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Splendida Albania

Da Durazzo a Kruje patria dell'eroe Skanderbeg. Dal caos di Tirana alla pace del canyon di osumi
del 24/10/16 -

Un viaggio alla scoperta di una terra sconosciuta ai più e marchiata da un pregiudizio costruito negli anni della grande migrazione del popolo albanese verso l'Italia. Alla scoperta di spiagge incantate e altissime vette che si allungano sino ai nidi delle aquile che qui vivono protette e quasi mitizzate." La terra delle aquile" ( come letteralmente si traduce il termine che usano gli albanesi per chiamare la loro nazione) incanta e stupisce. 1 giorno, da Durazzo a Osumi passando per Tirana.

Itinerario in pillole: Durazzo - Kruje - Tirana - Berat - Corodove

Questo viaggio in Albania era nei nostri sogni da tempo. Erano circa due anni che cercavamo di raggranellare informazioni, o pillole di informazioni, che potessero consentirci di organizzare un itinerario e una permanenza all’altezza delle nostre aspettative. Il problema che più ci assillava era rappresentato dallo stato delle strade, spesso descritte come quasi impraticabili o difficili da percorrere. Se si viaggia in gruppo il problema può apparire meno grave ma da soli, in solitaria, attraversare un paese che non si conosce e con strade in pessime condizioni potrebbe riservare imprevisti sgraditi se non insormontabili.

Dopo varie rassicurazione da parte di amici e parenti di amici finalmente carichiamo la moto e quest’avventura può iniziare. Terra delle Aquile…...stiamo arrivando!!

L’ultima parola capace di mettere fine alle nostre incertezze l’ha avuta l’amico Durim di Tirana che oltre a costruire insieme a noi un itinerario che potesse regalarci alcuni dei luoghi più belli di questa terra ci ha garantito la sua rasicurante presenza in caso di bisogno.
Dopo una notte a bordo dell’Adria Ferries in partenza da Ancona attracchiamo di prima mattina al porto di Durazzo. L’Adria Ferries è l’unica compagnia che da Ancona e da Bari raggiunge il porto di Durazzo e lo fa in puro stile albanese: con cordialità e ospitalità.

Niente di che, abbiamo pensato davanti al panorama della città che ci si parava innanzi mentre il traghetto attraccava. Scheletri di palazzi eretti subito dopo la fine della dittatura e portati avanti senza criterio con il governo di Berisha, bloccati finalmente dall’ultimo Presidente del Consiglio albanese in attesa di recuperare una strategia urbanistica degna di un paese che guarda al futuro con ottimismo ci salutano e ci guardano sbarcare mentre noi guardiamo loro con titubanza crescente.

Il primo impatto con questa terra è abbastanza scoraggiante se non si tenesse conto del suo passato e degli sforzi in atto per recuperare il tempo perduto.
Saltiamo Durazzo in corsa verso Kruje, la città natale del grande ed incontrastato eroe nazionale Kastrioti Skanderbeg. Purtroppo perdiamo l’occasione di visitare una bella città, ricca di momenti e di storia condivisa con l’Italia ma non mancheremo di farlo la prossima volta perchè vi garantiamo che, dopo aver girato questa terra in lungo e in largo per 8 giorni, abbiamo deciso che presto vi torneremo.

Il primo impatto con la SH2 che loro considerano una superstrada non è male, con un minimo di attenzione a qualche buca e ai poliziotti che qui, come su tutte le strade di grande comunicazione vigilano con assiduità e attenzione (e autovelox) possiamo dire di essere soddisfatti, anche se il paesaggio non è certo esaltante. Infiliamo la SH12 e si parte alla volta di Kruje. Per strada incontriamo Francesco, un “amico di Facebook” che subito ci riconosce e si unisce a noi (potenza dei social…). Lui è un veterano dell’Albania, è stato qui diverse volte e dopo aver attraversato il sud ora si vuole allungare con la moglie e il figlio verso Scutari.
Siamo a una trentina di Km da Tirana immersi nel cuore antico dell’Albania. Kruje era l’antica capitale di questa terra circondata da antichissimi insediamenti di Illiri e Albani e oggi piccolo gioiello di paese balcanico medievale, proteso nella sua nuova prospettiva di meta turistica. A parte la zona nuova, che porta ancora le stimmate bruttissime e profonde dell’urbanistica del regime comunista, quella antica è ben conservata e attraverso queste piccole strade, dove le tipiche case a tetti spioventi oggi diventate un bazar per turisti si accavallano l’una all’altra, possiamo giungere in cima alla collina che ospita l’antico castello di Skanderbeg. Affiancato da un nuovo mausoleo a lui dedicato potrete conoscere la vita e le gesta di questo grande personaggio che non solo ha combattuto i turchi nel tentativo disperato di salvare la sua terra, ma ha impedito che questi avanzassero anche in Italia guidando le sue truppe, e quelle di papa Pio II, a scontrarsi contro la temutissima armata ottomana anche sul suolo italico.
Dalla collina lo sguardo si perde verso le pianure del nord mentre noi, appena sbarcati siamo sempre più attratti da questa terra e dalle sue genti

In circa mezz’ora di viaggio, allungandoci sulla SH1, giungiamo alle porte di Tirana. Qui siamo avvolti da un traffico che in quanto a caos supera ogni semplice immaginazione. Non solo le auto e il traffico ma anche la progettazione urbanistica sconvolge chi non è abituato alle suggestioni dei Balcani: il nuovo e il vecchio si intrecciano e si fondono (e quando scriviamo “il vecchio” non intendo “l’antico” ma proprio strutture e cose vecchie). Scheletri di palazzi o vecchie bettole, carcasse di macchine affastellate, mercatini improvvisati sui marciapiedi si appressano e alternano a palazzi modernissimi, centri commerciali enormi e grattacieli a specchio. foto-blog-8-tiranaHotel di lusso e baracche, strade larghissime a 4 corsie e vie fangose senza l’asfalto, questa è l’Albania oggi così come appare ai nostri occhi di turisti. E cantieri, cantieri enormi che accompagnano la voglia e il desiderio di questa nazione, rimasta isolata dal mondo per più di 40 anni, di rientrare nella comunità europea a testa alta e con orgoglio. La bandiera albanese continua sventolare, impossibile dimenticare che questa è la “Terra delle Aquile”.
Il nostro amico Durim ci attende per studiare insieme a noi alcune parti dell’itinerario e ci saluta ricordandoci che qualunque problema possiamo incontrare non siamo soli. Grande Durim! Ci allunghiamo così verso le colline che circondano Tirana mentre, dietro noi, lasciamo palazzi altissimi dai colori vivaci e armoniosi. Da lontano sembrano parti di un quadro. Non male, ci sta proprio piacendo. Prossima meta il Canyon di Osumi.

Abbandonando il Caos è con un senso di sollievo che ci immergiamo nel paesaggio collinare che circonda la capitale. Cantieri aperti lungo tutto il territorio albanese obbligano a procedere a zig zag uscendo e rientrando da strade nuovissime a 4 corsie a percorsi accidentati e a tratti pieni di buche, la SH3 si incrocia con la A3. Il territorio varia, ci immettiamo sulla SH4 fino all’altezza di Rrogozine dove, seguendo un immacolato cartello che indica Berat, ci infiliamo in quella che forse una volta era una strada mentre ora è un sentiero fangoso. 4 Km di fuoripista per immetterci sulla SH7 direzione Lushnje e quindi l’SH72 che ci porterà alla vista di Berat. Non spaventatevi per tutte queste indicazioni stradali, sembra complicato ma non è così, tutto fa parte del viaggio e anche dell’avventura. Anche questa è l’Albania.
Attraversiamo Berat stupefatti dalla sua bellezza e proseguiamo pregustando la visita del giorno dopo. Siamo in ritardo e sono molti i km che ci separano dalla meta col rischio di giungervi con il buio. Superata questa splendida città si entra in territorio montuoso e qui l’Albania dispiega tutta la sua potente e carismatica bellezza. Usciti con il passare delle ore da una sorta di stereotipato preconcetto, possiamo ora godere di questo splendido paesaggio che ci accompagna fino a Corodove. foto-blog-12-tirana

Mentre saliamo lungo costoni di montagna e affrontiamo tornanti e strette curve sotto di noi si snoda il fiume Osum, possente e profondo, a tratti impetuoso ma mai pericoloso. Lungo la strada i pastori, che rientrano da una dura giornata di lavoro accompagnati dai propri animali: dall’asino che qui in Albania si guadagna il pane al pari dell’uomo, alle mucche belle e pasciute, regali e proprietarie della strada, capre, pecore in un paesaggio che sembra immobile e inalterato nel tempo se non fosse per scheletri di fabbriche, retaggio del passato che proprio tanto passato non è e casermoni tutti uguali nella loro bruttezza che ci accolgono alle porte di paesi spesso in posizioni imprevedibili.
In serata giungiamo a Corovode. Distretto di Skrapar antichissima regione dell’Epiro che rimanda ad una storia antica fatta di battaglie e di potenti eserciti. Il paese è circondato da salici piangenti che qui sono numerosi e creano un paesaggio dolce e romantico.

Si pernotta all’hotel Osumi nella piazza centrale su consiglio di Durim. Pulito, semplice e con cucina ottima fatta di prodotti semplici di produzione propria. Stenterete a riconoscere il burro sia per il sapore che per il colore. Ceniamo insieme agli avventori del ristorante ed al prefetto del paese. E’ semplice rapportarsi quando tanti si offrono di mettere a nostra disposizione il loro italiano. Qui molti parlano l’italiano come in tutta l’Albania e direi che questa cosa non ci dispiace per niente.

Domani Canyon di Osumi e poi Berat… seguiteci...



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