Etichettatura degli alimenti secondo i dettami religiosi

Il mercato degli alimenti mondiale è molto frastagliato, influenzato dalla posizione geografica, salute, stile di vita, origini etniche, dalla stagionalità delle materie prime e dai dettami religiosi e l’elemento in comune per tutto è l’etichettatura.
del 31/03/20 -

Il mercato degli alimenti mondiale è molto frastagliato, influenzato dalla posizione geografica, salute, stile di vita, origini etniche, dalla stagionalità delle materie prime e dai dettami religiosi e l’elemento in comune per tutto è l’etichettatura.

Più il mercato si caratterizza sulle varie classi di consumatori e più è fondamentale per un’organizzazione fornire informazioni a supporto dei consumatori. Ovviamente non si tratta solamente di requisiti del cliente ma anche di opportunità di mercato per le organizzazioni.

Molte sono le religioni che definiscono regolamenti ed abitudini alimentari. Dettami religiosi come Islam, Cristianesimo, Giudaismo, Buddismo, Giainismo e Induismo, per esempio, richiedono specifiche procedure di approvvigionamento, produzione e macellazione. Regole che possono avere un impatto sui requisiti di sicurezza alimentare.

Requisiti che devono essere inseriti, a seconda del contesto dell’organizzazione, nel sistema di gestione qualità come per esempio, l’implementazione di una procedura per l’etichettatura secondo i dettami religiosi ed i mercati di riferimento, o l’integrazione nel sistema di questi regolamenti per raggiungere una certificazione in ambito religioso come le più conosciute Kosher ed Halal.

Alimenti e dettami religiosi
Le organizzazioni che producono alimenti rispondenti ai dettami religiosi dovranno inserire i requisiti nelle procedure di etichettatura. Il requisito dovrà essere considerato anche durante la valutazione dei rischi sulla food fraud. In quanto potrebbe esserci una chiara motivazione economica nel frodare alimenti coperti da certificazioni religiose sostituendoli o contaminandoli con alimenti convenzionali.
Etichettatura degli alimenti con i regolamenti e dettami religiosi

C’è una crescente necessità di alimenti prodotti seguendo i dettami religiosi. Dovuta ai movimenti delle popolazioni nel mondo e di conseguenza dalle richieste delle grandi catene della GDO. La grande distribuzione, così come gli importatori, richiedono certificazioni ed etichettatura specifica sui dettami religiosi, implementata nei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare Brc, Ifs, Fssc 2000, Sqf. I requisiti verranno richiesto sia per i prodotti a marchio proprio che quelli a marchio del produttore. Vediamo alcuni dettami e regolamenti religiosi applicati a gli alimenti:

Halal – Gli alimenti, bevande, i materiali a contatto, cosmetici ed i prodotti farmaceutici per il consumo dei seguaci dell’Islam dove i dettami religiosi definisco halal, ammesso, ed haram, proibito. Gli alimenti Haram includono materie prime e sottoprodotti originari del maiale e suino, ed a seconda delle aree anche di altre tipologie di animali come il cavallo, gli animali con zanne ed i roditori. Sono vietati l’utilizzo dei derivati da gli insetti. Gli animali oltre che rispettare le severe tipologie di macellazione Halal devono essere nutriti in modo vegetariano o da materie prime Halal. Sono vietati i prodotti a base di alcool e quelli che possono contenere lieviti, additivi ed enzimi o a base di grassi animali quali strutto, gelatina suina o grassi derivati �<�
Kosher – I dettami religiosi ebraici definiscono alcuni tipi di prodotti alimentari come ammessi, Kosher e vietati, treif. La certificazione e l’etichettatura degli alimenti che rispondono ai dettami religiosi kosher sono leggermente più complicati in quanto devono rispettare tutte le regole provenienti dalla bibbia. Le categorie di alimenti kosher includono carne, latticini ed i cibi a parve. Appartengono a gli alimenti a parve la frutta, i cereali ed i vegetali. Anche i pesci sono considerati cibo Parve, ma con l’eccezione dei crostacei, giudicati dalla Torah, animali impuri. Anche tutte le attività di sanificazione, di utilizzo degli utensili, delle attrezzature di produzione, e tutte le fasi di processo fino all’etichettatura i devono rispettare i dettami religiosi.

Jain –Gli alimenti per il dettame religioso alimentare dei giainisti si basa sul rispetto di tutti gli esseri viventi, compresi i microrganismi e la pratica della non violenza o “ahimsa”. Ciò limita le loro opzioni dietetiche a una rigorosa dieta vegana che esclude latticini, carne, pesce e verdure come cipolle, patate ed aglio che vengono coltivate sotto terra.

Indù – Anche gli alimenti per il dettame induista rispecchiamo molti principi della non violenza e si basano su una dieta prevalentemente vegetariana. L’induismo è una religione basata sulla coesistenza e l’interdipendenza degli esseri senzienti. La religione non è omogenea e si devono verificare l’appartenenza delle caste per sapere quali alimenti possono essere consumati o no. Per questo è fondamentale che il sistema di etichettatura sia molto preciso.
Quali indicazioni devono essere riportate sulle etichette
Come dovrebbe comportarsi un’organizzazione che volesse comunicare ai consumatori del rispetto dei dettami religiosi per i suoi alimenti? Sicuramente il primo modo è avere una efficace procedura di etichettatura che comprenda anche le indicazioni per i dettami ed i requisiti religiosi.

Non vi è una normativa specifica che definisca delle diciture specifiche per questi prodotti. Per quanto riguarda gli alimenti Halal e Kosher esistono degli schemi di certificazione che vengono valutati da organismi accreditati in questi ambiti. Le certificazioni non si riferiscono all’azienda. Ma si riferiscono al prodotto, verificando che vengano rispettati i dettami religiosi per le fasi di approvvigionamento, produzione ed etichettatura.

Una vera e semplice catena di custodia per queste materie prime ed alimenti per i quali devono essere messe in atto tutte le azioni necessarie a prevenzione delle possibili cross contamination con le materie convenzionale. Come viene effettuato per i prodotti biologici, gluten free o appartenenti a marchi geografici e di tutela. Nei certificati delle certificazioni su scritte verranno riportati i nomi degli alimenti visionati e per i quali viene permesso l’inserimento in etichetta del logo Halal e o Kosher.

La regola però è sempre la stessa. Di tutto ciò che viene riportato in etichetta si devono avere le necessarie evidenze. In questo caso non solo per i requisiti di sicurezza alimentare, ma anche sulla provenienza di talune materie prime, rispetto di metodiche di lavorazione e compartimentazione dei prodotti. Da ricordare che per le organizzazioni che abbiano implementato un sistema di gestione per la certificazione di uno standard per la sicurezza alimentare, sarà necessario effettuare una valutazione dei rischi sulle materie prime ed i loro fornitori. E per il rispetto delle ricette e formule test di bilanci di massa almeno semestrali.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Sistemi & Consulenze
Responsabile account:
Federico Pucci (Amministratore)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 323111