Il centro di riabilitazione Neapolisanit sperimenta l’integrazione della tecnologia nella riabilitazione dell'autismo

AR-Pecs è un progetto di ricerca del centro di Riabilitazione Neapolisanit srl svolto in convenzione con il laboratorio NAC (Laboratorio per lo studio dei sistemi cognitivi naturali e artificiali) dell’Università Federico II e ha come obiettivo quello di sviluppare e potenziare la comunicazione funzionale e la comunicazione come scambio sociale, attraverso un programma di apprendimento a piccoli passi con varie fasi, nei bambini con autismo .
del 02/07/14 -

AR-Pecs è un progetto di ricerca del centro di Riabilitazione
Neapolisanit srl svolto in convenzione con il laboratorio NAC
(Laboratorio per lo studio dei sistemi cognitivi naturali e
artificiali) dell’Università Federico II e ha come obiettivo quello di
sviluppare e potenziare la comunicazione funzionale e la comunicazione
come scambio sociale, attraverso un programma di apprendimento a
piccoli passi con varie fasi, nei bambini con autistmo .
L’arricchimento dell’ambiente mediante l’utilizzo di nuove tecnologie
rappresenta il cuore e la novità del progetto, avendo come base i più
moderni approcci nell’apprendimento dei comportamenti comunicativi.

Come si interviene oggi sul versante riabilitativo dell’autismo?

Le terapie attualmente utilizzate nel trattamento dell’autismo cercano
di ridurre i deficit e i comportamenti problematici associati,
migliorando la qualità della vita. Accanto agli interventi di gestione
medica vi sono interventi di tipo educativo che, avviati sin dai primi
anni di vita, possono aiutare il bambino ad acquisire capacità di
self-care, aumentare le competenze sociali, ridurre notevolmente
l’impatto dei sintomi avendo, quindi, un miglioramento generale nella
qualità della vita. Ma negli ultimi decenni, con l’aumento del numero
di diagnosi di autismo in neonati e bambini, sempre più spazio trovano
di approcci multidimensionali, i quali coinvolgono le stesse famiglie
dei bambini che lavorano a stretto contatto con il team di
professionisti, senza trascurare l’impatto del contesto scolastico. Al
fine di intervenire sul versante comunicativo, nasce l’approccio della
Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), con lo scopo più generico
di affermare e promuovere il diritto di comunicare per le persone
prive di linguaggio. Nello specifico, l’intervento comunicativo con un
soggetto autistico deve partire da un pattern motivazionale a due vie
dove, se da una parte si lavora con un programma per insegnare abilità
linguistica, dall’altro bisogna insegnare forme comunicative
funzionali all’interazione.

Come si inserisce la tecnologia AR-Pecs in questo contesto?

Il più famoso sistema di CAA è il PECS, basato sullo scambio di
immagini e su meccanismi del rinforzo. Il progetto AR-Pecs si
inserisce in questo contesto; dall’unione del metodo PECS con le
pratiche riabilitative comportamentali dell’Applied Behavior Analysis
(ABA) nasce un sistema dinamico di PECS mediante l’utilizzo di
piattaforme tablet e di sistemi di sensori RFID. Lo scopo è quello di
incrementare i livelli motivazionali dei bambini (MO) che sono
indispensabili alla produzione di MAND (richiesta da parte del
bambino), attraverso l’arricchimento sensoriale dell’ambiente,
velocizzando il processo di acquisizione della procedura PECS
attraverso un software appositamente creato, con la possibilità di
guidare in maniera specifica il bambino a comunicare efficacemente con
l'altro attraverso i simboli. In questo senso la metodologia
sperimentale di fondo prende il nome di i-Mand.

Perché l’utilizzo di tablet con tecnologie avanzate in questo settore?

La funzionalità, ma soprattutto il loro impiego, delle nuove
tecnologie nell’ambito dell’autismo è anche attestata da diverse
review. Infatti cercando di Psychinfo articoli scientifici con parole
chiave “autismo” e “computer” tra il 1970 e il 2011, si evidenza un
aumento di questi di circa 6-7 pubblicazioni l’anno a partire dagli
anni ’90 con un aumento impressionante nell’ultimo decennio. Al fine
di ottenere però dei risultati soddisfacenti, il team di ricerca
AR-Pecs si è interessato sin dall’inizio all’integrazione delle nuove
tecnologie con i metodi e sistemi clinico-riabilitativi preesistenti,
non sottovalutando l’impatto che questi possono dare e ricevere dai
sistemi contestuali (quali scuole, centri, amministrazioni) ma,
soprattutto, dalle figure professionali più vicine all’autismo.

Quali sono stati i risultati ottenuti dal progetto AR-Pecs?

Con l’introduzione della nuova metodologia AR-Pecs vi è stato un
immediato miglioramento generale. I soggetti hanno mostrato un
notevole decremento della caratteristiche problematiche del tono
muscolare ed un incremento nel contatto e nell’intenzione. La capacità
di associazione aumenta notevolmente con una media di 5,66 nei
punteggi totali contro una media iniziale di 2,66. I soggetti mostrano
un miglioramento nel saper porre lo sguardo sulle azioni che compiono
e nella capacità di eseguire le istruzioni. Anche l’attenzione ha
ricevuto un incremento degno di nota avendo raggiunto il massimo dei
punteggi attribuibili nelle tre sottocategorie: capacità di mantenere
l’attenzione su un oggetto, attenzione su un’ azione e capacità di
portare a termine ciò che comincia. Il tablet si è rivelato essere uno
strumento più immediato nell’utilizzo ed ottimo strumento con cui
interagire; atti comunicatori mediante esso sono stati messi sempre in
atto quando richiesti, a differenza della fase di pre-intervento.

Quali sono gli obiettivi futuri?

In ogni caso, sebbene i risultati siano positivi ed incoraggianti, lo
studio necessita di ulteriori sperimentazioni, con osservazioni
baseline e di intervento maggiormente prolungate, anche su altri
soggetti ed in diverse fasi terapeutiche (attualmente la
sperimentazione è già stata avviata con altri pazienti), al fine di
avvalorare ulteriormente la verifica delle ipotesi di ricerca.
Naturalmente, come si è potuto anche notare sin ora, l’elaborazione
ottenuta si basa solamente sulla prima fase di AR-Pecs; il progetto
dovrà ovviamente proseguire arrivando ad implementare anche la
seconda, ed ultima, fase, come da protocollo, dove i bambini dovranno
essere in grado di interagire maggiormente con i terapisti al fine di
ottenere ciò che richiedono.

Per ulteriori informazioni tecniche e scientifiche:
http://arpecs.altervista.org/

NEAPOLISANIT s.r.l.
Via Funari 19
80044 - Ottaviano (NA)
Tel: 081 528 98 01
Email: info[@]neapolisanit.it

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