Un contributo per fare impresa

Aspettare il bando giusto per intraprendere o rilanciare un’attività imprenditoriale. È una strada, ma non sempre la più conveniente. L’attesa può risultare lunga, i fondi a stanziati insufficienti, i tempi per la partecipazione ristretti, e così via. Lo Stato mette a disposizione soluzioni alternative di finanza agevolata “rodate”, sempre disponibili ma non per questo meno efficaci.
del 16/11/09 -

Aspettare il bando giusto per intraprendere o rilanciare un’attività imprenditoriale. È una strada, ma non sempre la più conveniente. L’attesa può risultare lunga, i fondi a stanziati insufficienti, i tempi per la partecipazione ristretti, e così via. Lo Stato mette a disposizione soluzioni alternative di finanza agevolata “rodate”, sempre disponibili ma non per questo meno efficaci.

L’Autoimpiego è uno strumento molto interessante per chi vuole sviluppare il suo progetto di impresa pur non avendo a disposizione tutte le risorse necessarie. Si tratta di una misura che finanzia l’avvio di piccole attività da parte di persone disoccupate o in cerca di prima occupazione.
A seconda dell’entità dell’investimento e del numero di persone coinvolte si può scegliere se partecipare al bando di Autoimpiego che riguarda il Lavoro Autonomo (spesso conosciuto come prestito d’onore), per il quale è previsto un limite di € 25.823, o Microimpresa, per la quale tale limite sale a € 129.114. Un’altra differenza sostanziale riguarda il tipo di attività: la prima deve essere in forma di ditta individuale, la seconda esclusivamente in forma di società di persone (quindi S.N.C. o S.A.S.).

In dettaglio l’agevolazione consiste, sia per quanto riguarda lavoro autonomo che microimpresa, in un contributo a fondo perduto (il 50% del totale di investimenti e spese di gestione del 1° anno di attività) e, per il restante 50%, un finanziamento agevolato (tasso al 30% rispetto a quello di riferimento vigente), da restituire in 5 anni per il lavoro autonomo e 7 per la microimpresa, a partire dall’anno successivo all’inizio dell’attività.

Nella voce investimenti si possono includere: attrezzature, macchinari, impianti e allacciamenti; beni immateriali a utilità pluriennale; ristrutturazione di immobili, entro il limite massimo del 10% del valore degli investimenti.
Nelle spese di gestione: materiale di consumo, semilavorati e prodotti finiti, nonché altri costi inerenti al processo produttivo; utenze e canoni di locazione per immobili; oneri finanziari(con l'esclusione degli interessi del mutuo agevolato); prestazioni di garanzie assicurative sui beni finanziati; prestazione di servizi. Per il lavoro autonomo il limite massimo per le spese di gestione è di circa 5000 euro, per la microimpresa sale a 16.000 o 12.000 euro circa a seconda del tipo di attività svolta.

Non si può partire da zero. Questa affermazione è tanto vera perché riferita a due ordini di fattori: innanzitutto è necessario aver elaborato un progetto organico e fattibile, sia da chi vuole utilizzare il bando del lavoro autonomo sia, a maggior ragione, da chi sceglie la microimpresa. È poi opportuno ricordare che nel finanziamento non è compresa l’iva (trattandosi di un’imposta statale, l’iva non può essere finanziata) e quindi il 20% di ciò che si è speso. Pur avendo modo di ammortizzare tale spesa nel tempo, all’inizio essa rappresenterà inevitabilmente un problema in più. È quindi necessario avere a disposizione una minima quantità di risorse finanziarie, anche perché non è sempre facile gestire il rapporto con i vari fornitori di attrezzature dovendo contemporaneamente attendere di ricevere i fondi dall’agenzia che ha erogato il finanziamento.

Altamente sconsigliato, quindi, partire con un’idea imprenditoriale nata esclusivamente in funzione della disponibilità di questi finanziamenti. Piuttosto la situazione ideale è avere un progetto serio che probabilmente, magari in forma ridotta, si sarebbe deciso di avviare ugualmente. Ovviamente sono necessari (in quantità industriale) spirito di sacrificio e pazienza, poiché probabilmente i primi risultati arriveranno nel medio-lungo periodo dato che, essendo partiti investendo poche risorse, ci sarà comunque un finanziamento che impegnerà l’azienda per 5 o 7 anni.

Competenze e professionalità sono i requisiti che più fanno la differenza al momento della presentazione della domanda all’agenzia incaricata dal legislatore per valutare i progetti e erogare i finanziamenti. Si tratta di Invitalia, ex Sviluppo Italia, alla quale deve essere inviata la richiesta esclusivamente in via telematica da questa pagina. Nel sito si possono trovare informazioni e chiarimenti sul bando, dai requisiti alle modalità e i tempi di erogazione del contributo.
Invitalia procede prima ad una valutazione del progetto scritto e successivamente alla verifica dei requisiti dei richiedenti attraverso un colloquio orale, per accertare che le competenze per avviare un certo tipo di attività siano da essi effettivamente possedute.

Un partner ideale per coloro che sono interessati all’utilizzo di queste risorse è SER.IM, società partner di Oltrelinea che si occupa di servizi riguardanti l’accesso al credito delle Piccole Imprese. SER.IM offre consulenza altamente specializzata in questo specifico ramo, affiancando l’impresa e gestendo tutta la fase di presentazione della domanda a Invitalia.

Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Gruppo Oltrelinea
Responsabile account:
Emanuela Papeo (Addetto stampa)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 74909