Robert Redford il più grande tra i divi a Venezia 2012

Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012
del 14/09/12 - di Pierluigi Capra

Insieme al collega Shia LaBeouf, alla Mostra del Cinema di Venezia 2012, è sfilato in passerella il mitico divo Robert Redford.
Ha presentato fuori concorso,il film The company you keep di cui è stato splendido interprete.
Il film diretto dallo stesso Redford parte da una vera storia e racconta la violenza dell’organizzazione di ispirazione comunista e rivoluzionaria “Weather Underground” all’inizio degli anni ’70 contro la guerra in Vietnam. Al centro le vicende umane di Jim Grant (interpretato proprio da Redford) un tranquillo avvocato di Albany nel Connecticut e padre single di Isabel e di Ben Shepard (tradotto sullo schermo dall’attore di Trasformers Shia LaBeouf), giovane giornalista duro e senza scrupoli che scopre la vera identità di Jim: un pacifista radicale che provocò durante una manifestazione, proprio negli anni ’70, la morte di un uomo.
Il suo difficile passato torna d’attualità con l’arresto di una sua ex compagna di lotta (interpretata nel film da Susan Sarandon).
Dopo trent’anni Grant è costretto a fuggire in Canada braccato non solo dal reporter, ma anche dall’Fbi. La sola via di salvezza è quella di tornare sulle tracce dei vecchi compagni dei “Weather Underground” per trovare l’unica persona che possa scagionarlo, Mimi (interpretata da Julie Christie).
Incuriosito da questa storia piuttosto complicata Redford la traduce in un thriller scomodo che però gli da la possibilità di manifestare il suo ben noto impegno politico e sociale.
C’è qualche similitudine con I Miserabili poiché parla di un fuggitivo che ha cambiato identità, con tutto il rispetto per Victor Hugo. In The company you keep non c’è, però solo impegno politico, ma anche confronto tra le generazioni dei giornalisti che ieri (vedi il Redford di Tutti gli uomini del Presidente) indagavano con relativa capacità di discernere e mezzi semplici mentre oggi hanno a disposizione strumenti elettronici sofisticati e invasivi, internet, la rete e sommersi da un flusso di notizie talmente ingente che trovare la verità diventa difficile e, in certi casi, quasi impossibile.
Redford con questo film sottolinea la crisi della attuale politica in genere e di quella americana in particolare, nonostante Obama.
In America, afferma in conferenza stampa, “Stiamo assistendo alla gara tra due parti opposte, una (quella di Obama) chiede il cambiamento pensando che sia inevitabile, l’altra invece fa di tutto per evitarlo ed è per questo che la politica americana sta passando periodo difficile e questo mi rattrista”.
Redford si scaglia poi contro i super-ricchi americani che sono sempre protetti dal sistema e sopravvivono a prescindere da quello che si faccia per lottare contro Wall Street, “che è sempre uguale a se stessa e non cambierà mai. Lo capisce anche chi ha metà cervello che i super-ricchi stanno sempre bene, mentre il resto del paese no”.
Si sofferma anche sulla visione dei “Weather Underground”. Sostiene Redford “Lottavano per una causa giusta, afferma, ma la violenza deve essere l’ultima opzione avevano dei buoni motivi per ribellarsi, la guerra era sbagliata, all’epoca ero un outsider con una famiglia e una carriera agli inizi, non ero politicamente coinvolto”.
Per quanto riguarda i giovani, Redford si dice convinto che ogni generazione dovrebbe avere una guida nel proprio tempo, “La mia generazione però ha compromesso questa possibilità. Quando daremo le redini alle nuove leve, aggiunge, dovranno avere un paese in buone condizioni da guidare piuttosto che una cosa marcia”.
Non ostante Redford abbia dimestichezza con i festival di Cinema essendo fondatore, testimonial e mecenate del Sundance Film Festival, un importante festival dedicato al cinema indipendente americano che si svolge ogni anno a Salt Lake City dal 1978, si nega completamente agli ammiratori, non firma neppure un autografo e non si fa fotografare con nessuno dei numerosi fan che non smettono di acclamarlo a gran voce.

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