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Bancomail - Social Marketing
di Andrea Mazzeo
Si chiama buzz. In inglese vuol dire ronzio. Nel marketing il suo significato non è così diverso...
Si chiama buzz. In inglese vuol dire ronzio. Nel marketing il suo significato non è così diverso. Indicato a volte anche come passaparola o word of mouth (wom), indica il diffondersi di suggerimenti o, più in generale, di contenuti all’interno di una rete sociale.
L’ambito specifico del marketing è quello non convenzionale, anche se in fondo mi chiedo quanto tempo debba passare ancora perchè diventi convenzionalmente di default
Lo scopo del buzz marketing è quello di aumentare il volume e la qualità delle conversazioni riguardanti un prodotto o un servizio in modo da accrescere la repurazione di un brand. L’obiettivo viene raggiunto facendo discutere di sé, creare il ronzio, e per questo è fondamentale dare alle persone argomenti per parlare di sé e luoghi ove poterlo fare.
Creare il buzz è necessario per tutti coloro che operano nel mercato, siccome non esiste una bacchetta magica che fa in modo che clienti si rivolgano a noi e nuovi visitatori giungano alla ns pagina.
E naturalmente il processo di creazione del buzz non si esaurisce dalla – pur fondamentale – creazione di un blog (piuttosto che dalla pubblicazione di un video o dall’innescamento, detto anche seeding, di un passaparola). Nella categoria di questo articolo raccoglieremo d’ora in avanti le nostre riflessioni sull’argomento, sempre in considerazione dell’esperienza che Bancomail sta applicando sulla propria identità.
Quali sono gli strumenti necessari per una corretta strategia che coinvolge i social media?
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