Giocare fa bene, a grandi e piccoli!
A ogni età il suo gioco: l’importante è non smettere mai. Il gioco è apprendimento, fantasia, interazione, divertimento, sviluppo cognitivo.
del 22/04/14 - di Claudia Martini
Il bambino, fin da quando è piccolissimo – parliamo delle prime settimane di vita – gioca con il proprio corpo; poi, piano piano, viene sempre più attirato dagli stimoli visivi e sonori dell’ambiente circostante e si avvicina a essi attraverso una serie di “giochi-esperimenti” per imparare a conoscerli.
E così cresce, si muove e si orienta nello spazio gattonando, arrampicandosi, rotolandosi per terra, correndo; acquisisce l’abilità manuale e la coordinazione tagliando, incollando, deformando, talvolta anche “distruggendo” oggetti per costruire qualcosa di nuovo e realizzare il suo gioco fantastico.
Poi sarà la volta dei giochi simbolici: il bambino farà il papà, la mamma, il pilota, il medico, il poliziotto, e così inizierà a guardare “i grandi” con occhi diversi, a prendere le misure e ad adattarsi al mondo che lo circonda. Sarà fondamentale non fare “tutto da solo” ma, al contrario, “sperimentare in compagnia”: giocare insieme ai coetanei, rispettare le regole dei genitori e degli educatori, imparare tanto a vincere quanto a perdere, sono tutte dinamiche imprescindibili per aiutare il bambino a diventare un “buon adulto”. Oltre alla famiglia è la scuola, in questo percorso, ad avere un ruolo importantissimo nel momento in cui consente ai ragazzi di “imparare giocando”: i maestri che riusciranno a stimolare e motivare così i loro alunni, saranno quelli indimenticabili.
Ma anche una volta diventati grandi, è fondamentale ritagliarsi uno spazio per “tornare bambini”, giocare e divertirsi. È una sfida difficile in una società sempre più votata all’individualismo e alla fretta, in un mondo dominato dalla tecnologia e dai rapporti virtuali, ma ne vale sicuramente la pena: mettersi intorno a un tavolo, tirare fuori Monopoli o delle carte, giocare e fare due chiacchiere in compagnia, non può fare che bene al nostro cervello.
Eh sì, perché quando giochiamo un neurotrasmettitore prodotto in diverse aree del cervello – la dopamina – regola il piacere e crea delle reti neuronali, permettendo uno sviluppo cognitivo superiore. Tutto il sistema dei cinque sensi è attivato, e sarà facile capirlo perché le persone che sviluppano maggiore intensità sensoriale si riconoscono dall’entusiasmo, dalla creatività, dalla curiosità e dalla giocosità che le caratterizza.
Non perdiamo mai la voglia di giocare, quindi: ne gioveranno il nostro umore e le nostre relazioni con gli altri. Un adulto che ancora sa essere bambino è davvero la cosa più bella e più sana del mondo.