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Salone di Ginevra 2009

Come di consueto intervistiamo Jacopo Bargellini , Design Manager, Docente all’Istituto Europeo di Design e giornalista del settore Design, al suo ritorno dal Salone dell’Auto di Ginevra 2009, appena inaugurato.
del 06/03/09 -

Jacopo, come hai trovato il Salone, in un momento di grande crisi anche del settore automobilistico?

Io vado a Ginevra, che ritengo il miglior Salone automobilistico del mondo per location e calendario, per vedere le nuove tendenze del design, ma quest’anno la tendenza era chiaramente, in buona fede o per ragioni di mercato, quella ecologica.
Non necessariamente ecologia e design coincidono, poiché spesso nell’investimento globale si tende a privilegiare uno dei due aspetti, ed auto molto ecologiche possono essere piuttosto sgraziate mentre auto dal design ricercato non sono necessariamente campionesse del risparmio.
Chiamiamolo allora Salone del Sincretismo: il futuro è azzuro e verde, ma imprescindibilmente legato a corrette scelte di design.
Detto ciò, per essere un Salone in tempi di crisi, le novità non mancavano, diciamo piuttosto che mancavano le linee guida.

Cosa vuoi dire?

Costruttori come Honda e Saab, ad esempio, hanno perso il riferimento ad uno stile preciso, che li aveva fatti grandi nel passato, e non ne hanno creato un altro nuovo ed originale, perseguendo inutili aggressività la prima, e linee senza senso la seconda.
Altri, come la Renault, dopo la Design-crazia di Lequement hanno interrotto il processo di ricerca prima che si arrivasse veramente a dei risultati strutturali, ed ora, basta vedere le ultime novità presentate, sono “alla ricerca del design perduto”.
Da Toyota, a parte l’IQ e l’attualissima (ecologicamente parlando) Prius, nel design è promossa solo la Urban Cruiser, un riuscito Urban Crossover che, occorre aggiungere, è una tipologia in crescita, penso ad esempio alla Kia Soul , alla Skoda Yeti o alla trendissima Daihatsu Materia.
La volkswagen fa auto che escono già vecchie, senza personalità, alla Citroen invece devono essere originali a tutti i costi ma poi copiano l’Audi con la C5.
La Subaru è la Mitsubishi, che una volta facevano balzare il cuore in gola con la Impreza e la Evo, hanno tradito il loro DNA.
La Skoda pareva incamminata verso il design con la Roomster e la Fabia berlina ( peraltro un clone della suzuki Swift) ma la fabia familiare ricorda la skoda di un tempo in odore di Russia.
La Mazda soffrre del problema del leader: dopo aver dimostrato di sapere fare design, adesso cerca di strafarlo, e la nuova Mazda 3 si caricaturizza oltre misura.
La Porsche è un caso veramente a parte: se 911 e Boxster sono dei capolavori e nessuno le tocca , la Cayenne dal punto di vista del design è quasi una nullità nella fiancata e soprattutto nel retro, però ne hanno vendute 250 mila.
Probabilmente chi la compra non è interessato tanto alla forma, quanto alla tipologia ed al Brand, quindi Porsche in guardia: quando Lamborghini e Maserati avranno il loro SUV, i numeri potrebbero scendere parecchio.
Infine, la Peugeot presenta la 3008, ma non si riesce a fissarla perché l’occhio le scivola sopra, inciampa nei numerosi dettagli e corre oltre.
Poi presenta la RC Hibrid 4, un macchinone gigante il cui frontale è chiaramente clonato dall’Audi R8.
L’unica cosa che salverei è la nuova coda della 308 Coupé Cabriolet: meglio tardi che mai visto com’era brutta quella precedente.


C’è qualche costruttore che ti ha stupito favorevolmente?

Ford ha trovato un suo design originale con le nuove Fiesta, Ka e Kunga, ma vedremo se questo riuscirà a contagiare tutta la Gamma
BMW è riuscita la dove Renault ha fallito, perseverando in un design ampiamente criticato ma che alla fine ha creato uno stile ed una identità di marca ineguagliabili.
Così si può permettere di presentare la serie 5 Gran Turismo, un pasticciaccio che mescola tutte le tipologie, con frontale da coupé sportivo, fiancata da berlina, altezza da Crosssover e codone Fastback , in un festival di autocitazione che può anche non piacere, ma la marca non tradisce : serie 1 berlina coupè e X, serie 3 cabrio e nuova Z4 lo confermano ( serie 6 meno, ma non si può avere tutto).
Molto bene si sta muovendo anche Mercedes, che pur non avendo trovato una linea (in senso lato) comune, propone con qualche rara “derapata”, soluzioni molto originali per i singoli modelli , come nel caso della GLK, in cui l’uso della linea obliqua è fatto con rara maestria , grande originalità ed equilibrio come già nella classe C SW.
Molto interessante anche la serie E Coupé, dove curve e spigoli si fondono senza soluzione di continuità in un modello senza montante in cui pochi sono capaci di fare altrettanto bene.
Di Audi apprezzo la coerenza formale, non fosse altro che per la calandra anteriore: un’Audi la si vede subito.
Un lato negativo di un design tanto connotato come quello di questi tre costruttori tedeschi è dato dall’immediato invecchiamento del modello,: se una Lexus di dieci anni fa appare ancora attuale, una BMW , una Mercedes od un’Audi di 10 anni fa sono irrimediabilmente da rottamare.
Da Volvo una ventata di freschezza con la S60, dove il classico frontale è finalmente diventato qualcosa di più aggressivo che assieme al tetto vetrato ed alla coda alta dà nuova linfa ad una marca che forse ha finalmente capito che la sicurezza è importante ma da sola non basta a far vendere le auto.
Spezzo una lancia in favore di Lexus: prudenza, ( a parte i magnifici coupè e spider LF-A presentati negli anni scorsi) ma coerenza e continuità delle linee, e la LS 250 diventa coupè cabriolet in grado di gareggiare pur nella nicchia, con la BMW serie 3 coupé cabriolet.
Simpatiche le Daihatsu, a misura di giapponese e quindi con qualche problemi di taglia per gli europei, bene la Suzuki Swift ma l’abbiamo già vista e rivista, mentre la Splash non è degna erede della WagonR, come del resto non lo è la Agila Opel della propria omonima che l’ha preceduta.
Alla Dacia, marchio non certo orientato al design, stupiva vedere il concept “Duster”: non sarà stato bellissimo, ma sempre meglio della gamma di serie e buon segno per il futuro.


E le italiane?

Delusione su tutta la linea: lato design la Fiat è solo la 500 ,peraltro stupenda anche in versione cabrio, mentre la Lancia NON PUO’ essere solo la Delta, buona per il sessantenne elegante che vuole sentirsi sportivo ma incapace di reggere la concorrenza elegante di altre marche sportive .
Infine, da Alfa Romeo, l’unica a proporre una gamma di vero design , nessuna novità, a parte la Mito GTA, cioè come rendere mostruoso un gioiellino.
Accanto a lei faceva bella mostra di se un GT Junior 1300 Gta anni 70, in cui le poche appendici rispetto al modello di serie facevano capire tutta la differenza senza bisogno di aggiungere altro: la classe non è acqua.
Ferrari e Maserati hanno scelto altre vetrine per presentare le loro novità, dunque nessuna vera novità, ma una notazione per Maserati la vorrei fare: il griglione concavo, non sembra adatto alla Quattroporte, e la Gran Turismo, che pure è bellissima, soffre a mio parere di una crisi di identità.
Chi compra Maserati vuole quatttro posti, ma non vuole una Ferrari, altrimenti se la sarebbe comprata: non è una questione di soldi, ma di livello di eleganza: Ferrari è prima sport e poi eleganza, Maserati è un meraviglioso equilibrio di eleganza e sportività: la GT è “troppo” sportiva , fa troppo rumore e qualche dettaglio, come il griglione appunto, è inelegante.


E i carrozzieri?

Pagani fa sempre e solo la Zonda, condendola in tutti i modi: bravo bravissimo. Fioravanti sembra un genio a corrente alternata, ora sforna dei capolavori come la Vola, ora delle forme inutili e sgraziate.
Bertone è fallito, e Pininfarina (con Bollore adesso) purtroppo è messo male: se sulla serie è di solito geniale, presentava al Salone una vetturetta qualunque.
Da Giugiaro c’era una cosa arancione che non si è capita
Zagato sembra che stia risalendo la china, e meno male, Sbarro è innamorato delle ruote senza mozzo, Rinspeed, si da un brief da solo e lo segue da solo anche se l’auto è invendibile.
La Wiesmann è furba come la Zonda, la Spiker fa delle auto stupende ma segna il passo.
Outsider la KTM che si è messa in testa di fare delle auto: le fa, ma il design è un’altra cosa.
Mi è piaciuto molto il concept presentato dalla Carrozzeria IDEA, un roadster a due posti di nome ERA: poche linee ben equilibrate, retrofuture in bianco ceramica ed una elegante modella che faceva il resto.

Tipologie, forme e colori in generale?

La microcar, per i noti motivi di traffico ed inquinamento, è destinata al successo, mentre vedo un bel fiorire di Urban Box, scatole su ruote con tanto spazio che non assomigliano più a van da lavoro.
La berlina 3 volumi è in via di sparizione, ed aumentano i coupé sportivi sia in basso che in alto.
Il futuro dei crossover sembrava roseo, ma stanno pagando le colpe dei Suv.
Tetto rigido per spider e cabrio, più utilizzabili, ma il fascino ne risente.
Per le forme ormai è la confusione dei linguaggi, curve e tagli secchi, denti di sega e fumettosità: io scommetto sulle linee oblique stile Mercedes GLK, sul Neo tech ammorbidito della BMW Z4 e sull’insieme di tagli, rette, curve e sbalzi della Aston Martin One 77.
Per i colori, ho visto molto azzurro metallizzato, viola scuro, i soliti bianchi e neri, qualche giallo acido, rosso lampone, crema, grigio , colori che in genere vedo bene per le medie e piccole, mentre per l’alto di gamma direi che la vera tendenza è la palette cosmetica: fondotinta, fard, cipria, e simili sono colori che nel futuro la faranno da padrone soprattutto in versione satin.
Un plauso anche per nero, grigio azzurro ed alluminio opachi.

L’auto più brutta?
Non voglio affondare il coltello, però vorrei dire qual’era la più brutta rispetto ai soldi che sono stati investiti ed a quelli che ci vogliono per comprarsela: la Mercedes SLR Stirling Moss, un capolavoro di volumi senza equilibrio con un posto guida ed un cruscotto dello stesso appeal di una Fiat Duna.

La regina di Ginevra?
Senz’altro la Infiniti Essence: cinque metri di coupé d’argento satinato scattanti come un felino.



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