero aumentato.
Ricordiamo in conclusione che ovviamente il raffronto di spread si può effettuare anche su altre scadenze, quindi si ha per esempio lo spread Bund-Btp sui titoli a 2, a 5 anni etc.

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Pubblicato il 20/09/2011