Tecnostress: perchè stare più offline migliora la vita

Essere sempre collegati e pronti a ricevere informazioni di lavoro ma anche mail aziendali può sembrare un modo per essere più produttivi, ma questo causa soltanto stress, che può influire su concentrazione, memoria e infine peggiorare lavoro e vita privata.
del 21/05/21 -

Nell’ultimo anno la percentuale di lavoratori che hanno cominciato a lavorare utilizzando modalità di lavoro agile (anche chiamato smart working) è notevolmente aumentata, con un +15,4% per le donne (arrivando a un totale del 16,9%) e con un +4,1% per gli uomini, arrivando al 12,8% (fonte: bancaditalia.it).
Molte aziende si sono trasformate, portando a un modo di lavorare ancora più orientato alla tecnologia come strumento: videochiamate e riunioni, che si sommano alle già presenti mail di lavoro, comunicazioni e chiamate, che portano a controllare il cellulare o il pc molto di frequente.

Tuttavia questa costante connessione con dispositivi elettronici e col pensiero del lavoro può generare molto stress: anche se pensi di essere più produttivo perché sei sempre pronto a guardare le mail e a “tornare al lavoro” mentalmente, anche e soprattutto quando sei a casa, in realtà stai aggiungendo stress cattivo (anche detto distress), che a lungo andare danneggia memoria, concentrazione e può farti venire problemi del sonno ( a causa della luce blu proveniente dagli schermi dei dispositivi), che peggiorano ulteriormente la qualità di vita e la produttività.

Ma quali sono i sintomi comuni di questa “ansia del non essere online?
Principalmente sono:
-confusione
-senso di smarrimento
- disordini comportamentali (isolamento e distacco) che provocano stanchezza cronica a lungo andare
- insonnia
- senso di inadeguatezza quando si è scollegati (perché “potrei perdermi qualcosa o vedere una mail del lavoro dopo tanto tempo”).

Come si può fare per gestire questa situazione?
L’unico modo è imparare a riappropriarsi del proprio tempo, stabilendo confini nella propria giornata tra vita lavorativa e vita privata, ad esempio stabilendo una fascia oraria in cui non si guardano le mail o direttamente senza usare dispositivi, che può essere il passo successivo vista la difficoltà del “distaccamento completo” fin da subito.



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