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Friar Frate Alessandro La Voce da Assisi ad un passo dal cielo

Difficile recensire un disco di una bellezza che trascende l’umano scibile, che rappresenta un invito ad intraprendere un viaggio dell’anima. Friar Frate Alessandro trasporta l’ascoltatore in questa dimensione con il suo canto.
del 23/12/12 -

Difficile recensire un disco di una bellezza che trascende l’umano scibile, che rappresenta un invito ad intraprendere un viaggio dell’anima. Friar Frate Alessandro trasporta l’ascoltatore in questa dimensione con il suo canto.

‘Spero che tutti possano vivere la bellezza di Dio grazie alla musica’, commenta l’interprete di “La Voce da Assisi”, sono un po' nervoso, ma ho capito che questo mio canto è utile in quanto si tratta di una buona occasione per trasmettere questi messaggi a tutti e sento che fa parte della mia vocazione. La storia di San Francesco d'Assisi, è molto simile alla mia. Francesco era un uomo umile, e ha deciso di diffondere il vangelo al mondo con la musica, la danza e la gioia.’

L’album, pubblicato in tutto il mondo dalla Decca Universal Music, è stato realizzato con la London Studio Orchestra diretta sapientemente da Sally Herbert e con la presenza di arrangiamenti corali che rendono ancora più suggestiva l’intera opera.

E’ un album, oserei dire, concept, come lascia intendere la successione dei brani, che sembra non sia lasciata al caso, scelti con il manager, produttore e anche con altri frati. L’apertura spetta a “Fratello Sole, Sorella Luna” (Brother Sun, Sister Moon), colonna sonora del film anno 1971 del regista Franco Zeffirelli dedicato alla figura di S. Francesco, dove vengono messe in risalto le meraviglie del creato, a sottolineare il piacere e l’intensità raggiunti attraverso un senso di infinito, legati a ciò che ci circonda, e che spesso l’essere umano trascura, distratto da altri rumori della vita.

E dalla genesi del mondo, dal miracolo che è la vita, si innalza la preghiera di ringraziamento e di invocazione, il “Pater Noster” (The Lord’s Prayer), in latino su musica di Steven Baker, rivolta a un Dio invisibile, reso visibile dalla musica, che ci eleva verso di Lui, come scrive J. Strauss Junior, una spinta rilevante rivolta alla ricerca.

Una vita senza musica sarebbe sicuramente monca e, dice S. Agostino, chi canta bene prega due volte. Ed ecco nascere l’esigenza di tessere “Le lodi di Dio Altissimo”: Tu sei amore, carità, sapienza, umiltà, pazienza, bellezza, sicurezza, pace, letizia, speranza, giustizia, temperanza, ricchezza, bellezza, mitezza, protettore, custode, fortezza, rifugio. Musica originale composta da Paul Mealor su parole vibranti di S. Francesco che non contengono alcuna richiesta, ma è soltanto lo sguardo sorpreso di un figlio che guarda suo Padre e si commuove profondamente.

‘Quando ti trovi di fronte a Dio, afferma Frate Friar Alessandro, la prima preghiera che hai è quella dello stupore, perché Lui è bellezza. E allora lo lodi, lo ringrazi, e cominci a dire che è tutto il bene. Quando scopri questo, per te diventa il punto fondamentale della tua vita. Tutto viene da Dio, arricchisce l’umanità e torna a Dio’.

La benedizione eucaristica e il pane di vita sono contenuti negli inni liturgici composti per la parte letteraria da San Tommaso D’Aquino: “Panis Angelicus”, adattamento di César Franck, e il “Tantum Ergo Sacramentum”, su musica di Vincenzo Bellini, tratto dalle ultime due strofe del “Pange Lingua”, che solitamente accompagnano la celebrazione della solennità del Corpus Domini.
Ben tre brani sono rivolti alla figura della Nostra Madre Celestiale ed ecco la celeberrima “Ave Maria” di Franz Schubert, con il potere di suscitare, inevitabilmente, qualche momento significativo, un ricordo della nostra vita, una forte ondata di emozioni capaci di fare commuovere.

Altrettanto intense e coinvolgenti, anche se meno conosciute, “Sancta Maria” di Pietro Mascagni, tratta dalla “Cavalleria Rusticana”, opera prima risalente al 1890, ispirata alla novella di Giovanni Verga e interpretata anche da Andrea Bocelli, e “Vergin, tutto amor”, una composizione del napoletano Francesco Durante, risalente al 1770, una richiesta di ascolto e di bontà alla Madre nei confronti del grido accorato di un peccatore: ‘Il pianto suo ti muova, giungano a te i suoi lamenti, suo duol, suoi tristi accenti’.

Un ulteriore messaggio che la musica è una tela lirica tra il cuore e il cervello, ed è la più grande portatrice di emozioni e sensazioni che esista, è data dal “Kyrie – Misa Criolla” in spagnolo di Ariel Ramirez: un crescendo tale da immaginare un percorso su sentieri catartici che portano verso la libertà, una interpretazione che va al di là di qualunque tecnica vocale.

Chiudono questo viaggio affascinante, in grado di catturare e ritrovare, grazie a suoni armonici e parole, i nostri punti di forza e di debolezze, legati al nostro esperire, altre due preziose perle: “Cantique de Jean Racine” in francese, scritta dal compositore Gabriel Faurè, appena diciannovenne nel 1865, orchestrato nel 1906 per coro, archi e arpa, e la maestosa “Make me a channel of your peace” , ispirata a dei versi di San Francesco, tratta dall’inno, divenuto popolare nel 1967, grazie all’adattamento musicale di Sebastian Temple.

Ed ecco manifestarsi l’espressione più alta dell’amore: il perdono che arriva perdonando e la la morte come preludio alla vita eterna, a conferma che Dio é presente dappertutto, nella musica, nella vita, nelle scienze e che l'uomo, per natura, tende al senso del trascendente.

Perché la Musica è creazione di un dono che unisce, la musica, come afferma anche la sacerdotessa del rock, Patti Smith, è riconciliazione con Dio.



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