Come comportarsi nei casi di sindrome da calore

Gli ambienti lavorativi caratterizzati da una eccessiva esposizione al calore possono provocare diversi tipi di malessere ai lavoratori. Ecco come comportarsi in questi casi.
del 15/06/16 -

L'esposizione al calore stimola nell'organismo delle reazioni di difesa che hanno il compito di mantenere la temperatura corporea entro dei limiti accettabili. Questi meccanismi di termoregolazione agiscono, da una parte, attraverso la sudorazione che bagnando la cute ed evaporando la raffredda, e dall'altra, attraverso una vasodilatazione periferica che permette l'aumento del flusso del sangue alla pelle.

La vasodilatazione comporta il raffreddamento del sangue, che sarà in grado di mantenere normale la temperatura degli organi interni, primo fra tutti il cervello.

Se l'esposizione al calore è eccessiva rispetto alle capacità dei meccanismi di termoregolazione, oppure se il soggetto è malato, si possono instaurare una serie di patologie con varie manifestazioni e diversa pericolosità che hanno nel calore il denominatore comune.

Da una parte si annoverano quelle situazioni create da una eccessiva sudorazione, ma con temperature corporee normali: crampi da calore, collasso da calore; dall'altra quelle provocate da un innalzamento eccessivo della temperatura corporea, indipendentemente cioè dall'efficacia della sudorazione: colpo di sole e colpo di calore.

Crampi di calore:

I crampi da calore costituiscono la più benigna delle sindromi: ne possono soffrire anche lavoratori in buona salute che svolgono un'attività intensa in ambienti molto caldi.

In queste circostanze la sudorazione è abbondante e avviene una notevole perdita di acqua e sali, alla cui mancanza l'organismo non può ovviare da solo. La carenza di sali provoca l'insorgere di crampi muscolari, soprattutto agli arti inferiori, che sono di solito i più soggetti agli sforzi fisici. A volte possono essere interessati i muscoli dell'addome.

Collasso da calore:

E' probabilmente la sindrome da calore più facilmente riscontrabile: la cute è pallida, molto sudata e fredda nonostante il caldo; le pupille sono dilatate, il polso superficiale e percettibile con difficoltà, ma la temperatura corporea risulta normale; può essere accompagnata da vertigini e mal di testa.

La persona che ne viene colpita deve essere trasportata in un ambiente fresco e ventilato, ma non è necessario rinfrescarla con acqua e ghiaccio.

Colpo di calore:

Il colpo di calore è la più grave e fortunatamente la più rara delle alterazioni causate dal calore eccessivo. Dipende direttamente dall'esposizione alle alte temperature e ha come manifestazione l'innalzamento della temperatura corporea a 40°-41° C. La sua pericolosità è tale da porre la vita della vittima in pericolo.

Le cause sono da ricercarsi sia nell'esposizione a temperature talmente elevate da superare le difese dell'organismo, sia nella permanenza in ambienti magari non caldissimi, ma con un umidità talmente elevata da impedire l'evaporazione del sudore.

I sintomi sono i seguenti: pelle caldissima, sia umida che secca che arrossata; cefalea violenta accompagnata da vertigini e nausea; temperatura corporea elevatissima, sino a raggiungere i 42° C.; stato di torpore e perdita di coscienza.

I soccorsi devono essere chiamati immediatamente. Nel frattempo la vittima deve essere allontanata dalla fonte di calore (sole o altro) e portata in un luogo fresco. Va iniziato rapidamente un abbassamento artificiale della temperatura corporea con acqua fredda o ghiaccio applicati sul capo, alle ascelle e all'inguine per mezzo di stracci bagnati. Tenere la vittima del colpo di calore bagnato e al fresco fino all'arrivo dei soccorsi.



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