Prevalenza dell’ipovitaminosi D nelle donne anziane italiane

L’ipovitaminosi D è una condizione abbastanza frequente negli anziani. Particolarmente a rischio sono gli anziani in casa di riposo e la popolazione con apporto dietetico ridotto, bassa esposizione solare o affetta da patologie croniche.
del 12/04/12 -

Uno degli studi più rappresentativi condotti per valutare gli effetti della vitamina D sulla popolazione anziana ha coinvolto 700 donne in menopausa, di età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Tutte le partecipanti sono state sottoposte a prelievo ematico per dosare i livelli sierici di 25(OH)D e ad un questionario per valutare la prevalenza dei fattori di rischio di ipovitaminosi D nonché la presenza di fratture da fragilità e la loro efficienza nello svolgere le attività di vita quotidiana. Livelli di 25(OH)D inferiori a 12 ng/mL (30 nmol/L) sono stati riscontrati nel 76% delle donne. I valori di 25(OH)D presentavano una correlazione positiva con il grado di istruzione, l’esposizione solare, l’introito di latticini, la durata delle vacanze al mare. Nelle donne con pregressa frattura femorale il livello medio di 25(OH)D risulta essere significativamente inferiore. Infine, le donne con livelli di 25(OH)D < 12 ng/mL manifestavano, nello svolgere le attività quotidiane, un'efficienza significativamente più bassa rispetto al resto della popolazione. Questo suggerisce che la carenza di vitamina D è strettamente correlata ad un maggior rischio di fratture femorali e ad un peggioramento della capacità di svolgere le comuni attività quotidiane nelle donne anziane italiane.

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Vitamina D
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