Il debito pubblico italiano segna un nuovo record

Qualche giorno fa abbiamo parlato dell’imminente uscita del nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF), e in quell’occasione abbiamo spiegato come il governo abbia tranquillamente ammesso che il debito pubblico non scenderà a breve, poiché una scelta in tal senso avrebbe tarpato le ali all’eventuale ripresa economica tanto agognata (questo è l’articolo in questione:”Arriva il DEF: ecco le prime notizie“)
del 15/04/15 -

Le notizie del bollettino sul debito pubblico

Esattamente una settimana dopo, Bankitalia conferma ed avvalora ciò che il ministro dell’Economia aveva già svelato in conferenza stampa: il debito pubblico italiano infatti non ha alcuna intenzione di tornare sotto le soglie di sicurezza previste dal’Unione Europea, almeno non in tempi brevi.

Al contrario, le stime dell’Istituto bancario confermano la tendenza opposta: è infatti di febbraio 2015 il nuovo record di debito pubblico delle amministrazioni pubbliche, indebitate per 2.169,2 miliardi di euro. Questo nuovo record supera di ben 1.5 miliardi il suo predecessore, registrato nel luglio 2014.

Rispetto al mese precedente, il deficit delle amministrazioni pubbliche è cresciuto di 3.3 miliardi. Questi i dati espressi dal comunicato Finanza pubblica, fabbisogno e debito.

LE ENTRATE DELLO STATO

Sempre secondo il bollettino, le entrate tributarie del mese, contrariamente al debito pubblico, non sono andate in crescendo: anzi, paradossalmente sono lievissimamente diminuite: nel 2015 esse sono infatti pari a 57.95 miliardi. Negli stessi due mesi del 2014, le entrate risultavano invece di 58.21 miliardi.

LA DISPONIBILITÀ DEL CREDITO

Dopo tutte queste sconfortanti notizie, però, l’istituto fornisce anche i risultati di un’indagine sul credito dell’Eurozona. Secondo questa indagine, nell’ultimo periodo si è potuto osservare “un allentamento dei criteri di offerta dei prestiti a imprese e famiglie“.

Questo, a quanto riportato nel bollettino, è stato in parte dovuto anche alla maggiore concorrenza presente oggi tra i vari istituti bancari, oltre ad un miglioramento della liquidità dei vari intermediari finanziari. Per il trimestre già in corso, prosegue Bankitalia, si prevede un ulteriore allentamento dei criteri che determinano la reale offerta di credito.

Ovviamente, un più facile accesso al credito porta senza alcun dubbio ad una riduzione dei margini applicati alla media dei prestiti, oltre ad un aumentare della liquidità concessa, quando si tratta di imprese. Questo si è infatti tradotto in un aumento della richiesta di credito da parte delle famiglie, che si trovano a beneficiare di tassi di interesse ai minimi storici ed istituti più compiacenti.

Al contrario, per quanto riguarda le imprese la richiesta di finanziamenti è rimasta invariata durante il primo trimestre del 2015, anche se è aumentata la domanda di scorte finanziarie o del capitale circolante. Allo stesso modo sono aumentate le richieste di ristrutturazione del debito.

Nel prossimo trimestre, infine, sono previsti aumenti nella richiesta di capitale sia da parte delle imprese sia da parte delle famiglie, anche se non vi saranno ulteriori modifiche ai criteri di offerta di denaro ai nuclei famigliari.

Ritieni la riapertura del credito un segnale positivo per l’economia Italiana? E il debito pubblico può cominciare la sua discesa finalmente? Diccelo in un commento qui sotto!



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