Ansia da separazione del cane: cos’è e come si affronta

Il direttore esecutivo di DogBuddy.com, Richard Setterwall, tratta il tema del disturbo d’ansia da separazione nei cani, una patologia diagnosticata nel 15% dei casi comportamentali e che è sempre più in aumento tra gli animali domestici.
del 15/04/15 -

DogBuddy, la più grande comunità virtuale per dog sitter, proprietari e amanti dei cani in Europa, ha condotto una ricerca assieme ai membri della sua community per accertare se il cosiddetto Disturbo d’Ansia da Separazione (DAS) sia presente o meno nei cani, e per capire cosa possono fare i padroni per placarlo.

I cani sono creature abitudinarie e anche il più piccolo cambiamento nella loro routine quotidiana può destabilizzarli. I sintomi dello stress includono l’abbaiare, l’urinare, il defecare, il fuggire via, la distruzione di oggetti e l’aumento della frequenza cardiaca.
Non sei il solo a vivere questa situazione. I veterinari negli Stati Uniti stimano che il 60% dei casi d’ansia da separazione nei cani non viene diagnosticato dai padroni. Inoltre, uno studio condotto dalla Southampton University nel Regno Unito ha scoperto che ben un cane su nove reagisce male all’essere lasciato solo dal proprio padrone, con un’incidenza di oltre il 50% nei labrador retriever e border collie che hanno compiuto il diciottesimo mese di vita.

Nel nostro blog (blog.dogbuddy.com) abbiamo affrontato il controverso argomento dell’addestramento in gabbia, e avendo seguito la discussione degli utenti, siamo consapevoli che questo metodo non è adatto a tutti i cani.
Altri metodi per ridurre l’ansia da separazione includono programmi di controcondizionamento e desensibilizzazione. Gli esperti nel campo sanno bene che durante questi programmi il cane non va mai lasciato da solo.

Per fortuna il direttore di DogBuddy, Richard Setterwall, ha fatto luce su alcune delle alternative possibili:

“Purtroppo non tutte le aziende consentono di portare il cane con sé in ufficio. In tal caso il padrone dovrà organizzare la visita a casa di un dog sitter, facendo in modo di non essere presente. L’85% dei cani produce cortisolo (l’ormone dell’ ansia o della paura) quando viene lasciato a casa da solo, e un quarto di essi reagisce male al soggiorno in canili dove non c’è una costante interazione con gli esseri umani. Per questo motivo la pensione diurna è diventata un’alternativa molto diffusa. Anche i cani soggetti a disturbi d’ansia da separazione staranno bene purché ci sia qualcuno con loro. E quel qualcuno non deve necessariamente essere il padrone”

Se il disturbo d’ansia da separazione viene trattato con successo, il cane mostrerà un notevole miglioramento del comportamento in altre aree, ad esempio maggiore entusiasmo, spensieratezza e un atteggiamento meno depresso.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
88 Studio
Responsabile account:
Giulia Rubino (Responsabile pubblicazioni)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 248503