L’economia del Venezuela

Settimana scorsa abbiamo parlato dell’economia dell’Argentina, insospettabilmente forte nonostante i due crack di cui è stata la protagonista nell’ultimo ventennio.
del 19/04/16 -

Quest’anno discuteremo invece di un altro paese geograficamente vicino, il Venezuela.

Il Venezuela è la quarta economia dell’America Latina, dopo Brasile, Messico e Argentina, ed è al trentunesimo posto nella classifica delle economie mondiali per quanto riguarda il PIL.

Ecco gli argomenti che tratteremo:


  • Settore Primario

  • Settore Secondario

  • Occupazione/Disoccupazione

  • Piani statali per l’economia



Il settore primario

Il paese coltiva principalmente caffè, cacao, e tabacco; anche se sono rilevanti anche le produzioni di canna da zucchero, cotone e vaniglia.

Dal 1960 il governo ha intrapreso una importante politica agricola, volta all’espansione delle zone coltivabili e delle rese, che dovevano primariamente essere più diversificate. Nel 2003 l’agricoltura costituiva il 4.5% del PIL, e dava occupazione all’11% degli impiegati.

Ancor oggi, le colture sono rigidamente divise tra quelle dedicate al consumo interno (principalmente mais, riso, patate, banane e manioca) e le colture che abbiamo già citato, dedicate all’esportazione. Per questo tipo di colture viene utilizzato ancora il sistema delle piantagioni.

Nella zona costiera si trovano per lo più piantagioni di tabacco, nelle aree più secche invece è diffuso il cotone.

Per quanto riguarda l’allevamento, esso è stato in forte progresso fino agli anni novanta, ma negli ultimi anni, nonostante gli incentivi governativi, non ha raggiunto livelli soddisfacenti. Attualmente i capi più diffusi sono i bovini, ma anche gli ovini sono ad un livello rilevante.

Molto diffuse sono invece le colture degli alberi da frutta.

Il settore secondario

Il settore secondario in Venezuela non è grandemente rilevante: si segnala tra le altre l’industria degli alcolici, in particolare per le esportazioni di Rum.

Altre industrie piuttosto sviluppate sono quella chimica (anche perché la maggior parte del reddito del paese deriva dall’estrazione, anche se non tanto dalla raffinazione, del petrolio), quella metallurgica, quella meccanica, quella del tabacco e quella alimentare.

E’ poi sviluppata, come abbiamo già accennato, l’industria estrattiva del petrolio.

Occupazione/Disoccupazione

Come possiamo vedere dal grafico e dalla tabella sottostante. negli ultimi anni la disoccupazione del paese è scesa, anche se non in maniera costante. Abbiamo infatti avuto un picco di disoccupazione del 2010, quando la crisi economica si è abbattuta sul paese alzandosi di ben 4 punti percentuali.

Negli ultimi anni, infine, l’occupazione sta lentamente risalendo, dopo il repentino riabbassamento della stessa nel 2011.

I piani statali per l’economia

Come possiamo vedere da numerosi articoli esteri dedicati al paese (la stampa nazionale rilevante non ha pubblicato molto al riguardo, per lo più se ne sono occupati piccoli siti economici), il Venezuela nel febbraio scorso si è trovato in un grave rischio default.

Il paese si è infatti esposto in maniera esagerata, sia a causa di un debito esagerato (bastava vedere i rendimenti dei BOT), sia a causa dell’estrema volatilità dei prezzi del petrolio, a cui il paese è legato a doppio filo per il proprio benessere.

Il paese è infine riuscito ad evitare il crack, anche se ad oggi la situazione è estremamente fragile ed incerta: spetta al governo quindi attuare una serie di politiche volte alla securitizzazione del debito.



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