La gotta, conoscerla per proteggersi

Ippocrate la considerava il male dei ricchi, mettendola così in relazione con l’alimentazione iperproteica che solo pochi potevano allora permettersi.
del 05/04/11 -

Ippocrate la considerava il male dei ricchi, mettendola così in relazione con l’alimentazione iperproteica che solo pochi potevano allora permettersi. Tuttavia la correlazione tra gotta e consumo di Gottadeterminati cibi non è un fatto incontrovertibile, tanto che attualmente si evidenziano anche le dipendenze genetiche della patologia, mentre molti cibi un tempo sotto accusa ora sono stati assolti. Una ricerca recente, pubblicata sul New England Journal of Medicine, frutto di 12 anni di osservazione (quasi 50.000 soggetti) ha rilevato un aumento del rischio del 21% per ogni portata di carne consumata in più al giorno e un 7% per ogni portata di pesce. Molte carni bianche, invece, così come le proteine vegetali (prima messe sotto accusa), le uova e i formaggi magri sono stati assolti dalla ricerca che ha addirittura evidenziato i benefici del latte. Rimarrebbero invece incriminati fegato, rognone, cuore, aringa, sgombro, acciuga e trota.
Certo una dieta scorretta può aumentare il rischio di contrarre la gotta, poiché l’obesità innalza i livelli di acido urico, così come l’alcol, un elevato valore dei trigliceridi, il diabete (spesso associato all’obesità) e l’ipertensione arteriosa. Cambiare stili di vita, dunque, e dedicarsi ad una moderata attività sportiva, puàò aiutare a non imbattersi nella malattia. Quanto ai sintomi della malattia, essi sono quasi sempre acuti, e si manifestano all’improvviso, spesso nelle ore notturne, e includono intenso dolore alle articolazioni, in particolare dell’alluce, ma anche nei fianchi, nelle ginocchia, mani e polsi. Il dolore dura tipicamente tra cinque e dieci giorni e poi smette. La sensazione di fastidio scompare gradualmente nel giro di una o due settimane, lasciando l’articolazione apparentemente normale e senza dolore. Una diagnosi tempestiva è importante, ed è possibile attraverso l’estrazione del fluido dalla giuntura dolorante, per controllare la presenza di cristalli di acido urico nelle cellule dei globuli bianchi.
Altri test possono essere quello delle urine, per scoprire la quantità di acido urico espulso, e del sangue, per misurare la quantità di acido urico presente.
Il rischio è che alcune persone afflitte da gotta sviluppino una forma cronica di artrite, mentre un più limitato numero di soggetti con la gotta sviluppa anche calcoli renali.
Per gli attacchi di gotta, farmaci anti-infiammatori non steroidei possono aiutare ad alleviare i dolori, mentre per i casi più gravi vengono prescritti farmaci corticosteroidei. Una volta che l’attacco acuto è sotto controllo, il trattamento viene finalizzato alle cause, ovvero al miglioramento del metabolismo dell’acido urico.



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