Intervista a Sebastian Ruggiero, autore del romanzo “Intrigo sull'Olimpo”.

Sebastian Ruggiero è nato nel 1979; dopo la laurea presso la Facoltà di Lettere di Cagliari, ha insegnato nella scuola primaria e dal 2019 ricopre l’incarico di Dirigente Scolastico. “Intrigo sull’Olimpo” (Giovane Holden Edizioni, 2023) è il suo esordio nella narrativa.
del 06/10/23 -

«Ci presenti il tuo romanzo “Intrigo sull'Olimpo”? A che tipo di lettore è rivolta l’opera?»
“Intrigo sull’Olimpo” si sviluppa intorno al noto mito del rapimento di Persefone per mano di Ade. Sono numerosi i personaggi che sfilano in questo intreccio, ma tra tutti spicca Hera, la regina degli dei, che incarna il ruolo della astuta macchinatrice di intrighi, nati dal frutto di una gelosia malsana che la tradizione ci ha tramandato. Dall’altro lato c’è un’altra figura femminile dominante, quella di Demetra, che nutre un amore quasi simbiotico per la figlia e che disperata va alla ricerca della figlia dispersa. E poi c’è Pan, solitaria divinità maschile, escluso dal resto dell’Olimpo e temuto per la sua diversità, che sfida il potere incarnato da Hera. Sullo sfondo della storia di amore tra Ade e Persefone, secondo una reinterpretazione moderna, si sviluppa questo racconto, tra una rassegna di divinità e semidei, ognuno dei quali offre uno spaccato dei pregi e dei difetti della nostra varia umanità.
Il testo abbraccia una platea ampia, dai più piccoli agli adulti.

«Perché hai deciso di narrare, in chiave moderna, il mito del ratto di Persefone da parte del signore degli Inferi, il dio Ade? Cosa ti ha affascinato in particolare di questo racconto mitologico?»
La mitologia classica mi ha sempre affascinato e ho potuto riconoscere come ancora oggi appassioni in molti. La scelta iniziale è ricaduta sul mito del rapimento di Persefone in quanto l’ho immaginato come un primo fatto di cronaca attorno al quale costruire chi fosse stata la mente di tale intrigo.

«Nell’opera non ti attieni fedelmente al mito originale ma inserisci degli elementi nuovi e originali; vuoi raccontarci qual è stato il tuo metodo di lavoro? A quali fonti hai attinto, e quanto invece è puro frutto della tua fantasia?»
Nello scrivere il mio romanzo ho sempre cercato di restare fedele alla tradizione, senza stravolgere i miti con inserti fantasiosi. Per fare questo mi sono documentato ispirandomi ai classici della letteratura greca e latina, dove ho potuto riconoscere come talvolta differiscano genealogie o alcuni racconti. Uno dei parametri che mi sono imposto è stato quello della coerenza con la tradizione. Durante la stesura del racconto mi sono accorto come molti miti si legassero perfettamente e quasi mi richiamassero per far parte del racconto. Certamente vi sono elementi puramente inediti, come la mente astuta dell’inganno, che non è attestata tra gli autori classici, o anche alcuni aspetti come le formule misteriche.

«Ciò che più colpisce del tuo romanzo è il fatto che delle divinità così inarrivabili, immortali e praticamente invulnerabili, dimostrino delle profonde fragilità quando si entra nella sfera dell’emotività. Personaggi mitici come Hera, Demetra o lo stesso Ade provano passioni, paure e sofferenze che sono molto vicine a quelle degli esseri umani. Cosa puoi dirci in merito?»
Le divinità antropomorfe della mitologia classica sono estremizzazione dei vizi e delle virtù degli uomini, ognuna di esse rispecchia i nostri aspetti caratteriali. Ma il mio Olimpo è specchio della realtà odierna, dove primeggiano figure femminili forti e strutturate rispetto ad un mondo maschile più fragile.

«Qual è il personaggio della tua opera che più hai amato caratterizzare, e perché?»
È molto complicato poter dire quale personaggio io abbia più amato, perché in ognuno di loro c’è un aspetto peculiare che ho voluto caratterizzare. Se però dovessi provare a scartare uno per uno i miei personaggi e arrivare a lasciarne solo uno, la mia scelta ricadrebbe su Demetra, per la sua ostinata e temeraria passione materna.

«Le storie di mitologia greco/latina sono affascinanti e sorprendentemente attuali. In che modo possono ancora insegnare qualcosa alla nostra contemporaneità?»
La nostra cultura deriva da quel mondo, affonda le sue radici nella classicità. Proprio quei temi trattati, tornano costanti anche nel mondo odierno, sono temi ricorrenti per ognuno di noi, costitutivi del nostro patrimonio culturale. Parafrasando Orazio, ancora oggi siamo catturati da quel mondo.

«Pensi di impegnarti in un’altra rivisitazione di un mito classico in futuro? E se la risposta è affermativa, su quali storie leggendarie ti concentreresti?»
In realtà sto lavorando su una prossima stesura ambientata nel mondo classico. Altri miti si sono fatti riconoscere per essere intrecciati. E chi ha letto il libro, e spero possano essere sempre di più, potrà immaginare da quale possibile mito potrà partire il prossimo romanzo.


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