Quali sono i rischi della toxoplasmosi in gravidanza e come prevenirli

Il percorso di screening canonico comprende anche esami del sangue per rilevare la presenza di eventuali infezioni
del 10/02/20 -

A cura di Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Nei nove mesi della gestazione, la donna affronta cambiamenti fisici ed emotivi. Adesso porta in grembo una vita, motivo in più per cui diventa fondamentale che si sottoponga a regolari controlli medici. I test di screening e di diagnosi prenatale servono a tutelare la salute di madre e figlio.

Il percorso di screening canonico comprende anche esami del sangue per rilevare la presenza di eventuali infezioni. In questa occasione, il medico stabilisce anche se la futura mamma è immune a toxoplasmosi e rosolia. Entrambe le malattie, se contratte durante la gestazione, provocano anomalie nello sviluppo del feto e possibili difetti congeniti [1].

La toxoplasmosi è trasmessa da un parassita, il Toxoplasma Gondii, che colpisce soprattutto gatti e felini in generale [2]. Contratta in gravidanza, la toxoplasmosi può essere trasmessa al feto e la frequenza di contagio aumenta nelle ultime settimane di gestazione [3]. La gravità dell’infezione dipende da quando viene contratta la malattia: il danno è maggiore nelle prime settimane di gravidanza [4].

Come ridurre il rischio di toxoplasmosi?
L’infezione avviene entrando in contatto con le feci di gatti, consumando carne cotta poco, consumando frutta e verdura non lavata. Per ridurre il rischio di contrarre la toxoplasmosi basta lavare accuratamente la frutta e la verdura da mangiare cruda. È bene anche lavarsi le mani prima di toccare il cibo ed evitare cibi crudi come carne, pesce e insaccati. Secondo uno studio europeo, infatti, il maggiore veicolo di toxoplasmosi in gravidanza è proprio la carne cruda o poco cotta [5].

La donna incinta deve evitare il contatto con il terreno, che potrebbe essere stato contaminato da feci feline. Se il contatto fosse inevitabile, deve usare guanti protettivi e lavare bene le mani. Tutte queste piccole strategie di prevenzione riducono al minimo il rischio di toxoplasmosi in gravidanza. Inoltre è consigliato verificare l’immunità con controlli medici ed esami del sangue specifici.

Gli esami del sangue per la toxoplasmosi sono un’ottima occasione per sottoporsi ad altri esami di screening prenatale. Dalla decima settimana è possibile effettuare il test del DNA fetale, che individua in modo non invasivo il rischio di trisomie come la sindrome di Down, di microdelezioni e di altre anomalie cromosomiche.

Per avere altre informazioni sullo screening prenatale non invasivo, visita il sito ww.testprenataleaurora.it

Se hai trovato questo articolo interessante condividilo nel tuo network!

Fonti:
1. Principi di malattie infettive – a cura di L. Calza; pag. 207
2. Medicina dell'età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche - Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut; pag. 294
3. Enciclopedia medica italiana, Volume 10; Uses Edizioni Scientifiche – Firenze; pag. 397
4. Gravidanza fisiologica, linea guida 20 – a cura del Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, CeVEAS
5. Cook AJ, Gilbert RE et al. Sources of Toxoplasma infection in pregnant women: European multicentre case-control study. BMJ 2000; 321:142-7.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Sorgente
Responsabile account:
Carmela De Stefano (digital pr)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 321106