Bertrand Tavernier riceve il Leone d'Oro alla carriera

Alla Mostra Internazionale del Cinema al lido di Venezia 2015
del 21/09/15 - di Pierluigi Capra

Per decisione di Alberto Barbera, Direttore artistico della Mostra, il regista francese ottiene il prestigioso riconoscimento per la qualità dei film che ha diretto, per l'impegno concreto di una vita dedicata al cinema anche come critico, sceneggiatore, produttore e per la sua curiosità e passione cinefila.
Nasce a Lione nel 1941. Suo padre è lo scrittore e poeta René Tavernier, fondatore della rivista Confluences. Nel 1947 si trasferisce con la famiglia a Parigi.
Nel 1957 conosce il regista Volker Schlöndorff, con cui condivide l'interesse per il cinema e insieme al quale frequenta le sale del Quartiere Latino e la Cinemateca. Di lì comincia a dedicarsi alla sua principale passione: il cinema.
Fonda, agli inzi degli anni '60, il cineclub Nickelodéon con Bernard Martinand e il poeta Yves Martin che promuove film americani.
Pubblica articoli di critica cinematografica su numerose riviste specializzate, come Radio-Cinéma (che diventerà più tardi Télérama), Les Lettres Françaises, Cinéma, Présence du cinéma, L'Etrave, (un giornale studentesco da lui fondato), e, fatto insolito per l'epoca, contemporaneamente per le due importanti riviste rivali Positif e Cahiers du cinéma.
Debutta come regista nel 1974 con il primo lungometraggio, tratto dall'omonimo romanzo di Simenon, L'orologiaio di Saint-Paul con protagonista l'attore feticcio di Tavernier, Philippe Noiret. Il film vince l'Orso d'Argento al festival di Berlino e il Premio Louis-Delluc. Gianni Rondolino scrive di lui: “si afferma per il rigore dello stile, la perfetta condotta degli attori, un gusto raffinato che riesce a coniugare ottimamente cinema e letteratura”.

Successivamente affronta i temi e i generi più diversi: Dalle ricostruzioni storiche (Quarto comandamento) ai film di cappa e spada (La fille de d'Artagnan, La Princesse de Montpensier), dai film politici (Laissez-passer) alle amare riflessioni sulla morbosità dei massmedia (La morte in diretta), dalla denuncia sociale (Des enfants gâtés e Ça commence aujourd'hui) alla guerra (La Vie et rien d'autre e Capitaine Conan), dal noir (Coup de torchon e L'appât) alla musica (Mississippi blues), alla commedia sentimentale (Une semaine de vacances e Un dimanche à la campagne).
Nel 1995 con il film L'esca si aggiudica nuovamente l'Orso d'oro al festival di Berlino e l'anno seguente, ottiene il Gran premio della Giuria al Festival fiorentino “France Cinèma” con Capitaine Conan .
Nel 2003 gira Holy Lola, film in cui, fra documentario e finzione, affronta il problema della difficoltà delle adozioni; in coincidenza con l'uscita nelle sale della pellicola, nel 2005, ottiene il "Gattopardo d'oro" - Premio Luchino Visconti assegnato dalla Fondazione “La Colombaia” di Ischia.
Ha scritto anche libri per i cinefili: “Trentanni di cinema americano” nel 1970 e “Cinquantanni di cinema americano” nel 1991.
Il suo ultimo lavoro Quai d'Orsay lo ha presentato a Bologna, invitato dalla Cineteca della città, nel luglio del 2015. Una storia, ambientata ai tempi della seconda guerra americana contro l'Iraq, dove un Ministro degli Esteri francese pieno di contraddizioni deliranti e in mezzo ad un caos vorticoso, da un lato sovraccarica di lavoro i collaboratori, senza rispettare neppure la loro vita privata, dando loro istruzioni impossibili e dall'altro sostiene che non si debba far la guerra seguendo pedissequamente gli americani.
Alla consegna del Leone d'oro alla Carriera a Bertrand Tavernier hanno partecipato l'8 settembre 2015 in Sala Grande al Palazzo del Cinema del Lido, oltre al direttore della Mostra Alberto Barbera e al presidente della Biennale Paolo Baratta, il direttore del festival di Cannes e grande amico del regista Thierry Frémaux, e l'attrice Sabine Azéma, che con Tavernier ha girato moltissimi film. Tutti hanno speso meritate parole di elogio per il cineasta.

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