La crisi e' grave, ma i lavoratori italiani credono nella ripresa

Il 94% dei lavoratori definisce “negativa” la situazione economica dell'Italia, ma il 64% ha fiducia nel futuro economico del paese. Il 56% si aspetta un aumento di stipendio, il 65% un bonus una tantum. I risultati del Randstad Workmonitor al quarto trimestre 2012
del 24/01/13 -

La quasi totalità dei lavoratori italiani giudica grave la situazione economica del proprio Paese, ma la maggioranza si aspetta un miglioramento nel 2013. Nonostante la consapevolezza che la situazione di crisi investa anche le organizzazioni, inoltre, più della metà dei dipendenti si aspetta di ricevere un aumento di stipendio nel 2013 e otto su dieci sentono di meritare una ricompensa finanziaria o un bonus una tantum. E' una prospettiva eccentrica quella che emerge per l’Italia dal Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata nell'ultimo trimestre 2012 dalla multinazionale olandese Randstad, seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane. L’ultima edizione 2012 del Randstad Workmonitor ha tracciato il bilancio di fine anno dei lavoratori in 32 Paesi del mondo, analizzando in particolar modo le prospettive di carattere finanziario riguardo agli Stati e alle organizzazioni di appartenenza. Per i lavoratori italiani si evidenzia un curioso bipolarismo che costituisce un'eccezione nel panorama internazionale: accanto ad una percezione della crisi particolarmente profonda, la ricerca mostra per l'Italia una fiducia nel futuro superiore alla media anche rispetto a Paesi con performance economiche più positive.“Credo sia interessante questa dicotomia del lavoratore italiano - dichiara Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad - per cui da un lato ha consapevolezza dell'incerta situazione economica e nel contempo ha elevate aspettative in termini di carriera e aumenti retributivi. In Italia vi sono realtà promettenti e profittevoli, ma in questo momento bisogna essere realisti e forse un po' meno 'naif', in quanto i dati, da quelli demografici a quelli relativi alla competitività e alla pressione fiscale, sono preoccupanti. Una visione ottimistica e positiva, comunque, aiuta sempre a reagire con motivazione ed è questo che spesso caratterizza il nostro Paese anche nei momenti più cupi”. Entrando nel dettaglio dei risultati, il 94% dei lavoratori italiani definisce “negativa” la situazione economica nel proprio Paese, contro il 61% della media globale. La percezione degli italiani è tra le peggiori al mondo, superata solo dalla Grecia (98%) e dalla Spagna (96%), al pari dell'Ungheria. Tra i Paesi europei i cui lavoratori definiscono la situazione economica nel Paese 'buona', si segnalano in particolare Stati al di fuori della zona Euro, come Norvegia (94%), Svizzera (87%) e Svezia (74%). Nonostante questo, la maggioranza dei lavoratori italiani, il 63%, si dice fiduciosa riguardo al futuro economico del Paese. A livello globale si evidenziano invece due marco-tendenze. Da un lato, ci sono gli Stati in cui la crisi economica è sentita a tal punto da non far intravedere margini di miglioramento nell'immediato futuro (15 Paesi, di cui dieci in Europa). Dall'altro, ci sono quelli in cui la percezione della crisi economica oscilla fra positività e preoccupazione, ma la prospettiva futura è più ottimistica (tra cui Germania e Danimarca in Europa e le economie emergenti). In questo contesto, il posizionamento dell’Italia disegnato dai giudizi dei lavoratori rappresenta una vera anomalia. La nostra penisola infatti risulta sopra la media nella descrizione di un Paese in seria difficoltà, con una percezione della crisi paragonabile a quella di Grecia o Spagna, piegate da un tracollo finanziario, o dell'Ungheria, in pieno deficit di democrazia. Ma l'Italia è contemporaneamente al di sopra la media anche nella previsione di un miglioramento a breve, al pari di alcuni mercati emergenti come quelli asiatici e degli Stati del Nord Europa (Norvegia, Danimarca) che si contraddistinguono per una superiore qualità della vita ed una maggiore competitività di mercato. Il sostanziale ottimismo degli italiani trova conferma anche nell'indagine del Randstad Workmonitor relativa alla situazione finanziaria dei datori di lavoro. Solo la metà dei lavoratori italiani ritiene che la sua organizzazione presenti un buon rendimento finanziario (il 53% contro il 72% della media globale). Ma ben tre quarti (il 75%, contro il 66% della media) si aspettano che questa prestazione migliorerà nel prossimo anno.

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