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E’ morto Ettore Ramponi, “il papà” del radicchio di Treviso

Si è spento Ettore Ramponi, di Zero Branco, illustre professore di agraria, ma soprattutto il “papà” del radicchio rosso di Treviso, che considerava come il suo “terzo figlio”. Aveva 71 anni.
del 06/11/14 -

Si è spento Ettore Ramponi, di Zero Branco, illustre professore di agraria, ma soprattutto il “papà” del radicchio rosso di Treviso, che considerava come il suo “terzo figlio”. Aveva 71 anni.
Grazie suo impegno e lungimiranza, Il radicchio di Treviso è stato il primo ortaggio in Italia ad ottenere il riconoscimento europeo l’Igp, l’indicazione geografica, che ha segnato il punto di partenza di una spinta verso il successo produttivo e di mercato che sta continuando. Un primato firmato Ettore Ramponi. Fu una sfida vinta.
A lui si deve tutta una serie di iniziative di ricerca, di studio, di promozione che ha portato il re dei radicchi invernali alle stelle. E’ proprio il caso di dirlo.
Ettore Ramponi, con un gruppo di trevigiani, ne ha portato i semi a Cape Canaveral perché fossero imbarcati in una navicella spaziale per constatarne le reazioni in particolari condizioni.
Ha partecipato per anni a tutte le manifestazioni nazionali e internazionali per illustrare la bellezza e la bontà del suo “re Spadone”. Intensa la sua attività didattica nelle scuole. Ha guidato per campi di radicchi centinaia di scolaresche alle quali ha spiegato quanto sia generoso e nutriente il radicchio. Sempre presente a convegni e a mostre, con interventi che avvincevano i partecipanti.
Se il radicchio rosso di Treviso e il variegato di Castelfranco oggi hanno tanta popolarità e sono gioielli tra le verdure, il merito va in buona parte anche ad Ettore Ramponi, professore di agraria, ricercatore, promotore appassionato delle verdure di qualità, sostenitore delle certificazioni che danno sicurezza e garanzie alimentari. E’ stato tra i primi in assoluto a capire l’importanza dei marchi europei Igp e Dop per gli ortaggi veneti e si è dato da fare con grande impegno e generosità per creare le condizioni perché tali denominazioni di origine potessero essere riconosciute ai radicchi del Veneto ma anche ad altri ortaggi, come gli asparagi di Badoere.
Una vita spesa tra gli orti e i coltivatori, impegnata a sviluppare pratiche agricole sostenibili e la qualità delle produzioni, e a curare la formazione degli orticoltori, a seguire e coordinare mostre locali, nazionali ed internazionali, a promuovere collaborazioni con varie istituzioni e, in particolare, con il mondo della scuola e dell’università. Una vita ricca di esperienze, di contatti, di risultati per il mondo orticolo. Un lavoro intenso, costante, esemplare e mirato, di cui si stanno raccogliendo i frutti. 
Il Professor Ramponi si è sempre mosso nell’ambito della cooperazione, collaborando prima con la Cooperativa Aomt San Bovo di Castelfranco Veneto, quindi con l’Opo Veneto, organizzazione di produttori ortofrutticoli di Zero Branco (Treviso). 
“Noi coltivatori, gente della terra, commenta Francesco Daminato, presidente di OPO Veneto, gli dobbiamo molto e dobbiamo essergli riconoscenti. Ci è stato accanto con sapienza e grande disponibilità. Ci ha aiutato a crescere”.
Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto: “E’ stato un maestro di agricoltura, un professore che sapeva stare in cattedra e tra gli agricoltori. Mi piace qui sottolineare anche l’importante ruolo che ha avuto come animatore e costruttore della cooperazione agricola. Uomo di scienza, ma anche e soprattutto di fatti”.
I funerali avranno luogo nella Chiesa di Zero Branco (TV), venerdì 7 novembre alle ore 15.



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