Uno studio sugli effetti della crioterapia sul recupero muscolare

Traduzione italiana di una sperimantazione scientifica sugli effetti della crioterapia nel recupero atletico-
del 28/04/16 -

Lo studio ha il seguenti scopo: Determinare quale è la strategia di recupero più appropriata sui parametri del danno muscolare indotto da un esercizio di corsa, paragonando tra loro i risultati ottenuti sui sintomi del danno muscolare da sforzo fra tre modalità di recupero: Criostimolazione, Fir (infrarossi) e recupero passivo.

LO STUDIO:
In questo studio sono stati coinvolti nove runners agonisti (i criteri minimi per l’ammissione al test comprendevano un primato personale sui 10.000 m inferiore ai 38 minuti ed un minimo di quattro allenamenti a settimana nell’anno precedente allo studio). Questi soggetti in tre settimane non consecutive, hanno corso tre ripetizioni di un allenamento intenso (atto a indurre un danno muscolare) su un tapis roulant motorizzato. Immediatamente dopo lo sforzo, dopo 24 ore e dopo 48 ore, tutti i partecipanti allo studio hanno provato le tre differenti modalità di recupero (Crio, Fir e Passivo) in ordine casuale nelle tre diverse settimane. Gli indicatori di danno muscolare (massima forza muscolare isometrica, livello di CK nel sangue, percezione dello sforzo), sono stati misurati prima del test, immediatamente dopo, dopo un ora, dopo 24 ore e dopo 48 ore dalla fine dell’esercizio.
L’allenamento intenso consisteva in una corsa continua divisa in blocchi da tre minuti, ad eccezione dei primi sei minuti di riscaldamento, dove il tapis motorizzato alternava tre minuti di salita con inclinazione di +10% (all’80% del VO2max, precedentemente determinata da un test incrementale), tre minuti di discesa con inclinazione di -15% (alla velocità di VT1) e tre minuti in piano (ad una velocità compresa tra VT1 e VT2), per un totale di 48 minuti.

LE MODALITA’ DI RECUPERO:
I nove runners al termine del test sopra descritto hanno svolto una delle tre modalità di recupero proposte dagli autori. Tutti i soggetti hanno svolto le tre modalità proposte nel corso dello studio, che consistevano per l’appunto in tre sedute di criostimolazione, di Infrarossi e di recupero passivo. Queste modalità di recupero venivano eseguite immediatamente dopo il test, 24 ore dopo e 48 ore dopo lo stesso.
Ecco in sintesi i dettagli delle tre diverse modalità di recupero: – CRIO: 3 minuti di esposizione in una criocamera con una temperatura di -110°C; – FIR: 30 minuti sdraiati in un lettino con raggi infrarossi; – PAS: recupero passivo stando in posizione seduta per 30 minuti (gruppo di controllo).

I RISULTATI:
I risultati indicano una significativa diminuzione della massima contrazione isometrica (MCV) immediatamente dopo il test in tutti e tre i gruppi. Tuttavia, la capacità di MVC veniva recuperata già dopo la prima criostimolazione (un ora dopo la conclusione del test), mentre veniva recuperata più lentamente con gli infrarossi (dopo 24 ore) e non veniva recuperata tramite recupero passivo.
In tutti i soggetti, l’attività della CK è significativamente aumentata dopo il test, rag- giungendo il picco 24 ore dopo l’esercizio. Non si sono registrate differenza significa- tive tra le tre modalità di recupero a prescindere dal periodo del test (dopo 1 ora, do- po 24 ore e dopo 48 ore).
I parametri di percezione dello sforzo sono stati influenzati sia dall’esercizio che dalle modalità di recupero nel corso delle 48 ore successive. Infatti, la percezione del dolore e della stanchezza sono aumentate immediatamente dopo l’esercizio (post) e son rimaste alte sia dopo 1 ora, che dopo 24 e 48 ore nei soggetti che erano inseriti nel gruppo di recupero passivo (PAS). Al contrario, la percezione del dolore e della stanchezza si sono ridotte già dopo la prima seduta di criostimolazione (dopo 1 ora), mentre nel gruppo infrarossi (FIR) la sensazione del dolore si è ridotta solamente dopo 48 ore.
In conclusione, alla luce dei dati emersi da questo studio scientifico, si può sicuramente dire che: Le sedute di CRIOSTIMOLAZIONE sono la miglior modalità di recupero dal danno muscolare indotto dall’esercizio (EIMD) limitando la perdita di forza e influenzando positivamente le sensazioni di dolore e stanchezza, solitamente registrate dopo delle contrazioni eccentriche ripetute più volte.

TRATTO DALL’ARTICOLO: EFFECTS OF WHOLE-BODY CRYOTHERAPY VS. FAR-INFRARED VS. PASSIVE MODALITIES ON RECOVERY FROM EXERCISE-INDUCED MUSCLE DAMAGE IN HIGHLY-TRAINED RUNNERS AUTORI: C. Hausswirth, J. Louis, F. Bieuzen, H. Pournot, J. Fournier, J.R. Filliard, J. Brisswalter Pubblicato sulla rivista scientifica: PLOS ONE



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