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Fratelli nel calcio

Storia di famiglie famose nel mondo del pallone.
del 23/11/10 -

Roma 18-11-2010 / 11:27 - La storia del pallone è piena di coppie più o meno famose di fratelli che hanno intrapreso lo stesso percorso sportivo. Certi addirittura sono nati nello stesso giorno mese ed anno, altri a distanza di tantissimo tempo, qualcuno ricoprendo lo stesso ruolo,ma non sempre entrambi hanno ottenuto lo stesso successo in quello che facevano.

A cavallo delle due Guerre Mondiali vi sono state autentiche dinastie di calciatori legati dallo stesso sangue. Fu cosi per le famiglie Cevenini e Sentimenti che hanno regalato al calcio italiano ben cinque professionisti a testa, quasi tutti famosi allo stesso livello e complicatissimi da ricordare. Per risolvere il problema la Federazione decise di numerarli attraverso numeri romani ottenendo i vari Cevenini III o i Sentimenti IV e così via…

Ancora più singolari i casi dei gemelli: nel nostro Paese si è dovuto aspettare l’arrivo degli anni 90 per vedere due incredibili copie sgambettare su un campo verde. Antonio ed Emanuele Filippini ne sono il più fulgido esempio cosi come anche Cristian e Damiano Zenoni. Entrambe i binomi hanno avuto nel corso delle loro carriere l’”aggravante” di giocare anche nelle stesse squadre nello stesso periodo, mandando ripetutamente in confusione giornalisti e appassionati di figurine.

In Europa possiamo trovare le due coppie olandesi formate da Frank e Ronald De Boer, campioni d’Europa nel 95 con l’Ajax e da Willy e René Van de Kerkhof, protagonisti con la nazionale “orange” che raggiunse la finale dei Mondiali del 1978 e inseriti nel marzo del 2004 da Pelé tra i 125 migliori calciatori in vita di tutti i tempi. Come non ricordare anche l’esempio attuale dei turchi d’adozione tedesca Hamit e Halil Altintop e quello d’oltre oceano rappresentato da Gustavo e Guillermo Barros Schelotto, con quest’ultimo autentica colonna del Boca Juniors con cui è divenuto il calciatore argentino più titolato della storia (17 trofei).

Tornando a parlare dei semplici fratelli appare evidente come spesso e volentieri il Dio del calcio abbia fornito a solo uno dei due un talento cristallino e il carisma sufficiente per riuscire a sfondare in questo ambito. Partendo da lontano è facile ricordare i Mazzola figli dell’indimenticato Valentino: Sandro divenne l’icona dell’Inter vincente negli anni 60 mentre Ferruccio (il più giovane) naufragò sotto il peso di un cognome troppo importante. Stessa sorte per Hugo Maradona detto “il Turco”, fratello del “Pibe”, il miglior calciatore di sempre: Diego lo sponsorizzò tantissimo in Italia ma solo l’Ascoli raccolse questa sfida, perdendola clamorosamente. I cromosomi del DNA di famiglia non erano gli stessi evidentemente.

Gli stessi Baggio, Vieri e Inzaghi, tre tra i più grandi bomber italiani di sempre, avevano le loro controfigure rispettivamente nei propri fratelli minori Eddy,Max e Simone, tutti cresciuti all’ombra degli idoli di casa. Sta avvenendo la stessa cosa con Kakà e Digao, difensore senza infamia e senza lode che il Milan comprò esclusivamente per fare un favore al suo campione. Problema analogo per giocatori forse di minore caratura internazionale quali Mauro Zarate, Martin Jorgensen ed Ivan Helguera che hanno oscurato la carriera onesta dei loro consanguinei (Rolando, Mads e Luis). Curiosità: i fratelli argentini e danesi meno popolari hanno militato entrambi nell’Ancona seppur in periodi differenti.

Di buone speranze sembra essere invece Bjorn Helge del Fulham, fratello del più noto John Arne (Riise), protagonista con le maglie di Liverpool e Roma. Attualmente inoltre la società capitolina ospita la coppia di difensori argentini formata da Nicolas (il più esperto) e Guillermo Burdisso… quest’ultimo sarà all’altezza del fratello maggiore???.

Solo all’estero questa crudele legge non scritta è stata infranta da certe coppie di fratelli. Clamoroso il caso dei terzini, uno destro e uno sinistro, Gary e Phil (ora all’Everton) Neville, bandiere del Manchester United di sir Alex Ferguson. Andando indietro nel tempo vale la pena citare Socrates e Raì, brasiliani con undici anni di differenza; il primo meraviglioso regista anni 80 laureato in Medicina e il secondo Campione del Mondo nel 1994.

Stesso alto livello raggiunto dai danesi Michael e Brian Laudrup che possono vantare svariati titoli nazionali ed internazionali conquistati in molteplici squadre europee. Sulla buona strada per essere ricordati in futuro come dei fratelli vincenti ci sono attualmente gli ivoriani Kolo (difensore centrale) e Yaya Tourè (centrocampista) da quest’anno compagni nel ricco Manchester City degli sceicchi.

Curioso il caso dei validissimi “fratelli coltelli” Jerome e Kevin Prince Boateng: il primo ha scelto di giocare per la Germania mentre il secondo (Milan) per il paese d’origine, il Ghana. Da quel momento è calato il gelo tra i due.

Totalmente assurdo ma allo stesso tempo affascinante quello che è avvenuto per circa 20 anni a Milano. Due fratelli, due difensori, due team rivali e due carriere profondamente diverse. Stiamo parlando di Franco e Giuseppe Baresi: il più piccolo si accasa al Milan senza lasciarlo mai, vince tanto e tutto divenendo il Capitano del “Diavolo” più amato di sempre; l’altro giocherà per l’Inter rimanendo offuscato dal talento numero 6 rossonero. Chissà i genitori per chi tifavano nel giorno del derby. Una storia analoga si è ripetuta in questi anni con la netta contrapposizione tra Fabio e Paolo Cannavaro, divisi da un palmares diametralmente opposto.

Altri casi: i Lucarelli, i Tedesco, i Bonetti, i Frey… senza scordare i duo brasiliani Joelson - Pià, e Ze Elias - Rubinho, i finlandesi Eremenko,i francesi Dalmat e i ghanesi Abedi Pelè e Kwane Ayew… tutte divertenti meteore dei campionati italiani.

di Guido Maria Mini



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