L’Acqua di rubinetto: un falso mito da sfatare

“Per fare evaporare il cloro presente, bisogna attendere un’ora prima di consumare la caraffa d’acqua.”
del 06/07/09 -

“Per fare evaporare il cloro presente, bisogna attendere un’ora prima di consumare la caraffa d’acqua.”
Manuela Baraldi, responsabile del laboratorio analisi dell'Aimag di Carpi, tenta così di rassicurare i più scettici sul consumo dell’acqua proveniente dall’acquedotto.
Una spiegazione necessaria alla polemica nata a Carpi, a causa dell’ introduzione di una normativa che vede allineata la nostra città con la scelta di molte altre, come Milano, Firenze, Roma, Bologna; nelle mense degli istituti scolastici, a partire dall’asilo nido, l’acqua minerale è stata sostituita con quella proveniente dall’acquedotto.
In altre parole, non più in bottiglia, solo in caraffa e proveniente direttamente dal rubinetto.
La motivazione a monte di questa scelta è la volontà di ridurre l’inquinamento dovuto, sia alla presenza eccessiva di bottiglie di plastica da smaltire, sia dal transito dei camion che, a gran numero, trasportano l’acqua industriale fino alla meta.
Carpi si è schierata a favore dell’acqua naturale proveniente dai pozzi delle proprie zone, precisamente da Rubiera, nonostante il disaccordo di alcuni genitori, contrari e preoccupati per la salute dei propri figli.
Infatti molti sostengono l’idea di un apparente sapore diverso, diffidando così dal berla dal rubinetto, ma è appunto, solo apparenza: la nostra acqua già potabile appena raccolta in profondità, subisce una minima aggiunta di cloro, che garantisce la sua sicurezza al cento per cento.

Evitare di saturare le discariche con bottiglie di plastica, diminuire il transito di camion con annessi gas di scarico nella zona cittadina, l’ indubbio vantaggio economico dato dal risparmio che si potrebbe ricavare raccogliendola dal rubinetto, e non comprandola a bottiglia, e non ultimo, il consumo di acqua pura e sana, che non teme confronti con quella industriale: questi i punti sui quali riflettere.

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