Gioventù Ribelle, il videogioco più chiaccherato del momento: promosso dal governo e criticato da tutto il mondo

Il gioco Gioventù Ribelle, voluto dal ministro Meloni, si è rivelato un pessimo videogioco, addirittura parodiato e preso in giro dai siti internazionali. In quest'articolo tutto quello che volevate sapere sul caso.
del 25/03/11 -

Inside The Game, nella figura del sottoscritto, non può esimersi dal raccontare cosa è successo dopo la pubblicazione online del gioco Gioventù Ribelle, titolo “sviluppato” per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia (ricorrenza su cui la nostra nazione è riuscita a litigare per mesi, prima di regalare a tutti i lavoratori un misero giorno di ferie).

Racconto velocemente cosa è successo, per chi non conoscesse i fatti (io, personalmente, ho scoperto il tutto solamente ieri). La mia opinione la trovate a fine post.

Anzi, piuttosto che farlo io, vi segnalo un po’ di link dai quali potete prendere le informazioni che vi servono.

Il primo è il sito ufficiale dell’iniziativa, dove potete anche scaricare il gioco: http://www.gioventuribelle.it/index-3.html

Il secondo è questo post, di Federico Cella, apparso sul blog del Corriere della Sera, Vita Digitale: http://vitadigitale.corriere.it/2011/03/gioventu-ribelle-ministero-lettera-sviluppatori.html

Il terzo è la lettere aperta di cui Federico parla, che trovate, firmata da un centinaio di sviluppatori italiani, al seguente link sul sito ufficiale dell’International Game Developer Association: http://igda-it.org/2011/03/20/lettera-aperta-su-gioventu-ribelle/

Un breve riassunto di tutta la storia per i più pigri: questo titolo, ambientato mentre delle persone, dei ragazzi come me e voi, mai troppo lodati a mio avviso, morivano per fondare quella che noi oggi chiamiamo Patria, è uno sparatutto in prima persona che non ha certo brillato per gameplay o grafica. Fondamentalmente, se dovesse essere recensito, prenderebbe un voto ai minimi storici, anche e soprattutto perchè non è un intero videogioco, bensì una semplice mappa moddata (male) a partire dall’Unreal Engine (se vedete il video qui sopra, vi accorgerete di alcuni dettagli, come una voce che urla “Killing Spree”, che non lasciano spazio a dubbi, in tal senso).

Peccato che inizialmente non sia stato presentato così, come avrete letto dai link più sopra, bensì per “Dimostrare che un gioco italiano che può competere con i prodotti internazionali“, almeno questo era l’obiettivo, davvero sfidante, che il progetto si prefiggeva secondo le parole di Raoul Carbone, curatore dello stesso (e presidente della filiera italiana dei produttori di videogiochi presso Confindustria nonchè legato a tante altre iniziative che leggerete da soli su Linkedin).

E quindi giù polemiche, insulti, commenti addirittura non pubblicabili ma soprattutto un post di Destructoid che letteralmente ridicolizza Gioventù Ribelle, facendo dell’ironia costante (anche su un errore di spelling inglese presente precedentemente sul sito ufficiale) e paragonandolo a Big Rigs, probabilmente il videogioco più brutto della storia. Trovate questo post qui: http://www.destructoid.com/is-this-italian-funded-shooter-as-bad-as-big-rigs–196822.phtml

Questa la mera cronaca di un fatto che, comunque, non può che addolorarmi per la figura rimediata dalla microscopica industria del videogioco italiana… senza che la stessa abbia mosso un muscolo (ed è anche una sua colpa, forse).

Nella mia opinione è questo il fatto più importante che andrebbe riportato. Ho letto forum pieni di insulti a Carbone, gente che si lamenta del fatto che sia stato uno sparatutto il genere utilizzato per il titolo, blogger che si sono sperticati in critiche per quanto riguarda la gestione pre e post lancio di Gioventù Ribelle.

Io credo che, innanzitutto, portare a conoscenza di Giorgio Napolitano e del governo italiano (erano presenti altissime cariche dello stato, oltre al nostro Presidente della Repubblica, come ad esempio il ministro Giorgia Meloni) che non solo esistono dei videogiochi ma che gli stessi possono essere sviluppati da ragazzi italiani, sia una cosa positiva (dal mio punto di vista, almeno: probabilmente molti non saranno d’accordo e altrettanti diranno che non deve essere il governo ad investire nell’industria tricolore dei videogame). Soprattutto per la rilevanza mediatica che i 150 anni dell’unità del nostro Paese hanno avuto.

Al di là del risultato, infatti, rimane un “fatto storico”, per l’industria del videogioco, essere riuscita ad entrare nelle stanze del potere dalla porta di ingresso principale. Su Gioventù Ribelle sono usciti servizi dei più importanti TG nazionali nonchè articoli di ogni tipo sulle principali testate giornalistiche. Nonostante, ripeto, il risultato finale del prodotto, io credo che questo sia altamente positivo, per un’industria in cerca di fondi con cui pagare i propri talenti e di speranza per il riconoscimento culturale, economico e politco del medium videoludico.

Soprattutto in un paese come il nostro in cui, diciamocelo su, tutto è fuffa. Quindi andava benissimo, a mio avviso, presentare un “guscio vuoto” per un fine molto più importante che è comunque stato raggiunto. Se non si fossero mosse tutte queste polemiche, probabilmente, nessuno si sarebbe accorto delle brutture all’interno di quel guscio (cosa di cui comunque la maggior parte degli italiani non è e non sarà mai al corrente, informandosi solo con la televisione) e tutto sarebbe filato liscio. Ci sarebbero stati i soliti che comunque si schifano e gli altrettanto soliti difensori dell’iniziativa. La loro battaglia sarebbe finita senza morti ne feriti e via, verso la prossima.

Le polemiche però ci sono state e, inutile negarlo, sono arrivate molto in alto (i principali quotidiani italiani bastano?). Questo spiace e spiace molto perchè alla fine i lati positivi non potranno uscire fuori, schiacciati dal mondo che sta ridendo letteralmente alle nostre spalle. E questa volta non è colpa di Berlusconi ;)

Trovo che per il presidente della Filiera dei produttori di Videogiochi questo non possa essere definito con parole diverse se non come un errore. Bisognava assolutamente pensare al fatto che, lasciando internet libera di scaricare un titolo che si sapeva essere sviluppato come Tesi di Laurea da alcuni studenti dello IED (sicuramente con zero fondi e sicuramente con meno tempo del previsto), sarebbero uscite fuori situazioni imbarazzanti per i produttori di videogiochi stessi, che rischiano di essere accumunati a risultati amatoriali ed inoltre malvisti dai loro colleghi al di là degli italici confini, vista l’eco della notizia. Ma soprattutto è un autogol per Carbone stesso che, al di là dello stress che starà vivendo in questi giorni, ha dato materiale ai giornali per parlare male del Governo che, probabilmente, non l’avrà presa benissimo e dovrà trovare un capro espiatorio.

Ripeto, la mia opinione è che lo sbaglio sia stato proprio questo, infatti: rendere disponibile per il download un prodotto che, al di là dei suoi EVIDENTI limiti visto l’ambito di produzione (budget zero, sviluppo affidato a non professionisti), risultava comunque incompleto e chiuso in fretta, mentre doveva comunque rappresentare almeno la buona volontà di un’industria molto piccola ma piena di talenti e preziose realtà. Probabilmente bastava mostrarlo al Presidente e guardarsi bene dall’esporlo in pubblico, se non al suo effettivo completamento e revisione.



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