L’Economia dell’Australia

Rieccomi tornato, dopo quasi una settimana che non scrivevo a causa di un problema di connessione internet.
del 15/03/16 -

Dopo aver parlato settimana scorsa dell’economia del Giappone, oggi parleremo di un altro paese molto lontano dall’Italia: l’Australia.

L’economia australiana è la dodicesima al mondo per il volume, e la seconda al mondo per indice di sviluppo umano. Criticità del paese è il suo esportare prevalentemente materie prime e prodotti non lavorati, invece di prodotti finiti.

Ecco gli argomenti che tratteremo:

-Settore Primario
-Settore Secondario
-Occupazione/Disoccupazione
-Piani statali per l’economia

Il settore primario

Il settore primario, come abbiamo già accennato, è fondamentale per l’economia del paese: l’Australia è uno dei principali fornitori di minerali al mondo, che ha prodotto nel 2012 240 miliardi di dollari.

I terreni dedicati all’agricoltura occupano il 6% dei territori del paese, di questi, circa la metà sono dedicati alla coltivazione del frumento e il 20% a quella dei cereali.

Il paese è autosufficiente a livello alimentare, ed è un grande esportatore di frumento e lana. Circa il 70% della produzione agricola del paese è dedicata all’esportazione.

Problema comune nel paese è l’irrigazione dei terreni e l’aumento della salinità dei terreni. Il paese ha la minore disponibilità d’acqua tra tutti i paesi abitati, quindi il governo ha autorizzato un libero mercato dell’acqua dal 2004. Il successo o meno di questa politica è ancora da appurare.

Nel paese è poi altamente evoluto l’allevamento: il paese è ai primi posti per l’esportazione delle carni bovine e della lana.

Il settore secondario

Il settore secondario si è sviluppato in maniera sensibile a partire dal secondo dopoguerra, grazie a delle politiche volte a sviluppare produzioni nuove e a incrementare quelle già esistenti.

L’intero comparto industriale, secondo gli ultimi dati disponibili, partecipa alla formazione del PIL per quasi il 26%, e dà lavoro al 21% della popolazione.

L’industria è sviluppata soprattutto in alcune zone, tra cui l’area di Melbourne, quella di Sydney e quella di Newcastle.

Nel Nuovo Galles del Sud (Sydney e Newcastle) è particolarmente sviluppata l’industria siderurgica, meccanica, elettronica, petrolchimica e metallurgica; mentre nello stato di Victoria (Melbourne) è sviluppata la produzione legata all’industria alimentare e l’assemblaggio di macchinari e autoveicoli (tra le marche più diffuse, Holden e Ford Australia).

Occupazione/Disoccupazione

Come ben vediamo dal grafico allegato, il tasso di disoccupazione australiano è piuttosto basso, classificando il paese come uno degli stati con il minore tasso di disoccupazione al mondo.

Nonostante ciò, non possiamo negare che la crisi mondiale del 2008 ha influito pesantemente sul tasso di occupazione nazionale:

Vediamo bene come, subito dopo lo scoppio della crisi, la situazione sia gravemente peggiorata, con un incremento improvviso superiore all’1.5% (che, considerati i bassi tassi iniziali, è un incremento più che considerevole).

I piani statali per l’economia

Come abbiamo già accennato inizialmente, l’Australia esporta principalmente prodotti grezzi e non lavorati; il che rende il paese estremamente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi dei beni sui mercati (rendendo le previsioni sulla sua bilancia commerciale estremamente volatili e, quindi, inaffidabili).

Allo stesso modo, il paese importa quasi esclusivamente prodotti finiti, rendendosi vulnerabile all’inflazione dei paesi fornitori.

Altro punto critico è quello del mercato dell’acqua: legalizzato nel 2004, di fatto rende disponibile il bene alle grandi aziende agricole; costringendo però le fattorie più piccole a scegliere tra irrigare tutti i terreni o vendere l’acqua.

Secondo il governo, la politica porterà vantaggi a entrambe le parti; poiché i piccoli coltivatori sacrificheranno i terreni con rese inferiori. Molti però temono la scomparsa totale dei piccoli produttori.



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