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Gabriella Cinti, "Prima"

La poesia come espressione dell'anima. All'interno della Mostra "Il pensiero del vento" presso lo Spazio d'Arte Scoglio di Quarto di Milano.
del 23/11/22 -

All’interno delle iniziative organizzate durante la mostra di Alessandra Chiappini “Il pensiero del vento”, a cura di Roberto Borghi e aperta al pubblico sino al 7 dicembre, giovedì 24 novembre alle ore 18 con ingresso libero la poetessa e saggista Gabriella Cinti presenta la sua ultima raccolta di poesie dal titolo “Prima” (Puntocampo Editrice) dialogando con il poeta Giovanni Schiavocampo.
Alla serata partecipano inoltre Alessandra Chiappini e il critico d’arte Roberto Borghi.

Gabriella Cinti risale alle origini, cerca la continuità inabissandosi nel passato delle specie, collegando quel magma primordiale, di cui non restano che labili tracce, al nostro presente, alla nostra e alla sua stessa vita, alla ricerca di connessioni, fili che colleghino a noi quel caotico abisso di casualità, ipotesi, vicoli ciechi dell’evoluzione e deviazioni impreviste… Una eredità di affetti che, come un’onda, travalica i legami familiari e personali e arriva, infine, all’orizzontalità del nostro tempo e all’affratellamento fra gli umani e tutti gli esseri viventi (Dalla Postfazione di Mauro Ferrari)

Gabriella Cinti, nata a Jesi, è italianista, grecista, poeta, scrittrice, saggista, performer in greco antico. In poesia ha pubblicato: Suite per la parola (Péquod, 2008); Euridice è Orfeo (Achille e la Tartaruga, 2016); Madre del respiro, con la prefazione di Alberto Folin (Moretti e Vitali, 2017); La lingua del sorriso: poema da viaggio con il saggio introduttivo di Francesco Solitario (Prometheus edizioni, Milano).

Intensa è la produzione saggistica: "Il canto di Saffo - Musicalità e pensiero mitico nei lirici greci" (Moretti e Vitali, 2010); "Emilio Villa e l’arte dell’uomo primordiale: estetica dell’origine" (I Quaderni del Bardo editore, 2019, Ebook Amazon); "All’origine del divenire. Il labirinto dei Labirinti di Emilio Villa" con prefazione di Gian Paolo Renello (Mimesis edizioni, 2021).


La mostra “Il pensiero del vento” prende spunto dai paesaggi magici e intensi delle Isole Skellig sulla costa atlantica dell’Irlanda del sud.
Le tele esposte sono un lavoro di sintesi quasi astratto, dove il paesaggio è ridotto a pochi, densi tratti riassuntivi.
L’esigenza interiore di abbracciare spazi più grandi spinge l’artista ad affidarsi a una pittura di impulso e gesto che aiuta la natura ad esprimersi in tutta la sua forza e grandezza: un’interpretazione dell’atto artistico che le fa scegliere, come “tele” sulle quali dipingere, vecchi teloni consunti in pvc di camion dismessi che recupera tagliandoli a strisce di oltre un metro e mezzo e appendendoli direttamente in parete con due semplici chiodi. Una scelta non casuale che per l’artista significa incorporare nell’opera un trascorso e un vissuto intangibile ma percepibile.



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