L'Expo 2015 di Milano

A Milano si tenta di stare al passo con il resto dell'Europa.
del 10/04/08 -

Nonostante la crescita economica vicina allo zero, grazie alla scellerata dirigenza che abbiamo, la nostra “capitale morale” conquista l'Expo 2015, e vara un megaprogetto commerciale con il quale si tenta di rilanciare non solo le aree espositive dell'attuale Fiera, progettata dall'architetto Massimiliano Fuksas, ma anche -in toto- il volto architettonico della città
Anche se il comitato d'affari è abbastanza nutrito, pare che Letizia Moratti sia il principale artefice del piano integrato di intervento per la riqualificazione della vecchia Fiera. La costruzione del nuovo polo a Rho-Pero è stato «autofinanziato » dalla Fondazione Fiera, vendendo l'area del polo interno dove sarà realizzato il progetto City Life.
"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", é titolo di apertura della prima esposizione di quello che sarà l' Expo 2015 e come al solito piovono le polemiche.
"Sia sempre la collaborazione, pur nella diversità dei compiti e delle responsabilità, il metodo scelto per affrontare le grandi questioni riguardanti la Città e le persone che la costituiscono: lavorare, insieme, per perseguire il bene di tutti". Dice il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, su “Milano 7” (supplemento domenicale della Curia di Milano al quotidiano "Avvenire"), aggiungendo che è inoltre necessario "porre da subito l'uomo al centro della Milano che sarà, con i suoi bisogni e le sue risorse, per non lasciare prevalere le vuote provocazioni estetiche, le logiche puramente speculative, la progettazione freddamente funzionalista".
Adriano Celentano, dal suo canto, ha accusato architetti e amministratori di avere reso la città brutta ed invivibile; “trombabile”, invece, la ritiene Sgarbi, parafrasando un motto dell’ex sindaco, Paolo Pillitteri, che definiva Milano “una vecchia signora elegante”. “Report” ha sostenuto che a Milano assistiamo a una versione aggiornata di “Mani sulla città”, un vecchio film di Rosi sulla camorra edilizia a Napoli; effettivamente il criterio di compravendita dell'area risulta strano, perché la gara era limitata a un ristretto giro di soggetti, a cifre che salivano ad ogni passaggio di proprietà.
Ancora Sgarbi, invocando maggiore attenzione a tutela e restauro, continuando l’immagine della vecchia signora ci dice: “L’Italia ha saputo promuovere una donna come Sofia Loren, ancora bellissima a 70 anni..... mentre..... Villa Reale a Monza non si capisce come sia ridotta ancora in questo stato..... Ma soprattutto io ad architetti come Zahadid o Libeskind rispondo con Bramante". E prosegue proponendo e criticando “la ristrutturazione di diversi edifici di Milano, come il Trotter, vicino allo stadio San Siro: il ragazzo della via Gluck potrebbe sicuramente gradire”.
Certo è che i palazzi a mantice di organetto di Libenskind non saranno molto digeribili, e nemmeno piacerà a tutti il nuovo landscape della "Madunina" sovrastata dagli spunzoni di ferro e vetro dei nuovi grattacieli di Libeskind, Isozaki e Hadid. Insomma, forse nemmeno Milano riuscirà ad essere una città contemporanea come si deve, come Roma non è, per intenderci, ma almeno ci sta provando. I dati del progetto sono notevoli, specie se si considerano le infrastrutture, come le tangenziali e le linee di trasporto e le piste ciclabili di ben 120 Km., tutti obbiettivi sulla cui fattibilità nutro qualche dubbio.
Ci saranno oltre 20 miliardi di euro d'investimento in infrastrutture. Di questi 4,2 miliardi di euro saranno diretti, i rimanenti 14 indiretti; si dice che creeranno 70.000 posti di lavoro. Verranno realizzati 11 km. di spazio verde. Sono previsti nei 6 mesi dell'Expo 29 milioni di turisti, per una media giornaliera di 160.000 visitatori.
Ci saranno 120 paesi espositori, e 7.000 eventi. Per la loro realizzazione saranno richiesti 892 milioni di euro. Si calcola un aumento del fatturato del mondo imprenditoriale milanese di 44 miliardi di euro, pari ad un incremento del 10%. Non finisce qui: si parla anche di fare nuovi spazi come "La città della moda" in zona Garibaldi-Repubblica , il "centro dei gioielli" nell'area dismessa dell' Alfa Romeo, una mega "Biblioteca Europea di Informazione e Cultura" a Porta Vittoria nell'area dismessa delle Ferrovie dello Stato, la "Cittadella della giustizia" per residenze a Rogoredo-Santa Giulia , la "Città del cinema" alla Bicocca sui luoghi dell'ex Manifattura Tabacchi, compreso un nuovo polo tecnologico alla Bovisa legato al Politecnico. (Nomi che echeggiano progetti mai realizzati o mal realizzati, tipo "città della musica", città dei ragazzi", "città dello sport" ecc. ecc.).

Per la riqualificazione del quartiere storico della Fiera Milano si è aggiudicata la costruzione di CityLife con gara internazionale la Generali Properties S.p.A., capocordata, con RAS S.p.a., Immobiliare Lombarda S.p.A., Lamaro Appalti S.p.A., Grupo Lar Desarrollos Residentiales, grazie ad un'offerta di 523 milioni di euro. Il progetto vincitore è stato ideato da Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid e Pier Paolo Maggiora.
La variante di progetto prevede la costruzione di tre grattacieli denominati Il Dritto, Il Curvo e Lo Storto di Libeskind, Isozaki e Hadid, in un area che sarà riqualificata a parco, caratterizzato da piazze e corsi d'acqua, e da un Museo del Design in collaborazione con la Triennale; il palazzo dello Sport sarà trasformato in un giardino invernale con spazi per i bambini; e non verrà lasciato in pace nemmeno il velodromo Vigorelli, che sarà ristrutturato. La parte residenziale occuperà circa 148.000 m.2, distribuiti in 1.300 appartamenti (circa 4.500 abitanti) situati in edifici alti fino a 20 piani. Ci saranno infine 9.400 posti macchina situati in parcheggi sotterranei.
La Piazza delle Tre Torri costituirà l'attrattiva maggiore della nuova Milano di cui Il Dritto con i suoi 218 metri a 50 piani, .sarà l'edifico più imponente d'Italia; il progetto porta la firma di Arata Isozaki, il celebre architetto giapponese, già progettista in Italia del Palasport Olimpico di Torino. Il Curvo raggiungerà un'altezza di 170 metri con 34 piani, darà le spalle a Piazza Domodossola e sarà affiancato dagli altri due grattacieli. E' stato progettato da Daniel Libeskind. Di poco più alto, con un dinamico movimento di torsione, Lo Storto, dell'architetta anglo-irachena Zaha Hadid , 185 metri con 40 piani, a completare un trio di nomi che ricordano le favole di Collodi.
Piacerà? Non piacerà? L’importante è parlarne, e al di là dei pregiudizi ideologici, fare una sana applicazione della nuova cultura architettonica e urbanistica.
L'apertura dei cantieri, secondo l'opposizione, è un «blitz»; gli abitanti, con l'associazione “Vivi e progetta un'altra Milano”, fanno ricorsi al TAR contro il prolungamento della linea M5 che attraverserà il quartiere, il raddoppio dell'area destinata a verde e le modifiche alle volumetrie per realizzare le nuove costruzioni all'ambiente circostante.
È chiaro che per Milano l'Expo costituirà una spinta fortissima al completamento dei numerosi progetti urbanistici e infrastrutturali; pare che che circa il 90% di ciò che sarà realizzato resterà alla città (si pensi ai grandi progetti di City Life, Santa Giulia, Garibaldi-Repubblica, oppure alla realizzazione delle nuove linee della metropolitana); tutto dipenderà dal corretto impegno degli operatori e dal contributo di una finanza nazionale che per ora stenta a decollare.
Giovanni Lauricella

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