La depressione post-partum

La nascita di un bambino è un’esperienza di intensa gioia per la neomamma che vede l’inizio della realizzazione di tutte quelle aspettative accumulate durante i mesi di gravidanza.
del 30/05/14 -

Nei giorni immediatamente successivi al parto, la mamma può sentirsi triste ed irritabile senza alcun motivo particolare, incline al pianto ed inadeguata nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che la attendono: si parla in questi casi di “baby blues”, un lieve stato depressivo, temporaneo e senza nessuna conseguenza importante.

E' un fenomeno estremamente diffuso che non deve destare preoccupazioni; fino all’80% delle donne, infatti, presenta una certa instabilità emotiva durante le prime due settimane dopo il parto. Questo disturbo può durare da poche ore a qualche giorno e di solito scompare entro la seconda settimana o comunque entro il primo mese.

Tale condizione è attribuita alla stanchezza che segue la gravidanza e alle difficoltà psicologiche e pratiche che essa comporta, ed è in parte associata ai cambiamenti ormonali che accompagnano la prima fase dell’allattamento. Si tratta dunque di difficoltà transitorie che in genere non richiedono un intervento specifico.

Ben più grave e duratura è invece la “depressione post partum” (dal latino “dopo il parto”), un disturbo mentale che compare entro i dodici mesi successivi al parto, più frequentemente tra le quattro e le sei settimane, e che si sviluppa gradualmente, persistendo anche per diversi mesi.

In Italia coinvolge circa il 10% delle donne che hanno appena partorito, manifestandosi comunemente con i seguenti sintomi: tristezza e pianto inconsulto durante tutto l’arco della giornata, mancanza di energie e costante sensazione di affaticamento, improvvisi cambiamenti di umore, disinteresse per il bambino, paura di poter far male al bambino o a se stessa, insonnia o sonnolenza eccessiva, inappetenza, perdita di piacere o interesse in qualsiasi attività quotidiana.

La medicina non ha ancora fornito delle spiegazioni scientifiche definitive riguardo alle cause di questo disturbo mentale.
Alcuni studi attribuiscono ai cambiamenti ormonali nella donna l’origine della depressione post partum, in realtà ci sono molti altri fattori che concorrono alla sua insorgenza, fattori per lo più di origine psicologica e sociale.
Anche la mancanza di un supporto emotivo e la qualità della relazione di coppia possono influire sull’insorgenza della depressione post partum: anzi, in molti casi la condizione stessa di depressione esaspera dei problemi di coppia preesistenti, portando il partner ad allontanarsi definitivamente, lasciando così la neomamma sola con la sua disperazione.
Tra le cause si possono annoverare anche relazioni conflittuali con la propria famiglia d’origine, una storia precedente di depressione, l’essere stata vittima in passato di abusi sessuali, o l’aver subito di recente un grave lutto in famiglia; tutte condizioni queste che non consentono alla donna di potersi sperimentare serenamente come madre e di poter dare al proprio figlio tutto l’amore di cui ha bisogno.
È possibile prevenire o quantomeno attenuare le manifestazioni della depressione post partum agendo a livello psicologico e sociale, sia da parte della neomamma che di chi le sta intorno, sin dal periodo della gravidanza.

Ci sono diverse possibilità di aiuto per una donna che soffre di depressione post partum.
Oltre all’assunzione di farmaci, o al posto di questi, affinché l’intervento possa essere efficace a lungo termine, è consigliato un ciclo di incontri di consulenza psicologica individuale o di coppia, dove la neomamma può ricevere il sostegno psicologico necessario per superare il difficile momento, mentre la coppia può trovare uno spazio di riflessione adeguato per affrontare con competenza tutti i cambiamenti nella propria vita che la nascita di un figlio comporta.
Anche la terapia di gruppo è molto utile, consentendo alle donne che stanno vivendo la stessa esperienza di uscire dal vissuto di solitudine.



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