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Vincenzo Giori: verso una nuova strategia energetica

Un peso eccessivo del gas nel mix delle fonti e maggiore innovazione rispetto alle sfide ambientali. Per garantire competitività al sistema energetico servono nuovi investimenti, specie su nucleare e carbone, senza dimenticare le rinnovabili. Secondo l’amministratore delegato di Siemens Italia infatti “è l’intero comparto va ripensato, con l’occhio all’orizzonte del 2025-2030”.
del 27/03/08 -

Vincenzo Giori osserva “Le imprese del settore concordano ormai su una strategia che va decisa presto, perché solo tra 10 anni si incomincerà a vederne i frutti”. Un percorso che vede come temi principali sicurezza e sostenibilità, puntando sul rilancio del nucleare e del carbone pulito.

Nel delineare le esigenze energetiche del futuro, Giori sottolinea come gli aspetti fondamentali da perseguire siano la sicurezza di approvvigionamento delle fonti, la sostenibilità ambientale e la competitività del sistema.

L’amministratore delegato del Gruppo afferma: “Il nostro Paese presenta una realtà problematica, con un peso eccessivo del gas nell’interno del mix energetico. Per aumentare la competitività del sistema energetico nazionale, alla pari di Francia, Germania e Spagna, dobbiamo agire interventi e scelte immediate per avere un impatto significativo nei prossimi 10 anni”.

Punto fermo della ricetta di Giori è il nucleare: “Emerge l’urgenza di investire da subito nel nucleare di quarta generazione per avere ritorni non prima di 15 anni”. Il nucleare è una scelta carica di potenzialità, a partire dalla sostanziale riduzione dei prezzi: infatti l’energia nucleare costa solo un quarto di quella prodotta con il gas. Tuttavia un impianto nucleare richiede notevoli investimenti, a causa degli impianti tecnologicamente molto complessi e dell’acquisizione di know-how specifico, ormai perso nel nostro Paese. Nondimeno, i vantaggi di questa soluzione sono evidenti in termini di impatto ambientale: attraverso il nucleare è infatti possibile dimezzare le emissioni di anidride carbonica correlate alla generazione di energia.

Tuttavia, prosegue l’AD, “Esistono interventi più rapidi, come ad esempio il carbone a tecnologia pulita”. Il carbone, infatti, riveste un ruolo di primo piano nelle politiche energetiche del futuro, specialmente nel medio periodo: i ritorni sono previsti in 5 anni.
Spiega Giori: “Il carbone rappresenta la fonte più economica ed ampiamente distribuita, quindi anche la meno rischiosa. Il ricorso al carbone si configura dunque come soluzione necessaria, ma il suo utilizzo non può prescindere dalla ricerca e dall’impiego di tecnologie per pulirlo il più possibile”. Per rispondere a questa sfida, servono sistemi avanzati di combustione e di abbattimento delle emissioni. In questa direzione, nel lungo termine, potrà essere disponibile una soluzione Siemens di Carbon Capture and Sequestration che consentirà la cattura della CO2, il relativo trasporto ad un sito idoneo e lo stoccaggio in formazioni geologiche.

Tra le energie rinnovabili, al momento l’opzione più promettente è senza dubbio l’eolico. In questo settore l’obiettivo è “passare dall’attuale 1% al 5% del fabbisogno italiano di energia elettrica entro il 2025”. Le energie rinnovabili possono dunque dare un crescente contributo all’interno del mix energetico, seppure con dei limiti intrinsechi: “Non è possibile coprire totalmente il fabbisogno energetico nazionale con le fonti rinnovabili – spiega l’AD di Siemens - L’Italia non può diventare la Danimarca, sia per il volume di energia richiesta sia per le caratteristiche intrinseche quali la densità della popolazione, la ventosità media, la geografia stessa e la struttura industriale e di servizi fortemente energivora. E’ quindi essenziale valutare con precisione l’apporto delle rinnovabili e concentrarsi su quelle più significative”.



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