Poesia e Musica

Poesia e musica sono una perfetta simbiosi. Storia di un incontro nuovo che abbraccia il passato.
del 17/03/09 -

2009
“LE VOCI DEL MARE”


L’Associazione Culturale Helios ha organizzato una prima serata musicale, dal tema “ LE VOCI DEL MARE “ che si è proposta di riavvicinare il mondo letterario a quello musicale.
Come molti sanno, già dai tempi degli antichi greci le due arti sovente fruivano l’una dell’altra come in un’unione di simbiotica armonia.
CENNI STORICI
POESIA E MUSICA

Nell’antica Grecia il verso poetico era considerato una realtà linguistica, legata alla musica, poiché la musicabilità era già insita nei caratteri linguistici, ritmi e contenuti fonici delle sillabe , come nelle modulazioni dettate dalle precise regole metriche del greco classico.
Il testo poetico stesso, quindi, era un suggerimento melodico naturale che serviva per ampliare ed arricchire la poesia medesima
La musicabilità nel nostro linguaggio verbale, invece, si trova nelle “ unità fonetiche “, dalle quali emergono parole con una melodia propria.
Altra fonte di musicabilità è generata dalla prosodica di base, ossia da tutte quelle figure sintattiche e formali che compongono un testo poetico e secondo la quale viene modulata l’intonazione delle sillabe, la dinamica delle parole , la struttura fonetica, nonché l’uso di anafore, incisi, ellissi, periodi, frasi e strofe.
Gli strumenti tipici che, nell’antica Grecia e nel mondo latino, accompagnavano i testi poetici erano la lira o la cetra per la poesia epica o la lirica monodica, il flauto o l’arpa per l’elegia, un tipo particolare di cetra per i carmi conviviali e gli epitalami. L’aulòs veniva usato per i ditirambi e i cori delle tragedie.
E’ un equilibrio perfetto che si crea tra la poesia e la musica. Un ‘unione che viene usata sotto altre forme fino ad oggi.
Anticamente risalibile alla cantillazione, intonata sulla prosa biblica e sulla salmodia, il mondo cristiano, ancora ai nostri giorni, fa uso della musica durante le diverse funzioni religiose.
Nel XII - XIII sec. l’accompagnamento musicale della poesia era affidato ai giullari che risaltavano il testo con le variazioni musicali e si ricordano autori allora noti, come Vidal e Marcabru.
Successivamente dalla poesia monodica si arriva a quella polifonica e nel XIII - XIV sec. nascono scuole di pensiero diverse in cui si distingue l’ars antiqua dall’ars nova. Scrittori illustri, come Dante nel suo “De vulgari eloquentia”, ribadiscono la propria preferenza per l’una o l’altra forma.
Dalla posizione conservatrice, secondo la quale ogni canzone era destinata a ricevere una sola melodia, si passa ad una mentalità più aperta della musicabilità e nello specifico si sostiene quanto il verso venga arricchito con l’uso di più voci, come nei madrigali, nelle ballate e nella chanson.
Nel Seicento si assiste, addirittura, alla collaborazione tra poeti e musicisti, fino ad arrivare nel secolo successivo alla presentazione della poesia in pubblico, accompagnata dal canto con liuto o tiorba.
Nell’Ottocento si arriva al poema sinfonico, il dramma musicale e il Lied , la chanson de variété e la music hall per arrivare, ai giorni nostri con il cinema.


POESIA IN MUSICA


L’Associazione Helios sceglie, dunque, di narrare in musica alcune liriche dedicate a “ LE VOCI DEL MARE ”, accompagnate col suono del sassofono di un giovane musicista siciliano, ben noto per la sua arte negli ambienti musicali.
Nel panorama dei poeti iblei contemporanei, ne troviamo alcuni che con la loro lirica hanno evocato l’importanza del mare, tema musicabile e proposto dall’Associazione Culturale Helios.
Le liriche qui riportate sono state usate per la gentile concessione degli autori e lette durante la serata del 22 Marzo 2008 dalla gentilissima e stimatissima Carmen Attardi presso i locali del Bar “ Dolce Stil Novo “ sito in Pozzallo Lungomare Pietre Nere.




INNO AL MEDITERRANEO
di Grazia Dormiente


Azzurro titano
dalla braccia spumose
grondanti mitiche risonanze
ridoni approdi al vascello del destino

Fiume immenso
memore di prodigiose odissee
lungo lidi di sperdute frontiere
dissemini fiorite stagioni

Compagno del vento
raccogli sussurri e preghiere
e gioioso infrangi il silenzio
di obliati templi e castelli

Antico veggente
ritessi miraggi e speranze
nei sentieri ammalianti delle tue onde
scintillio di gemme ai naviganti

Saggio di millenni
oltre le sponde della memoria
disperdi dei popoli gli inni corsari
rinsecchiti di sale e di sangue
Eco di canti divini
ripeti del cielo
la cosmica libertà

PORTO ULISSE
di Salvatore Cicero


Se la smania feriale ti sospinga
a fuggire altrove dal rozzo valdostano
quivi il ritorno,
ove ancor vaga Ulisse,
memore d’ingannevoli vini e di felice approdo
in porto ch’ebbe il suo nome,
poi che scampò all’ira del Ciclope.
Quivi d’Itaca s’estende
purissimo elladico cielo,
quivi ritorno,
ove Jannazzo è scoglio di gabbiani.
Ancor contrasto ai marosi l’Isola dei Porri,
approdo di stanche folaghe
e notturno convegno di sirene.
Ormai rassegnate le Secche di Circe,
ma eterni i vigneti.




UN’ANCORA SULLA RIVA
di Salvatore Cicero


Guardiamo insieme a sera
questo mare,
muto come i nostri pensieri
e quando una nave vi si posa
un abisso ci pare
appeso a luci tremule.

C’è un’ancora sulla riva,
strappata dalla rena,
un’ancora senza nave.





TRA LE ONDE
di Danila Iabichella


Tra le onde di questo mare
la mia, la tua storia si ripete
e si infrange sulla sabbia
come riga che non vuole stare
a raccontare un qualsiasi dolore
e si cancella con l’onda della vita
che veloce rimescola,
emozioni e sapori
da afferrare in fretta
se poi nulla rimane del nostro andare.

Tra le onde di questo mare
com’è facile nuotare
nel caldo abbraccio delle azzurree acque,
salate e spumeggianti,
dai colori sempre cangianti
che danno anima al nostro vivere
ora in solare abbandono
ora in tempestoso naufragio
mi scoloro o m’indoro
ma in questo nostro mare si trova ristoro.


UN VIRTUOSO SASSOFONISTA

Una sola sera a volte basta per cambiare molte cose, persino un modo di pensare o di vedere una situazione. Basta a suggerire una prospettiva nuova dalla quale guardare al mondo, alle piccole quotidianità con un pensiero diversificato e scoprire che c’è un mondo sconosciuto che vuole essere scoperto, che vibra perché brama d’essere ascoltato.
Questa fu l’emozione che suscitò in me l’ascolto di una musica, che in altre occasioni avevo solo udito ma mai fatto mia.
Durante lo scorso periodo natalizio, nella sala del Cine-Teatro “ Giardina “ in Pozzallo, si esibiva un Quartetto di Sassofoni che con la potenza della loro musica colpirono la mia immaginazione. Mi sentii rapita ed affascinata da quel suono che mi parlava e mi fermai ad ascoltarlo veramente.
In me già nascevano emozioni ed idee che volevo comunicare perché a nulla sarebbe valso alzarmi dalla sedia, quella sera, tornare a casa e dimenticare quelle note così ricche di vitalità.
Merito dell’Associazione Helios avermi dato l’occasione di realizzare un’idea che fremeva per essere attuata.
Unire la musica alla poesia, come già in passato soleva avvenire con una naturalità oramai quasi dimenticata, perché l’arte nasce da un impulso personale e tuttavia richiede un mecenate che l’apprezzi ed un pubblico che l’adori e la faccia propria.
Ogni artista è un individualista, ma pur sempre un precursore, uno scopritore che offre agli altri quel mondo sconosciuto per esprimere un concetto che , allorché viene assorbito, appare talmente semplice da lasciarci sfuggire un “ perché non ci ho pensato anch’io ? “
Ma è il genio di chi possiede l’arte che poi ci provoca emozioni, ci fa cambiare , anche se per poco, ci illumina e ci dona quella dolce illusione che possiamo essere anche noi capaci per un attimo di suonare, ballare, dipingere, scrivere, recitare, cantare. Almeno con la fantasia.
E già questo uno stimolo non indifferente se è vero che poco la usiamo, indaffarati come siamo nel quotidiano vivere.
Non a caso le Muse, divinità greche dispensatrici di belle arti, vengono raffigurate alate. L’ispirazione del loro dono era d’uopo per liberare l’animo umano, rendendolo leggiadro, capace di volare e far volare, oltre ogni limite. Era ed è la fantasia l’essenza del talento.

In Giovanni La Ferla vive questo talento musicale, tutto siciliano, verace ed abile nell’unire in un’unica anima le note del suo sassofono e le parole delle poesie, sopra trascritte.
Nato a Ragusa nel 1982 vive a Pozzallo e già da molto piccolo provava un trasporto per la musica tale da volere affrontare con serietà gli studi al Conservatorio di Musica “ Arcangelo Corelli “ di Messina, dove si è laureato nel 2005, sotto la guida del maestro Gianfranco Brundo, noto in campo musicale come I sassofono al Teatro San Carlo di Napoli.
L’amore per la musica unito alle sue doti hanno spinto il giovane sassofonista ibleo a migliorarsi, partecipando ai Corsi di Perfezionamento di Sassofono col maestro G.Brundo e al Corso di Musica da Camera, tenutosi a Noto, sotto la direzione del maestro Bernardi.
Non pago ancora dei suoi primi risultati ha continuato il suo perfezionamento musicale accanto ad illustri musicisti europei, di fama mondiale, come Iwan Roth, noto sia in Svizzera che in Spagna, o J.Y. Fourmeau in Francia.
Il suo talento viene riconosciuto ed ha la possibilità di collaborare con diverse formazioni da Camera e non come il Quintetto di Fiati “Tasca”, Arcadia Sax e Orchestra di Fiati “Casmene”.
Indice della maturità musicale del giovane Giovanni è l’aver partecipato a al Gran Prix Internazionale del Sassofono, tenutosi a Roma nel 2005.
La sua conoscenza e maturità musicale gli ha permesso di poter insegnare musica e sassofono presso l’Istituto Magistrale di Modica.
A soli venticinque anni fa parte di un Quartetto di Sassofoni con il quale svolge una regolare attività concertistica.
Insieme hanno ottenuto numerosi riconoscimenti in diversi Concorsi Nazionali di Musica, molti dei quali vinti come quello svoltosi a Lamezia Terme e a Caccamo ( PA ).
Non stupisca, dunque, se il gradimento della sua arte gli ha permesso di esibirsi in teatri nazionali, quali il “San Carlo” di Napoli, il “Teatro Tenda” di Ragusa e il “Grandinetti” di Lamezia Terme.
Noto anche negli ambienti della Musica da Camera ha collaborato con diverse formazioni come il Quintetto di Fiati “ Tasca “, l’Arcadia Sax Ensamble e l’Orchestra di Fiati “ Casmene “. Anche con queste formazioni ha vinto altri concorsi nazionali.
Giovanni La Ferla, tanto giovane quanto virtuoso musicista, si è meritato il plauso di altri musicisti che hanno creduto nelle sue qualità artistiche tanto da realizzare una composizione scritta appositivamente per lui e il suo Quartetto di Sassofoni dal Maestro Giancarlo Aleppo e registrata dalla Casa Editrice “ Studiomusicalicata “.
Se alla giovane età di Giovanni e al suo talento , si unisce un carattere umile e disponibile a nuovi proponimenti e percorsi musicali, non si esclude la possibilità che la carriera del promettente sassofonista sarà lastricata da altri e numerosi successi.


LEZIONI DI SAX

L’Associazione Culturale Helios vuole dare vita ad una serie di eventi che metteranno in luce uno strumento musicale nobile e dal suono coinvolgente quale è il sassofono.
Con l’ausilio di Giovanni La Ferla impareremo a conoscere la storia del sassofono e ,soprattutto, ad apprezzarne il suono.
Scopriremo l’anima del sassofono che con la sua naturale melodia riesce a interiorizzare ogni sensazione, ma soprattutto favorire l’introspezione di noi stessi perché è all’anima che arrivano le sue note.
Quando Adolph Sax, dal quale appunto ne prende il nome, ideò l’invenzione di uno strumento che avesse “ la potenza sonora di un ottone e la delicatezza degli archi “ forse nemmeno lui aveva immaginato quanto questo strumento potesse possedere un’anima.
Ed infatti, il sassofono ha la caratteristica di intonare tutti i generi musicali, dal classico al moderno, dal jazz al soul, dal pop al blues.
Ascoltando le esibizioni di Giovanni La Ferla capiremo come il sassofono abbia molte voci, più delle stesse note che possiede, come il suo suono possa essere morbido e vellutato ma anche graffiante, dolce e mieloso ma pure spietato ed aggressivo. Ha in sé il sacro e il profano, l’angelico e il demoniaco. E’ semplicemente il riflesso di tutti i sentimenti umani.
Se ancora questa presentazione non bastasse a rendere l’idea dell’abilità musicale che Giovanni possiede nel suonare il sassofono è semplicemente perché l’arte non può essere spiegata ma va ascoltata e conosciuta.
Il sassofono è stato ritenuto per questi motivi dall ‘Associazione Helios lo strumento meglio rappresentativo per stabilire un perfetto connubio tra la musica e la poesia, altra forma artistica che rivela ed esprime le emozioni ed i sentimenti umani nella loro interezza, illuminandone le varie sfumature.













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