Indispensabile ed urgente uno sforzo unitario, pur nelle diversità di valutazioni, anche forti, che persistono

Claudio Donati, Segretario generale di T.I. ASSOTIR afferma: "Stiamo assistendo ad un luglio pieno di convulsioni, tra tir-lumaca annunciati, revocati e poi di nuovo proclamati; mini operazioni lumaca fatte da chi non aveva mai fatto sentire una sua voce dissonante; giudizi opposti e contraddittori delle diverse Associazioni sulla qualità delle rivendicazioni; giudizi opposti e inconciliabili di Associazioni e Governo sulla medesima riunione e sullo stato complessivo della trattativa. Da tutto ciò deriva un senso crescente di confusione nella categoria e un’impressione complessiva di inaffidabilità del sistema associativo. E' del tutto evidente che occorra una svolta, radicale e rapida, in questo settore. Un innalzamento degli obiettivi. Non c’è più tempo per cincischiare".
del 17/07/09 -

Stiamo assistendo ad un luglio pieno di convulsioni, tra tir- lumaca annunciati, revocati e poi di nuovo proclamati; mini operazioni lumaca fatte da chi fino ad ora non aveva mai fatto sentire una sua voce dissonante; giudizi opposti e contraddittori delle diverse Associazioni sulla qualità delle rivendicazioni; giudizi opposti e inconciliabili di Associazioni e Governo sulla medesima riunione e sullo stato complessivo della trattativa.

Da tutto ciò deriva un senso crescente di confusione nella categoria e un’impressione complessiva di inaffidabilità del sistema associativo.

Osservando il panorama di confuse polemiche e recriminazioni di questi giorni è difficile non pensare alla famosa lite dei polli di manzoniana memoria, che si beccavano tra loro mentre venivano portati dal notaio che avrebbe provveduto a cucinarli ben bene.

A conferma di questo quadro desolante basterebbe riflettere su quanto è avvenuto nella giornata di martedì 14 u.s..

Nello stesso momento in cui le Associazioni “storiche” si incontravano con il Sottosegretario Giachino - e, come precisa minuziosamente il Presidente della Confartigianato Trasporti , con il Dr. Gorelli della Presidenza del Consiglio- per continuare una “trattativa” ormai sempre più confusa e della quale si è da tempo perso il filo conduttore, il GOTHA dell’economia (Confindustria, Sindacati dei lavoratori, Associazioni dei Commercianti e degli Artigiani, etc.) si incontrava con l'intero Governo (Ministro dei Trasporti compreso, nonostante la sua sicura presenza alla trattativa con i trasportatori fosse stata alla base della revoca del Tir lumaca programmato per il 10 luglio scorso da parte dell’UNATRAS!!!) per discutere il DPF, cioè il Documento contenente le scelte di politica economica del prossimo anno.

A Palazzo Chigi, in sostanza, si discuteva se ed a quali condizioni il sistema produttivo nazionale potrà essere messo in grado di ripartire. A quel tavolo, ovviamente, mancava (e manca, da sempre) qualsiasi rappresentanza dell'autotrasporto.

Le vicende di questi giorni ci fanno temere che, se si continua su questa strada, le stanze in cui davvero si decidono i destini del Paese resteranno chiuse ai trasportatori ancora a lungo.Il che vuol dire precludersi la possibilità che un qualche provvedimento serio e strutturale possa essere preso, nel prossimo futuro, per riformare e rilanciare l’autotrasporto, dopo il fallimento delle precedenti esperienze d "riforma".

Un’Associazione come la nostra,

che già dalla sua costituzione, nel 2005, lanciò l’allarme sull’esistenza di una vera e propria ”Emergenza Autotrasporto” portando svariate volte i suoi tir a manifestare sulle strade di Roma, davanti alle sedi delle principali committenze, da Confindustria a CONFETRA ed alla RAI,
che può legittimamente rivendicare il merito di aver previsto, pressoché da sola, i guai che sarebbero derivati al settore se si fosse continuato ad inseguire il miraggio di quella“deregulation” che tanti proseliti ha purtroppo raccolto, in questi anni, tra i dirigenti delle Associazioni tradizionali,
questa stessa Associazione oggi avverte la necessità di richiamare tutti ad uno sforzo unitario, pur nelle diversità di valutazioni, anche forti, che persistono.

Senza demonizzazioni (personalmente penso, ad esempio, che sia del tutto legittimo che i colleghi del SATI abbiano protestato lunedì scorso, per sostenere una piattaforma che però -giusta o sbagliata che sia - mai è stata sottoposta al Governo, neppure dall’Associazione nazionale a cui SATI aderisce) e senza pregiudizi ideologici (pregiudizio è per me, sempre a titolo di esempio, l’esaltazione ideologica della deregulation, intesa come entità di per sé moralizzatrice del mercato, che è alla base della legge 32/2005).

I segnali bislacchi di queste settimane avvalorano l’idea di un autotrasporto allo sbando, diventando un alibi, a livello politico, a cui è stupido offrire il fianco; magari pensando che la storia, per chi ne ha, ci metta al riparo dalla pochezza del presente.

Il nostro Presidente, Anna Manigrasso, ha scritto qualche settimana fa una lettera a tutti i Presidenti delle Associazioni dell’Autotrasporto, proponendo: “incontriamoci e cerchiamo di fare fronte unito, per il bene delle nostre imprese, altrimenti la crisi economica e le nostre controparti ci faranno sparire”.
L’appello è caduto nel vuoto.

E’ un fatto incomprensibile, almeno per i trasportatori con cui abbiamo avuto modo di confrontarci, indipendentemente dalla tessera che essi portano in tasca.

Abbiamo aggiunto: “Ripartiamo dal testo dell’Accordo del 26 giugno 2008 (T.I.ASSOTIR, tra l’altro, è l’unica Associazione a non averlo, a suo tempo, sottoscritto). Ci sono almeno tre punti su cui tutti dovremmo essere d’accordo, Governo compreso, visto che l’ha firmato: 1) costi minimi obbligatori per tutti (anche per i contratti scritti); 2) tempi di pagamento obbligatori; 3) responsabilità del committente."

Il fatto che questi punti siano stati “scippati” ai trasportatori, in pochi mesi, è grave. Che nessuno se la senta di riprenderli in mano (magari barattandoli con quell’inutile, se non addirittura dannoso, nuovo gravame costituito dalla Scheda di Trasporto) lo è assai di più.

Avvalora, ove necessario, la sensazione che la pentola si stia facendo sempre più vicina. E che, intanto, i polli continuino a beccarsi.

Fuori dalle metafore, è del tutto evidente che occorra una svolta, radicale e rapida, in questo settore.Un innalzamento degli obiettivi.

Non c’è più tempo per cincischiare.

Qualsiasi trasportatore rinuncerebbe volentieri a qualche centinaio di euro richiesti al Governo (perché di questo stiamo parlando come dato medio per ogni impresa) per avere un sistema di regole tale da fargli pensare che la sua impresa, pur con tutti i rischi connessi ad un’attività imprenditoriale, possa avere un futuro per sé e per i propri figli.

Un nuovo sistema di regole, rispettato e fatto rispettare:

costerebbe meno alla collettività senza necessariamente costare di più alla committenza;
farebbe finalmente emergere qualche posizione di rendita di troppo, che oggi grava sulle spalle di chi lavora e rischia;
consentirebbe di non accomunare tutti i trasportatori nell’accusa di essere sempre pronti a violare le leggi e la sicurezza, facendo emergere i buoni imprenditori dagli avventurieri, che pure ci sono.
E’ da questo assunto, di voler dare un futuro e una dignità a questa professione, che deve ripartire il progetto.

Un progetto che, per garantire efficienza al sistema economico nazionale e sicurezza ai protagonisti del trasporto, non si costruisce affrontando solo la questione del “giusto costo” del trasporto, ma anche affrontando le altre, innumerevoli, tessere del mosaico.

Questioni come:

aggregazione delle micro-imprese;
distinzione tra vettore iscrivibile all’Albo ed intermediari, palesi e nascosti,
politica di sviluppo delle infrastrutture;
regole per una logistica davvero efficiente e moderna
devono e possono essere discusse coinvolgendo Politica, istituzioni e parti sociali, ad iniziare dalla committenza.

Un grande progetto, che, se condiviso, può, allora sì, giustificare anche la scelta di fermare i motori dei nostri camion per ripartire tutti nella direzione giusta, pretendendo che l’"Emergenza Autotrasporto" diventi una delle 5 priorità nazionali, nell’agenda del Governo dei prossimi dodici mesi.

Mi riesce davvero difficile pensare che su tale progetto i trasportatori non siano d’accordo, indipendentemente dalle loro appartenenze associative.

E che, su tale progetto, non si riesca a trovare - ad iniziare dal basso - quell’unità che fino ad ora non si è riusciti a costruire.

Claudio Donati,Segretario Generale di TRANSFRIGOROUTE ITALIA ASSOTIR



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