Recensione di Final Fantasy Dissidia 012 Duodecim

Final Fantasy Duodecim è il nuovo capitolo della saga giapponese più venduta al mondo, riprodotta anche in due lungometraggi cinematografici. Ma è un vero e proprio seguito? Oppure uno "spin off"? Scopritelo con questa recensione
del 26/04/11 -

Neanche due anni fa i possessori di PSP attendevano l’arrivo su suolo europeo di Dissidia Final Fantasy, vero e proprio sogno proibito di qualunque fan della seire di Square Enix: un picchiaduro con forti elementi di ruolo in cui interpretare i protagonisti dei più famosi episodi della serie. Ora, nel 2011 Square Enix ritenta il colpo, con un seguito che poi proprio seguito non è: Dissidia 012 Duodecim : Final Fantasy, sempre per PSP.

Duodecim Dissidia, presentato come secondo episodio della serie, sembra infatti più una versione “riveduta e corretta” del titolo originale; detto questo, se di versione riveduta e corretta si vuole parlare, bisogna ammettere che Duodecim Dissidia è decisamente ben realizzata. Al roster del primo capitolo, composto da 22 personaggi giocabili(due per ogni episodio fino al decimo, più due extra), se ne vanno ad aggiungere altri 9 (Lighting, Vaan, Laguna, Yuna, Prishe, Kaine, Tifa, Gilgamesh, Chaos), che diventano anche il fulcro delle nuove meccaniche di gioco e della storia aggiunta come prologo agli eventi raccontati nel primo episodio. Al giocatore scafato non sfuggirà la particolarità e la cura messa dagli sviluppatori nella creazione dei nuovi personaggi, ognuno in grado di offrire un’esperienza fresca e valida, alcuni in particolare in grado di rimettere in discussione strategie e modi di giocare imparati nel primo capitolo.

Il gameplay è sempre lo stesso e si basa su scontri uno contro uno in tre dimensioni in vaste arene mutuate dai vari episodi di Final Fantasy. Per vincere sarà ancora una volta necessario equilibrare gli attacchi volti ad accumulare Brave Points con quelli che trasformano gli stessi in danno all’avversario, in un sistema di combattimento complicato da gestire e capire appieno, ma forse proprio per questo profondo e pieno di possibilità una volta padroneggiato. Non mancano i colpi speciali e le trasformazioni che li precedono, basate su quanto visto nei giochi di appartenenza dei personaggi.

La novità che Square Enix introduce con Duodecim è quella delle Assist, che danno la possibilità di scegliere un partner di combattimento che avrà il compito di aiutare il personaggio negli scontri. Dopo aver riempito un’apposita barra, sarà possibile far eseguire al proprio compagno un attacco indirizzato verso i Brave Points o gli HP avversari, al fine di danneggiarlo o anche solo di distrarlo quel tanto che basta per poter assestare il colpo decisivo. Oltre a questo i cambiamenti percepibili sono inesistenti: i personaggi sono naturalmente più equilibrati e migliorati, e ancora una volta il sistema di gioco risulta profondo, complessissimo e soddisfacente. Dissidia non è una semplice celebrazione del sogno di autori di fanfiction di tutto il mondo, è anche e soprattutto un beat’em up solidissimo e unico, con un sistema di crescita in stile RPG alle spalle in grado di rendere quasi infinite le possibilità del giocatore.

Alcuni cambiamenti sono stati fatti ovviamente anche sullo story mode, che ora affianca alle scacchiere del primo episodio una vera e propria mappa, sfortunatamente piuttosto spoglia e anonima. Per quanto riguarda le suddette griglie le regole che le governano puntano ora a premiare il giocatore invece di punirlo: non esistono punti persi e non recuperati, come nel primo episodio, ma solo punti che possono essere concessi sotto determinate condizioni di vittoria; quanto guadagnato servirà ad acquistare potenziamenti, evocazioni e armi.

Dal punto di vista narrativo non manca l’ennesimo drammone, sempre ben al di sotto dello standard a cui la serie madre ha abituato. Nella prima parte sarà possibile scoprire perchè i nuovi personaggi non sono presenti nel primo Dissidia, giocabile in forma completa subito dopo. Vale la pena di ripeterlo: Dissidia Final Fantasy, primo episodio della serie è interamente giocabile in Duodecim, che riconferma così la propria natura di “International Version” del gioco originale.

Come tale forse non avrà tutti i numeri per convincere chi abbia già investito in Dissidia, ma si costituisce sicuramente come un’opera monumentale per quantità e qualità di contenuti, idee e personaggi. Sono ovviamente presenti anche le musiche prese da tutta la serie e remixate per l’occasione, alle quali si vanno ad aggiungere i temi delle nuove reclute e delle nuove ambientazioni.

Il picchiaduro definitivo, insomma, per i fan di Final Fantasy e forse non solo, dal momento che gli sviluppatori di Duodecim sono riusciti a infondere nel gioco una tecnicità nel sistema di combattimento e una differenziazione tra i personaggi in grado di dare lezioni anche ai maestri del genere. Consigliato, sia che abbiate amato il primo capitolo, che nel caso siate fan della serie o del genere e ve lo foste perso. Almeno fino alla prossima iterazione del brand.



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