Assistenza domiciliare, quanto spendono i comuni italiani?

Ecco le cifre allarmanti di Istat, Censis e Eurostat rilanciate nel focus del Centro Medico Arcidiacono di Roma
del 02/03/16 -

Solo otto euro al giorno: di più al nord, meno al sud. L’assenza di assistenza sanitaria domiciliare pubblica è una problematica che in Italia interessa ancora 3 milioni di disabili gravi e che inevitabilmente segna ancora una volta il gap tra meridione e settetrione dello Stivale: circa il 70% delle famiglie non ha servizi di assistenza domiciliare integrativa, che invece dovrebbero essere previsti per legge. I comuni non destinano più di 3mila euro annui per ogni persona disabile, ed il divario tra nord e sud è sempre più allarmante, se si considera che in Piemonte l’importo procapite stanziato per l’assistenza domiciliare per i non autosufficienti è di 3875 euro, mentre in Calabria non supera i 469 euro. Dal quadro tratteggiato in base ai dati Istat e di Eurostat, presentati come di consueto durante la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, emerge una realtà drammatica sulle condizioni in cui vivono 3,1 milioni di persone con disabilità rilevanti, più di un milione e 150 mila non prendono indennità di accompagnamento, nonostante siano contemplati nella normativa che stabilisce i Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria.
A chi ha bisogno di assistenza domiciliare solo 8 euro al giorno

A rilanciare i dati pubblicati a dicembre, con un approfondimento per il confronto con altre indagini di istituti statistici, è il Centro Medico Arcidiacono di Roma, struttura sanitaria privata che si occupa di assistenza sanitaria domiciliare. Per l’Istat, circa 2 milioni di aventi diritto fruiscono di indennità di accompagnamento. L’indagine è sugli interventi e i servizi sociali dei comuni singoli e associati, la cui spesa media per i disabili che hanno diritto ad assistenza sanitaria a domicilio è di circa 8 euro al giorno, e rileva gli utenti dei servizi sociali. I dati vengono raccolti a cadenza annuale e in collaborazione con Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, oltre che regioni e province autonome, per ogni tipo di servizio e per fascia di utenza, a partire dall’anno di riferimento 2003: stando ai numeri dello studio, in Italia circa 257 mila persone con handicap o non autosufficienti sono a forte rischio segregazione (minori, persone anziane e adulti con disturbi anche mentali compresi). Il 95% di questi vive in istituto o in Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), solo il 5% in comunità: nel 2009 l’Italia spendeva più in strutture assistenziali che in assistenza indiretta, con ben 19 miliardi di euro stanziati per le strutture residenziali, che nel 2009 contavano 492 mila posti letto. Il totale sostegno degli altri, così come previsto dall’assistenza domiciliare integrata, resta ancora una chimera. O almeno siamo lontani dal “modello Europa” in termini di assistenza sanitaria domiciliare.



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