Questo Piccolo Grande Amore

Rassegna di albi illustrati per festeggiare San Valentino
del 14/02/22 -

Mancano pochi giorni a San Valentino, allora vi propongo una selezione di racconti che, a modo loro, narrano il sentimento più romantico di tutti. Prima di sceglierli, ho riflettuto sul senso dell’amore considerandolo nelle tante declinazioni possibili e ho ripensato sommariamente a come viene percepito nelle diverse età della vita. Ho così trovato alcuni albi illustrati per l’infanzia che s’interessano ai sentimenti amorosi pur mantenendo una prospettiva lontana dallo stile didascalico. Ecco quindi la mia rassegna di cinque albi illustrati da leggere nel periodo più romantico dell’anno. Provate anche ad accostare le loro copertine. Ne uscirà una palette degna di un San Valentino di tutto rispetto.

“L’amore piccolo” è il titolo che ho scelto per introdurvi i due racconti romantici dedicati ai lettori più piccini. Trovare un albo sull’amore adeguato alle letture dei bambini sotto i 5 anni non è un’impresa facile. La vita amorosa non è contemplata nella prima infanzia se non nel riflesso dell’amore ricevuto dalle figure di cura e nell’imitazione dei ruoli sociali nel significato simbolico. Pensando proprio ai più piccoli, e al loro San Valentino insieme alla mamma e al papà, ho individuato due albi che attivano due sentimenti capaci di coinvolgere pienamente il bambino nella lettura; questi sono il riconoscimento del sé e l’ironia.

“Mio amore”, di Beatrice Alemagna
La prima storia che ho scelto è “Mio amore” di Beatrice Alemagna (Topipittori 2020). Un libro di carta seppur pieno di stoffa. Come in “Nel paese delle pulcette”, l’autrice realizza le illustrazioni del racconto cucendo a mano stoffa, bottoni, merletti e ricami.

Taglia, cuci e incolla: ecco apparire un animale proprio strano, è il protagonista non identificato del libro. Chiunque lo incontri, non riesce a evitare d’inserirlo in qualche categoria. Eppure il suo aspetto lo rende diverso da ogni cosa conosciuta. Per questo, la sua appartenenza a qualche specie diventa non catalogabile. Quindi succede che una signora lo scambia per un grosso gatto, qualcun altro per una scimmia e anche per un topo, un piccione, un leone, un cane, un coccodrillo, un castoro, un ippopotamo… L’animale fugge via, è sempre più confuso sulla sua identità. Poi la svolta: incontra un altro strano animale, è l’unico a cui non sembrano importare le definizioni.

«E tu, tu non vuoi sapere chi sono?»

«Lo so già! Tu sei il mio amore».

Il finale esplode in tenerezza e riesce, in due battute, a rivelare l’intensità dell’amore incondizionato, quello che non è mai interessato al giudizio. La storia dello strano animale ripercorre, quindi, il fondamentale bisogno umano e del bambino: il sentirsi riconosciuti attraverso le attenzioni dell’altro.

“Quando un elefante si innamora”, Davide Calì e Alice Lotti
Difficile non innamorarsi (appunto) di questo racconto (Kite 2014, 2016, 2020). Il testo è breve, concreto, adatto alle letture dei più piccoli. L’espediente narrativo ruota intorno alla domanda: “Cosa succede quando un elefante si innamora?”. Da questa si sviluppa una sequenza di scene in cui troviamo il voluminoso elefante destreggiarsi tra i comuni comportamenti del “tipo innamorato”. I disegni sono della graphic disigner torinese Alice Lotti. Immagini pulite e delicate che colgono in pieno l’humor della penna narrante di Davide Calì. Durante le peripezie dell’invaghito elefante, ritroviamo i sentimenti e i comportamenti di ogni innamorato, quando l’oggetto del desiderio diventa il centro di tutto. Facilmente è un libro che fa scappare un sorriso. Quell’elefante siamo un po’ tutti noi, goffi, romantici, speranzosi, insicuri e impacciati. Un’ironia delicata che coinvolge grandi e piccoli durante la lettura condivisa del libro.

I versi iniziano con un’azione che corrisponde alla spinta ad agire ricevuta dal sentimento. Immediatamente dopo, è raccontata una contro-azione, data dall’insicurezza e dalla paura di non essere corrisposto. Ecco il periodo dell’innamoramento, colpito da fasi entusiastiche e da altre malinconico-riflessive. Il testo ha un ritmo così leggiadro che l’ho immaginato anche per una lettura differita, ad esempio come sottofondo in un video di foto da regalare a chi si ama. Il racconto è stato selezionato da “The White Ravens” nel 2014 e ha un sequel dedicato alla convivenza, “Quando un elefante mette su casa” (Kite 2017).

L’amore grande
Qui le cose si complicano. I racconti “dell’amore grande” hanno testi più lunghi. Il primo dei due utilizza l’allusione, il riferimento velato a qualcosa che è lasciato intendere al lettore. Il secondo, invece, si sviluppa intorno a una romantica allegoria floreale. Due albi dai colori caldi e accoglienti.

“Quello speciale”, Chiara Lorenzoni, Francesca Dafne Vignaga
Una raccolta di emozioni offerte come scatti fotografici, ecco come si potrebbe percepire il racconto che Chiara Lorenzoni dedica al bacio (Lapis 2016). Anzi, ai baci, perché questi sono tanti e diversi. Ad ogni modo, “bacio” si trova scritto solo nell’ultima pagina del libro. Nei paragrafi invece l’allusione è chiara ma mai esplicitata. Un testo costruito in maniera intelligente, dove le parole sembrano fare a gara per trovare il modo migliore, verso dopo verso, per raccontare quell’emozione, spesso effimera, scaturita dal bacio.

Il bacio, qui descritto, non è soltanto quello amoroso ma corrisponde alle tante sfumature dell’affetto e delle relazioni. Si parla dei baci soffiati sulla punta delle dita, di quelli che una mamma dà ai suoi piccoli e di quelli del passato che continuano a vivere nell’immagine di una vecchia fotografia. Sono davvero tanti, inaspettati e travolgenti, nel bene e nel male. “Quello speciale” è un dolce itinerario emozionale, accompagnato dalle raffinate tavole dell’illustratrice vicentina Francesca Dafne Vignaga. I disegna raccontano i percorsi del testo attraverso soggetti umani e animali e splendide atmosfere bucoliche.

Ci sono quelli magici, invisibili ma potentissimi.
Sono preziosi e non vanno sprecati.
Tutte le mamme lo sanno.
C’è chi li appoggia su un ginocchio sbucciato, chi su una fronte calda, chi sopra una lacrima che rotola giù dalla guancia.

“Polline. Una storia d’amore”, Davide Calì, Monica Barengo
Il soggetto di questo racconto, selezionato al “21ème Prix Littéraire Tatoulu” nel 2015, suggerisce una sospirata metafora sul sentimento di attaccamento e, poi, di perdita dell’amato. La sorprendente arte di Monica Barengo accompagna il testo allegorico di Davide Calì. Succede che, nel giardino di una ragazza, un fiore bianco spuntato chissà da dove, si fa notare tra il resto delle piante. Un evento che cambia la quotidianità della protagonista. Questa, invaghitasi completamente di quel fiore (e dagli altri che nascono nella stessa pianta), si reca ogni giorno nel giardino per prendersene cura, anzi, per imparare a farlo nel migliore dei modi.

Dunque, la ragazza inizia a occuparsi dei fiori nel modo in cui, anche indirettamente, aveva sentito andasse fatto, cercando di equilibrare l’invadenza delle sue attenzioni nei loro confronti.

La sera, la ragazza andava a dormire pensando al nuovo fiore bianco che avrebbe trovato il mattino seguente e alle piccole cure che gli avrebbe dispensato.
Acqua, ma non troppa.
Terra smossa intorno al fusto, ma senza esagerare.
Per le piccole attenzioni che destinava ai fiori, ogni mattina ne riceveva in cambio uno nuovo.

Il profumo del loro polline divenne il profumo dei suoi risvegli.

Fino a qui tutto procede alla grande. La ragazza vive un completo idillio con i suoi fiori. Poi, una mattina, arriva il primo segnale di cambiamento: nessun nuovo fiore bianco è spuntato. Da questo accade che, uno alla volta, i fiori già esistenti iniziano a sfiorire. La protagonista viene colta dalla paura di aver fatto qualcosa di sbagliato e sprofonda nell’umore più cupo. Non riusciva ad accettare che una cosa tanto bella potesse finire in maniera così inaspettata e senza avere alcuna possibilità di poter porre rimedio.

Nel suo giardino appare un nuovo personaggio, un mentore. La cornacchia, dai rami di un albero, svela alla ragazza un’importante verità: «Dovresti amare solo per amore, né per dare qualcosa né per esserne ricambiata. Dovresti godere di ciò che hai, non di ciò che ottieni.»

La ragazza, che si era chiusa in se stessa durante il lungo inverno, scorge un nuovo fiore bianco all’arrivo della primavera, sbocciato nel giardino del suo vicino. Siamo quasi all’epilogo del racconto, il momento della maturazione sentimentale della protagonista, rivelata dall’autore attraverso una profonda riflessione sull’amare e sul saper lasciare andare chi si ama.

L’amore silenzioso
L’ultimo libro che ho scelto per questa rassegna è molto particolare. Si tratta di un silent book decisamente poetico. É silente persino la copertina, dedicata esclusivamente al volto sospirante della protagonista. Per leggere il titolo, l’autore e l’editore bisogna guardare sul dorso del libro.

“S’alza il vento” di Anna Paolini
Si tratta del primo libro illustrato dell’artista bolognese Anna Paolini (Logos 2018) e anche del primo di una serie di albi che hanno, sulla copertina, un volto in primo piano. Non è esplicitamente un libro sui sentimenti, forse non lo è per nulla. Eppure ha davvero più di un motivo per essere inserito in questa rassegna sull’amore.

Innanzi tutto è “un oggetto libro” spettacolare. Un vero pezzo da collezione da regalare e regalarsi. In secondo luogo, “S’alza il vento” è un intenso bagno emozionale. Allude all’amore che diamo a noi stessi durante il mutevole itinerario della nostra esistenza. L’autrice, in un’intervista, descrive il libro come un viaggio interiore. Il percorso intimo è simboleggiato dai folti rami che il vento muove sulla testa di questa donna. Sfogliando le pagine, la chioma alberata della protagonista diventa dinamica e in perpetuo mutamento. Tra i rami si raccolgono numerose cose che sono la vita stessa, lo scorrere degli eventi, l’insieme delle situazioni piacevoli e di quelle spiacevoli. La vita è quindi rappresentata nelle sue fasi di crisi, trasformazione, adattamento e rinnovamento. Proprio la forza di quel vento impetuoso conduce a progredire in un percorso di crescita. A concludere l’albo arrivano le parole di una splendida poesia.

Questo libro parla di imparare a conoscersi, ad accettarsi. Ad accettare le luci, le ombre e in questo racconto appunto si incontrano vari a spetti della propria interiorità.

(…) Il vento arriva, spazza via, strattona, sconvolge anche, però nel far questo libera. Libera da tutto quello che appesantiva, dalle consapevolezze che magari ristagnano, a volte, dalle paure, dalle ansie. É comunque un vento duro, a volte, quindi anche doloroso, però è necessario. É necessario per ripartire.

Quando tutto sembra affollare e percuotere, è bene ricordarsi che poi passa.

Anna Paolini



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