La Paura

La Paura è uno stato mentale primario, comune sia alla specie umana che animale (spesso erroneamente identificato come un'intensa emozione), derivato dalla percezione di un pericolo, reale o presunto tale, inoltre, è una condizione dominata dall'istinto (o impulso) che ha come obbiettivo la sopravvivenza del soggetto...
del 26/08/14 -

Irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile rischio di incolumità, di solito accompagnata da varie disfunzioni fisiche e psichiche: intensificazione delle funzioni fisiche e cognitive, relativo innalzamento del livello di accortezza, difficoltà di applicazione intellettiva, fuga, protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali), ricerca di aiuto, calo della temperatura corporea, sudorazione, aumento adrenalinico, aumento dell'ansia, etc.

La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose, ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie e diventa invece manifestazione di uno stato mentale permanente. L'esperienza soggettiva, il vissuto fenomenico della paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di 'evitamento' nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa.

Altre costanti dell'esperienza della paura sono la tensione che può arrivare sino alla immobilità (l'essere paralizzati dalla paura) e la selettività dell'attenzione ad una ristretta porzione dell'esperienza. Questa focalizzazione della coscienza non riguarda solo il campo percettivo esterno ma anche quello interiore dei pensieri che risultano statici, quasi perseveranti o ossessivi: effettivamente risulta predominante nell'insieme una sensazione negativa, pervasa dall'insicurezza e dal desiderio di fuga. Da dove nasce la paura?
Dai risultati di molte ricerche empiriche si giunge alla conclusione che potenzialmente qualsiasi oggetto, persona o evento può essere vissuto come pericoloso e quindi indurre uno stato di paura, addirittura la minaccia può generarsi dall'assenza di un evento atteso e può variare da momento a momento anche per lo stesso individuo.

Come il Corpo manifesta la Paura?
La paura si manifesta in un modo molto caratteristico: occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. Questo stato di tensione dei muscoli del viso rappresenta l'espressione della paura che è ben riconoscibile anche in età precoce e nelle diverse culture del pianeta. Le alterazioni psicofisiologiche sembrano differenziarsi fra quelle che si associano a stati di paura intensi, come il panico e la fobia, a quelle invece concomitanti alla preoccupazione e l'ansia. Precisamente, uno stato di paura acuta, caratteristica del panico e della fobia, si accompagna ad una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, con un abbassamento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione muscolare, abbondante sudorazione e dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l'incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o l'attacco, ma paradossalmente, in casi estremi, tale reazione parasimpatica può condurre alla morte per collasso cardiocircolatorio. Stati di paura meno intensi, invece, attivano il sistema nervoso simpatico, per cui si ha una sensazione di pelle d'oca, ai muscoli affluisce maggior sangue e la tensione muscolare ed il battito cardiaco aumentano: il corpo è così pronto all'azione finalizzata all'attacco oppure alla fuga. La paura, inoltre, ha differenti gradi di manifestazione a seconda del soggetto e con questo termine si identificano stati di diversa intensità mentale, che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l'apprensione, la preoccupazione, l'inquietudine o l'esitazione, sino ad una polarità patologica come l'ansia, il terrore, la fobia o il panico. Persone che vivono intensi stati di paura hanno spesso atteggiamenti irrazionali, ad esempio, se un individuo impaurito è costretto ad attaccare, l'ira prende il sopravvento e la paura svanisce; in tal senso, alcuni atteggiamenti derivanti dagli stati di paura possono essere considerati pericolosi quando si tramutano in rabbia.

La paura, inoltre, può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità.
Timore: è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore, in quanto c'è la percezione della possibilità di perdere tale sensazione ma ci si muove ancora verso di esso.
Ansia: in questo caso la minaccia del dolore e quella del piacere si equivalgono, generando una situazione di conflitto nell'attesa di qualche indizio, capace di far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.
Paura: emerge quando il contesto è dominato dalla minaccia del dolore o dalla sua percezione, in questo caso si è pervasi dal desiderio di scappare o comunque di allontanarsi dalla fonte di dolore, sia questo reale o immaginaria.
Panico: nel momento in cui la paura diviene travolgente, si determina il panico, l'impulso è sempre quello di scappare ma è talmente forte che si decide di allontanarsi dalla (probabile) fonte del dolore correndo via alla cieca.
La situazione di panico è correlata spesso anche alla claustrofobia.
Terrore: è la forma più estrema della paura, di intensità ancora maggiore al panico, dove l'impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata, in questo caso l'individuo sceglie di ritirarsi dentro se stesso. Il terrore è una vera propria fuga verso l'interno, e la muscolatura si paralizza nel tentativo di ridurre la sensibilità dell'organismo nell'agonia finale.

A sua volta si distinguono due tipologie di Paura, quelle innate e apprese.
Le Paure innate sono: stimoli fisici molto intensi come il dolore oppure il rumore, oggetti, eventi o persone sconosciuti dai quali l'individuo non sa cosa aspettarsi e neppure come eventualmente affrontare, situazioni di pericolo per la sopravvivenza dell'individuo o per l'intera specie (l'altezza, il buio, il freddo, l'abbandono da parte della figura di attaccamento), circostanze in cui è richiesta l'interazione con individui o animali aggressivi.
Esempi di paure tipicamente innate sono anche: la paura degli estranei, del buio, la paura per certi animali (ragni e serpenti), il terrore alla vista di parti anatomiche umane amputate.
Le Paure apprese, invece, sono: una infinita varietà di stimoli che derivano da esperienze dirette e che si sono dimostrate penose e pericolose. Il meccanismo universale responsabile dell'acquisizione di paure apprese viene definito condizionamento, che può trasformare un qualunque stimolo neutro in fobico, mediante la pura associazione per vicinanza spaziale e temporale ad uno stimolo originariamente fonte di paura.

Quali sono le funzioni della Paura?
Viviamo molto spesso circondati da ogni tipo di paure, ad esempio nei confronti del domani, dell'ignoto, di un fatto che temiamo e spesso, tali stati, possono essere collettivi: la paura della fine del mondo, di una catastrofe nucleare o ecologica ecc.
Per non parlare, poi, della paura vissuta proprio come clima che si respira giorno per giorno, come nei casi di una società totalitaria (si pensi alle condizioni di vita durante il periodo nazista o stalinista) oppure nel mondo della delinquenza (la paura fa da padrona nell'ambiente del crimine giacché si diventa dei boss solo incutendo terrore agli altri e minacciando con la violenza). In questi casi si potrebbe sottolineare il fatto che la paura è uno stato di difesa, provocata da un pericolo reale o immaginato. Similmente, anche l'angoscia non ha un oggetto specifico ma designa un altro stato mentale che è tipico solo dell'Uomo: proviamo angoscia quando ci rendiamo conto che la nostra vita, ad esempio, è una serie continua di possibilità diverse che possono in ogni istante cambiare e dunque trasformare radicalmente la nostra esistenza.
Da un punto di vista filosofico, la paura (ma anche l'angoscia), sono state esaminate fin dall'antichità e tra le varie personalità di cui se ne sono occupate, ne risaltano due sopra ogni altro: Epicuro e Kierkegaard. Il primo fondò buona parte della sua filosofia proprio sul tentativo di far superare all'Uomo le sue paure (specialmente quella verso gli dèi o della morte) affinché potesse vivere libero e felice. Il secondo ha lasciato stupende riflessioni sul concetto dell'angoscia che sono state riprese persino a livello psichiatrico.

Da queste riflessioni, si evince che le ansie, gli spaventi, le fobie che possiamo provare non sono altro che i sintomi della paura o della angoscia, spesso mascherati da malesseri medici, quando in realtà, tutte le nostre paure (usando il termine in senso generale) non sono altro che sintomi del nostro disagio esistenziale, della nostra paura di vivere. Questa paura di vivere è tale perché finora siamo sempre fuggiti da noi stessi, non abbiamo avuto tempo per fermarci un po' a riflettere, a capire chi siamo, e ci siamo ritrovati costretti a stordirci in mille attività pur di non pensare e cercare. Noi abbiamo grandi paure, come quella della morte o di non riuscire a dare un senso alla nostra vita. Nel primo caso, nella paura della morte, non ci si riferisce tanto alla morte in sé (di cui non abbiamo esperienza cosciente se non dogmatica e religiosa) ma in realtà della paura dell'aldilà, la paura di essere giudicati e di conseguenza puniti.
Il secondo caso è la paura di aver sprecato la propria vita, la paura di non aver fatto nulla di valido o di aver fatto troppo poco.
In ogni caso, tutto ciò è indice di un grande disagio esistenziale e la cosa più importante per l'Uomo, è quella di non rimandare la conoscenza di se stesso, perché solo nella misura in cui riusciremo a riflettere un po' su noi stessi, di conseguenza saremo in grado di vivere meglio e cambiare anche la realtà che ci circonda, paure relative comprese.

Come uscire dal meccanismo dalla Paura?
La paura ha un alto valore funzionale finalizzato alla sopravvivenza, per esempio, ricordarsi che un tipo di animale rappresenta un pericolo perché aggressivo, feroce, oppure velenoso, costituisce un innegabile vantaggio.
Preparare il proprio Corpo ad un furioso attacco o ad una repentina fuga può in certi casi garantire la sopravvivenza, inoltre, anche uno stato di paralisi da paura può salvarci dall'attacco di un aggressore che non attende altro che una nostra minima reazione.
Di conseguenza, le cure della medicina ufficiale contro la paura si rivolgono solo a quei casi in cui essa rappresenta uno stato patologico, come ad esempio attacchi di panico o di ansia di fronte ad uno stimolo assolutamente non pericoloso, sia con metodi psicologici ma anche farmacologici con sicuri effetti collaterali; in sostanza, si curano i sintomi, ma non le cause. In realtà, nella nostra cultura, il modo in cui consideriamo e viviamo la paura è una chiara indicazione di un profondo disallineamento con la verità. Abbiamo la precisa credenza condizionata di essere un'entità psichica collocata in un Corpo, quando in verità non c'è nessuna reale entità psichica, ma soltanto un'immagine o un pensiero unito a una sensazione fisica. Se esaminiamo direttamente la paura, scopriamo che solo la forma nasce e muore e, dal momento che la Coscienza non è una cosa che viene formata, è quindi del tutto libera.
La paura principale è quella di non esistere senza il Corpo, perché si crede che in esso (l'identificazione) si trovi la prova della nostro essere, quando in realtà la vita è oltre la Materia, ed è qui che entra in gioco la perversione della Mente, ovvero, lo stato mentale che fa credere che questa illusione in cui viviamo, sia una realtà tangibile e che quanto proviamo interiormente è uno specchio di tale realtà illusoria.
Purtroppo le abitudini della Mente sono state trasmesse di generazione in generazione per milioni di anni (la paura si trasmette già nell'utero, così come l'angoscia, il desiderio, la speranza, il successo e il fallimento), dove le strategie di fuga o difesa alimentavano la spinta dell'esistenza condizionata, pertanto, finché non arriveremo a comprendere che stati mentali come la Paura, l'Angoscia o altri sintomi connessi sono solo un trucco, un inganno della Mente Collettiva Negativa (Demiurgo Oscuro) per tenerci meglio sotto controllo, non riusciremo a renderci liberi da questa schiavitù (tra l'altro, questi stati mentali sono usati anche dai nostri governati o da vari parassiti energetici, alieni e umani, per incutere nella popolazione un continuo stato di tensione per meglio manipolarla e gestirla per i propri scopi). Tutta la nostra vita è condizionata in direzione della complessità, perché il potere della Mente è enorme e può lavorare a favore della malattia o della salute.
Abbiamo paura di non riuscire più a gestire la nostra vita? Persino a sopravvivere?
In realtà sono tutte paure di qualcosa: paura della morte, di diventare un senzatetto, un irresponsabile. Le paure di qualcosa sono infinite, ma vanno affrontante, incontrate, perché se restiamo fermi alla periferia del problema, non riusciremo mai a venirne a capo, mentre se andiamo alla ricerca della sua origine, ne diventiamo pienamente consapevoli. La difficoltà nasce quando cerchiamo di sottrarci all'esperienza di qualcosa e la paura diventa potente solo se cerchiamo di fuggirle e allontanandoci da essa, ci conduce all'isolamento.

Quando finalmente affrontiamo completamente la paura, non la troviamo più da nessuna parte, perché la paura non sopravvive mai all'incontro totale con la consapevolezza. Nella volontà di sperimentare ciò che non è mai stato sperimentato si rivela il nucleo di tutti i fenomeni, esterni e interni, e la spinta del condizionamento si arresta. Dobbiamo smaschera la menzogna dell'IO e lasciarla andare e per fare questo è necessario rimanere immobili, non seguendo o reprimendo nessun pensiero, non muovendo la Mente in nessuna direzione; bisogna abbandonare ogni tentativo di fuga fino ad entrarci dentro con la propria Coscienza.
E' necessario arrivare al nucleo della tristezza, della paura, e lì si potrebbe scoprire la possibilità di non esistere, di non essere niente. Quasi tutti abbiamo paura di perdere il controllo, ma la verità è che ogni sera, quando si scivola nel sonno, lo perdiamo totalmente, perché è impossibile addormentarsi se non si perde il controllo e se continuiamo a cercare di averne, o non ci addormentiamo o avremo un sonno molto leggero e pieno di sogni.
Quando si lascia andare il controllo fisico finisce anche la definizione di ciò che siamo, affondando nel centro del dolore che genera le nostre paure, sorgeranno altre immagini, definizioni, inganni, ma invece che speculare sul dolore, analizzarlo o vincerlo, sarà necessario scoprire che cosa c'è al suo centro, ovvero che è tutto un inganno. Soltanto quando si vedrà con chiarezza la natura intrinseca della coscienza e se saremo pronti ad affrontare le nostre paure, la comprensione della verità diverrà parte di noi e verrà trasmessa a quanti vivono intorno a noi in una ritrovata gioia di vivere, tranquillità e beatitudine.

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