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Europei 2008: Campioni si nasce

Il dilemma è vecchio quanto il calcio e forse non esiste una soluzione. Cercare la risposta a questo quesito tuttavia è un’attività che appassiona gli amanti dello sport…
del 14/04/08 -

Ad esempio, secondo parametri antropologici, giocatori diversissimi come Ossie Ardiles, Sir Stanley Matthews e Gazza avevano tuttavia una caratteristica fisica in comune: l’anulare significativamente più lungo dell’indice. Sembra anche che alcuni ragazzi che tra gli otto e i dodici mesi di vita siano stati particolarmente sensibili al testosterone e che con la crescita siano diventati più forti e abbiano acquisito una maggiore intelligenza visiva e consapevolezza degli spazi, e chissà, forse anche un anulare più lungo!

Noi non abbiamo analizzato i modelli di crescita dei calciatori nel Castrol Performance Index, ma abbiamo cercato una correlazione tra le loro date di nascita e abbiamo constatato che quelli nati in settembre, ottobre e novembre hanno avuto maggiori possibilità di diventare calciatori rispetto a quelli nati a giugno o luglio. Sembra che i calciatori nati tra settembre e novembre, che probabilmente avevano qualche mese in più rispetto ai compagni di classe e di squadra e che pertanto fossero anche più forti fisicamente, abbiano potuto attirare l’attenzione dei loro allenatori rispetto ai compagni all’epoca più giovani e più piccoli.

Secondo uno studio dell’associazione degli statistici del calcio sulle date di nascita dei calciatori che hanno militato in Premier League tra il 1992 e il 2005, su 1779 calciatori il 14,7 percento risultavano nati in settembre, il 12,9 percento in ottobre e il 12,6 percento in novembre. Durante lo stesso periodo, l’incidenza delle nascite negli stessi mesi della popolazione britannica si attestava tra l’otto e il nove percento.

“Il piccolo grasso Müller”

Può darsi che sia poco significativo se si considerano tutti i calciatori nel CPI, come ad esempio Lukas Podolski e Wesley Sneijder, che sono nati in estate, ma le date di nascita di sei dei primi sedici calciatori nel CPI, tra cui l’attaccante italiano Antonio di Natale e il centrocampista ceco Tomas Rosicky (nati a ottobre), e il portiere tedesco Jens Lehmann (nato a novembre), sembrano confermare questa teoria.

Naturalmente il valore scientifico di questi dati è molto relativo e la stessa storia del calcio è piena di calciatori poco considerati a causa dei loro parametri fisici non rientranti nella norma. Ryan Giggs, per esempio, era considerato troppo basso. La conformazione fisica del roccioso Gerd Müller era considerata talmente inadeguata che il suo allenatore lo aveva soprannominato "Il piccolo grasso Müller": proprio un bel nomignolo per il capocannoniere tedesco di tutti i tempi!

Il patrimonio genetico

Potrebbe essere stato un vostro sogno diventare un calciatore professionista ma se non si è realizzato la colpa potrebbe essere dei vostri genitori. Infatti, sono tante le dinastie di calciatori famosi in Europa, ad esempio i Charltons in Inghilterra e i Maldini in Italia, che confermano l’importanza della genetica. In alcuni casi l’incidenza del patrimonio genetico ha una serie di conferme ancora più ampia. Prendiamo il caso di Gianluigi Buffon, che grazie alle sue parate nel girone di qualificazione degli azzurri ha raggiunto il 4° posto nel CPI tra i portieri. Il padre del Numero Uno italiano era un pesista, la madre una lanciatrice del disco, le sorelle hanno giocato a pallavolo, uno zio ha fatto il portiere e un altro ha giocato a pallacanestro. Tutti atleti di ottimo livello.

Anche il patrimonio genetico dei fratelli Laudrup indicava una luminosa carriera con qualsche oggetto sferico. Il padre Finn ha giocato nella nazionale danese di calcio e la madre in quella di pallamano, mentre figli di Michael, Mads e Andreas, sono già nel giro delle nazionali giovanili danesi di calcio.

Ma non sempre la genetica è sufficiente. Stefan Beckenbauer, figlio del leggendario Franz, amava il calcio a tal punto che l'allenatore della Germania Helmut Schön disse a suo padre: “Il ragazzo è pazzo per il calcio. Peccato che tu non lo fossi.” Stefan aveva l'entusiasmo e i geni, ma non la genialità: l'apice della sua carriera è stata una stagione nella Bundesliga nel 1979/80 con il neopromosso Saarbrucken.



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