Bigenitorialità: una questione di salute

Nuovi studi evidenziano una applicazione disomogenea del Diritto alla salute dei minori europei
del 31/03/15 -

La rivista della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha pubblicato un’importante ricerca del pediatra Vittorio Vezzetti sull’affido dei minori in Europa dopo la separazione dei genitori. Lo studio, che ha richiesto quasi due anni di impegno ed è stato già presentato presso il Parlamento Europeo e pubblicato sul sito dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti umani, evidenzia una totale disomogeneità nella determinazione del supremo interesse del minore da Stato a Stato. A volte basta superare un confine perché i minori siano trattati in modo ingiustificatamente del tutto diverso al momento della separazione della coppia genitoriale.

Questo ha importanti riflessi su numerosi aspetti di natura socio-sanitaria e biomedica: dal punto di vista sociale sono documentati da tempo effetti sulla piccola criminalità, sulla dispersione scolastica, sul tabagismo, sulle gravidanze indesiderate e sullo status economico mentre dal punto di vista biomedico sono note influenze sulla soddisfazione di vita, sugli equilibri ormonali (ossitocina, cortisolo, vasopressina, GH, ecc.), sulla probabilità di avere da adulti attacchi di panico in soggetti predisposti, sul distress mentale, sulle malattie psichiatriche, sulle malattie psicosomatiche, sull'integrità cromosomica con possibili ripercussioni sulla discendenza, sui livelli di PCR e altri parametri bioumorali.

La cosa non deve stupire in quanto anche in modelli animali sono ampiamente dimostrati danni organici legati alla carenza genitoriale in specie normalmente a cura bigenitoriale della prole (scimmie Titi, varie specie di roditori ecc.). Nell’ambito della ricerca l’Italia si piazza agli ultimi posti in Europa per la tutela dei minori del Diritto alla bigenitorialità mentre i Paesi più progrediti si confermano Svezia, Belgio e Danimarca anche se ormai pure Spagna e Francia sono ben posizionate in questa particolare classifica. Uno degli esiti della ricerca, presentata anche alla RAI, è stata la richiesta alla Commissione Europea (interrogazione E-005595-14) di affrontare questa tematica non in senso procedurale come fosse una mera questione di Diritto di Famiglia ma sostanziale determinando, grazie alla vasta mole di letteratura scientifica, delle linee guida che ogni Stato potrà poi recepire in modo conforme al proprio sistema giuridico.



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