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Europa - Istria e Quarnaro, verso Cres

Quarnaro - da Pola, magnifica e solare a Cres attraversando il parco del Kamenjak
del 07/11/16 -

Versione media immagine La leggenda narra che Medea, nipote della maga Circe e dotata come la zia di poteri divini, innamorata di Giasone, comandante degli Argonauti, nella zona che oggi viene conosciuta come Golfo del Quarnaro, non esitò ad uccidere il proprio fratellino Absirto per dissuadere dall’inseguimento il padre. Lo fece a pezzi che gettò in acqua dando vita alle isole che oggi noi conosciamo come isole del Quarnaro. Una storia di grande crudeltà e bellezza che non fa che esaltare quella di questi luoghi che ci apprestiamo a visitare e a raccontare.

Itinerario in pillole: Pola – Premantura – Parco del Kamenjak – Albona – Fiamona – Isola di Cres – Valun – Lubenice – Osor – Lussino
Pola, una città bellissima che, come Roma, si allunga su sette colli e si allarga su una baia dagli azzurri splendenti. Città fiorente già dal periodo romano ospita prestigiose strutture urbane, un bellissimo foro e un tempio dedicato ad Augusto in straordinarie condizioni che vi lascerà senza fiato per la sua bellezza. Un’arena (o anfiteatro) fatta erigere da Vespasiano che ancora oggi (purtroppo dal nostro punto di vista) è stata trasformata in una quinta di prestigio per eventi e concerti. Faticosa ma suggestiva la risalita verso la fortezza veneziana che sovrasta la città dietro alla quale si nascondono i resti del teatro romano ben conservato. Entrando nell’androne di una casa si possono anche ammirare i resti della casa di Agrippina a pochi passi dal tempio d’Augusto. Insomma una full immersion nella storia in un centro storico formato da vicoli che si allungano verso il foro romano e poi verso il mare.

Quello con Pola è amore a prima vista, questa città trasmette forza. La forza del destino, la capacità di affrontare i vari periodi della sua storia mantenendo intatta la sua dignità e la sua bellezza. Risparmiata dalla furia degli interventi urbanistici della Jugoslavia di Tito al contrario di Fiume, ha mantenuto intatto il suo magnetismo attirando ogni anno migliaia di turisti.

Usciti da Pola con gli occhi ancor pieni di nuove conoscenze ed emozioni si prende la via per uno dei siti più belli dell’Istria: la punta dell’Istria e la meraviglia del parco naturale Kamenjak.
Dal 1996 zona protetta, a pochi chilometri da Pola e da Prematura questo parco, ottimamente conservato, resta una delle suggestive attrazioni naturalistiche di questa penisola. Una strada sterrata dalla quale si diramano stradine secondarie che portano al mare. Spiagge selvagge e uniche, accessi al mare raggiungibili da impervi sentieri o tuffandosi direttamente dagli scogli. Una natura che sfida l’uomo, una penisola disabitata dove non è possibile campeggiare o accendere fuochi. L’entrata per auto e moto è a pagamento (circa 35 Kune), soldi ben spesi che consentono anche ai turisti di contribuire al mantenimento di questa oasi. FOTO BLOG 7 QUARNARO

Proseguiamo su queste strade sterrate sino alle grotte di Kolumbarica che si aprono su un mare dai colori impossibili. Nuotando sin dentro la grotta rimaniamo affascinati dai riflessi di verde e blu che l’acqua riproduce; tonalità mai scorte prima immersi in un acqua cristallina a tratti trasparente. Arrampicati sugli scogli sotto un sole feroce non rimane che immergerci nell’acqua e godere come non mai di questa frescura altrimenti impossibile a meno di arrivare con un ombrellone che possa ripararvi . Da qui possiamo scorgere il faro di Porer, una delle 12 isole disabitate che compongono questa penisola. Nota interessante: su uno di questi isolotti, a Fenoliga, sono state ritrovate impronte di dinosauro. Chissà perché questa cosa non ci sorprende :-).

La nostra giornata di viaggio potrebbe chiudersi qui, cullati dalle onde e baciati dal sole, ma ancora molta strada ci attende, stiamo per scendere verso una delle isole più belle (se vogliamo classificare la perfezione!) dell’intero arcipelago e per farlo abbiamo un appuntamento con un traghetto della Jadrolinja: quello che da Zagorje ci porterà a Porozina nell’isola di Cres.
Risaliamo da Premantura lungo la 5119 sino ad incrociare la 66 che, attraverso la Val d’Arsa con la sua pianura bonificata nel periodo del fascismo ed una sosta ad Albona importante centro minerario ai tempi dei romani, dalla quale possiamo godere di un bellissimo panorama verso il mare e Cres. Proseguiamo verso il fiordo di Fiamona ammirando la sua rocca che si eleva sullo sfondo suggestivo di questo fiordo che separa l’Istria dall’isola di Cres. La vista da quassù è veramente suggestiva e l’aria è fresca. Siamo di nuovo al centro di un borgo che vanta importanza sin dal periodo degli Illiri; un borgo medievale che tra le mura di una delle sue chiese raccoglie dipinti del 1400, insomma, qui in cima ritorniamo indietro nel tempo mentre il panorama di questo fiordo sotto di noi offre una vista incredibile.
Dall’alto scorgiamo il traghetto che ci porterà a Cres avvicinarsi al porto di approdo e quindi tutto d’un fiato ci dirigiamo all’imbarco superando file di auto che qui aspettano con pazienza (anche questo è uno dei privilegi dell’andare in moto!).
Siamo nel meraviglioso arcipelago del Quarnaro; davanti a noi ce isole di Cres e Lussino. Uno degli angoli di mare più belli dell’Adriatico che ha infiammato l’iirredentismo italiano specie con Dannunzio che vide tra queste isole meravigliose il confine naturale tra l’Italia e i Balcani.
Queste zone, collegate tra loro da traghetti o da ponti sono meta ogni anno di migliaia di turisti, per la maggior parte accompagnati dalle loro imbarcazioni che qui trovano un piccolo paradiso sul quale scivolare lentamente o a vele spiegate. Alcuni punti unici al mondo si raggiungono solo in barca e restano inaccessibili a noi poveri motociclisti che però continuiamo a godere di strade tenute benissimo e di scorgi unici o di rara bellezza. tié!
Mezzora di traghetto con la compagnia Jadrolinia e la nostra moto sbarca nell’isola di Cres o Cherso. Qui ci attende per oggi l’ultimo tratto del nostro viaggio che ci porterà a Valun.
Un’unica strada di crinale, la 100, che attraversa tutta l’isola e dalla quale a tratti possiamo guidare lungo lembi di terra così sottili da scorgere il mare da ambo i lati.
Già soggiogati dal fascino di quest’isola abbandoniamo la strada maestra e svoltiamo verso la baia di Valun per pernottare in uno dei campeggi più affascinanti incontrati nel nostro peregrinare.
Già avvicinandoci, dall’alto del monte sotto di noi possiamo scorgere la baia che ci ospiterà per la notte; Valun è un paesino che si adagia placidamente sulle tranquille acque di questa baia. La sua particolarità sta nell’impossibilità di girarlo in auto o in moto. Tutti i mezzi devono essere parcheggiati fuori del paese e questo vale anche per il campeggio dove possono sostare solo tende che si caricano alle porte del paese su appositi carrelli e si trascinano a mano sino all’area di sosta.
Due spiagge di ciotoli e un porticciolo dove sostano piccoli natanti. Solo il rumore dell’acqua e le voci dei turisti che qui scoprono il piacere di parlare a voce bassa per non turbare la quiete del luogo. Un posto incantato fuori dal mondo, una cenetta in uno dei pochi ristoranti sul molo ascoltando lo sciabordio dell’acqua e a letto presto.
Di prima mattina si riparte per Lussino, risalendo il monte, ma prima di rimettersi sulla strada principale saliamo verso Lubenice attraverso un percorso che si inerpica verso la cima per poi interrompersi alle porte di questo piccolo paese che offre uno sguardo sulla baia sottostante a dir poco incredibile. Costruito su una scogliera tra due baie, 378 m. sul livello del mare, 40 edifici e 7 abitazioni tra cui la chiesa gotica di Sant’Antonio eremita del XV sec. E la chiesa del XVIII sec. della beata vergine Maria dove, al nostro arrivo, si celebra la messa.
Sotto di noi Sveti Ivan, la spiaggia di San Giovanni che si raggiunge solo a piedi lungo un sentiero che discende il monte. 50 minuti circa per arrivare al paradiso, un’ora se ben allenati per risalire. Ne vale la pena? Diremmo proprio di si, ma attrezzatevi di tutto punto, acqua compresa. Il sole batte forte qui.
Siamo nuovamente sulla strada principale direzione sud. L’isola dei Grifoni si apre ad una nuova giornata di sole.
Lungo il nostro cammino incontriamo il lago di Vrana che si allunga dolcemente sotto i nostri occhi. Risorsa principale di acqua dolce dell’isola di Cres e di Lussino è vietata alla balneazione così come alla navigazione.
Circondati dall’acqua proseguiamo lungo l’ arteria principale, la 110 che attraversa tutta l’isola sino a Osor dove un ponte mobile segnala il confine ed il passaggio tra l’isola di Cres e Lussino. Qui bisogna armarsi di molta pazienza ed anche ironia. Il ponte è gestito da un vecchietto che, a mano, gira lentamente gli ingranaggi che aprono o chiudono il ponte mentre lunghe file di macchine o di imbarcazioni aspettano alternativamente il proprio turno. In compenso potete fermarvi ad ammirare questo borgo spettacolare e molto antico. Qui il genere umano è presente sin dalla preistoria e la prima fortezza conosciuta risale alla tribù dei Liburni. A questo si aggiungono testimonianze della dominazione greca mentre l’attuale piazza del duomo, dove passeggiamo incantati, è il luogo dove i romani costruirono il loro foro nel 167 a.C., poi i bizantini realizzarono qui la loro basilica e così procedendo sino ad oggi dove, estasiati, sediamo di fronte ad una inusuale cattedrale dell’Assunzione di Maria risalente al 1463 per seguire con lo sguardo le statue che, ritraendo musicisti nell’atto di suonare i loro strumenti, disegnano lungo le vie del centro.
Ritorniamo al nostro istmo dove smaltita la fila si può proseguire in quel di Lussinpiccolo che raggiungiamo proseguendo lungo la strada.
Anche qui un’unica strada che percorre tutta l’isola ci trasporta, circondati dal mare, verso uno dei luoghi più spettacolari di tutto l’arcipelago del Quarnaro. Lussinpiccolo è il centro più grande e più importante. Un profondo porto naturale nella valle d’Augusto che si protende verso l’Adriatico e verso l’Italia che in qualcosa di più di un soffio, via mare, potremmo raggiungere in breve. Questa cittadina, a dispetto del suo nome, deve tutta la sua prosperità e la sua grandezza ad una intraprendente e coraggiosa classe di mercanti che fece del luogo patria di armatori e capitani che solcavano oceani e trasportavano ricche merci. Oggi noi ce la godiamo per la sua tranquilla posizione riparata dai venti ed un mare dai colori indescrivibili.
Ci sistemiamo lungo gli scogli che costeggiano l’uscita del porto godendo, dall’acqua, di una spettacolare vista verso il centro del paese. Solo nel tardo pomeriggio decidiamo di togliere gli ormeggi e di rientrare verso Valun. Niente di più romantico che affrontare la risalita verso nord al calar della sera quando il sole disegna la terra con le sue tinte preferite, il rosso e il giallo.
Prima di rientrare scendiamo verso Lussingrande per una breve sosta poi spediti si rientra verso il campeggio. Mentre le prime ombre della sera scendono su questa oasi di pace che si chiama Valun noi sorseggiamo una birra fresca su uno dei ristorantini che si trovano sul molo e in attesa di una cenetta a base di pesce ci prepariamo a godere di quest’ultima notte in Croazia.

Domani si parte per Fiume, il rientro è vicino.



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