Storia della moneta o della numismatica (II parte)

Eccoci con la seconda parte sulla storia della numismatica, dopo la prima parte dove abbiamo parlato di baratto e comparsa della moneta, oggi andiamo a parlare delle prime carte di credito.
del 14/07/14 -

Le origini delle carte di credito

Contrariamente a quanto si crede, anche le carte di credito hanno origini antiche. Certo, nulla a che vedere con le sofisticate carte dotate di microchip di oggi; ma il principio secondo cui si accumulano vari debiti su un oggetto, per poi saldare il “conto” alla fine del mese, risale alle culture tribali africane.

In esse infatti era uso comune, tra conoscenti, segnare per ogni acquisto di merce una tacca su un piccolo legnetto di lunghezza prefissata: il numero massimo di tacche apponibili era prefissato (e poteva variare dalle 10 alle 25/30 tacche). Una volta terminato il legnetto il proprietario pagava l’ammontare dovuto. Piccola differenza: oggi giorno noi portiamo in giro la nostra carta di credito, all’epoca era il commerciante a tenere il mezzo di debito, per evitare che un cliente potesse usare più legni diversi.

Ogni persona, dunque, aveva una serie di “legnetti”: ognuno da un diverso venditore. Ovviamente questa tecnica aveva degli svantaggi: ad esempio, era impossibile assegnare valori diversi alle tacche: il commerciante dunque stabiliva un costo “fisso” entro cui fissare una tacca.

Se l’importo dovuto era pari al fisso si apponeva una tacca. Se l’importo era il doppio se ne apponevano due, e così via. Rimaneva però il problema dei “resti”, difficilmente conteggiati correttamente.

Le prime banconote al posto della numismatica

Torniamo però alla numismatica: nello scorso capitolo abbiamo parlato di monete legate ancora alla quantità di materia pregiata di cui erano composte, ed abbiamo visto i vari problemi che ciò poteva scaturire.

La numismatica era inoltre scomoda: pesanti da trasportare in grandi quantità, senza dimenticare il loro costo di coniatura. Per questo momento, a mano a mano che avanziamo nel Medioevo, prende sempre più piede la versione cartacea della numismatica: la banconota.

numismatica

Essa è una parente della lettera di cambio sviluppata tra il 12° e 13° secolo, che però elimina la sua lunga e scomoda catena di obbligazioni.

Il problema delle banconote, più della possibilità di falsificarle, era quello della loro accettabilità. La banconota era, fondamentalmente, una promessa al portatore: in qualunque momento il proprietario poteva andare dalla banca che l’aveva emessa e chiedere che venisse convertita in metallo prezioso.

È dunque facile capire l’importanza della reputazione della banca: una banca con ampie scorte auree e una buona reputazione avrebbe automaticamente garantito l’accettazione della sua banconota ovunque; viceversa, una banca sul procinto di fallire avrebbe visto un ben misero commercio della sua cartamoneta.

Le banconote si sono sviluppate autonomamente: inizialmente, quando un mercante depositava oro da un orafo, esso gli rilasciava una ricevuta, che attestava quanto esso gli doveva. Questa ricevuta poteva essere scambiata per numismatica sonante, o essere riconsegnata ad un altro orafo altrove per ottenere il quantitativo di beni riportato sul pezzo di carta.

Ovviamente, l’emissione da parte delle banche di banconote è stato un modo per razionalizzare questo fenomeno.

Rimane però il principio base (e medievale) già citato: la banconota era legata a doppio filo alla quantità di oro posseduta dalla banca; e in oro poteva essere convertita. Il fatto che essa sia fatta di carta, e non di metallo, è dovuto solo alla facilità di trasporto di questo materiale.

Secondo te era meglio rimanere alla numismatica o passare alla carta di credito o alla banconota?
Leggi: Storia della Numismatica Parte 1



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