Architettura RAID dei dischi rigidi

Nel seguente articolo viene data una descrizione sintetica delle più diffuse configurazioni RAID utilizzate nei sistemi NAS domestici.
del 08/03/16 -

Con l'acronimo RAID, Redundant Array of Independent Disks si intende una tecnica informatica che impiega diversi dischi rigidi (almeno due) collegati ad un computer che li rende utilizzabili come se fosse un unico volume di memorizzazione. Il disco logico che ne deriva permette, a seconda della configurazione, di incrementare le prestazioni, aumentare la resistenza ai possibili crash o entrambe le cose, attraverso i principi di ridondanza dei dati e di parallelismo nel loro accesso.

Esistono diverse modalità di RAID, numerate da 0 a 6. Le varianti 2, 3 e 4 non sono più utilizzate perchè considerate obsolete, mentre la più diffusa nei sistemi domestici è la variante 5. Nell'elenco che segue vengono descritte in sintesi le principali caratteristiche delle configurazioni RAID ancora in utilizzo:

RAID 0 (Striping)

I dati vengono suddivisi su più dischi che lavorano in parallelo (operazione detta striping), quindi la velocità di lettura e di scrittura aumentano in maniera lineare con il crescere del numero di dischi utilizzati. Oltretutto lo spazio di memorizzazione complessivo è pari alla somma delle capacità dei singoli dischi. Per questi motivi le prestazioni relative a questa configurazione sono elevate.

Per contro, la rottura di un singolo disco rende illeggibile l'intero archivio perchè non esiste alcuna ridondanza dei dati.

La configurazione RAID 0 è molto utilizzata da chi fa uso di NAS come sorgente per il montaggio dei video, in quanto la reattività di questo sistema è ottima anche con filmati HD ad alta qualità poco compressi.

RAID 1 (Mirroring)

I dati vengono duplicati su più dischi, in modo che ogni disco sia la copia speculare dell'altro (mirroring). La configurazione classica RAID 1 impiega due hard disk.

Le prestazioni del sistema non cambiano rispetto a un singolo disco, ma in compenso la ridondanza è molto elevata perchè le informazioni sono sempre accessibili anche quando è funzionante un solo disco.

La capacità di memorizzazione è pari a quella di un singolo disco, più precisamente del disco meno capiente che fa parte del sistema.

RAID 5 (Distributed Parity)

I dati sono suddivisi in blocchi su più dischi con la generazione dei relativi codici di parità distribuiti in tutti i dischi del sistema. Grazie a questa architettura uno dei dischi può guastarsi senza compromettere l'integrità delle informazioni, poichè i dati registrati nell'hard disk guasto vengono ricostruiti al volo dall'elettronica di controllo grazie ai codici di parità scritti negli altri dischi.

La configurazione RAID 5 richiede almeno tre dischi e grazie allo striping fornisce prestazione superiori a quelle di un hard disk singolo.

RAID 6 (Distributed Double Parity)

La modalità RAID 6 è simile a RAID 5 ma con la generazione di codici di parità doppia, in modo di permettere la perdita contemporanea di due dischi senza mettere a rischio l'integrità dei dati. In caso di guasto a due dischi ne consegue un calo parziale delle prestazioni, in quanto i dati persi vengono rigenerati in base ai codici di parità presenti negli altri dischi, allo stesso modo di RAID 5.

Per il RAID 6 sono richiesti almeno quattro hard disk. Si tratta di una soluzione molto usata nei sistemi professionali, in quanto è un opzione più sicura rispetto alla RAID 5 che viene spesso utilizzata nei sistemi NAS domestici.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Cristian Frialdi
Responsabile account:
Cristian Frialdi (Responsabile pubblicazioni)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 265455