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"Mimì International": ovvero Mia Martini nel mondo

"Mimì International" è il 9°, e penultimo cd, appartenente al piano dell’opera relativo all’emissione della collana, settimanalmente in edicola, "Mia Martini Tutto il mio universo". Contiene versioni per l’estero di brani del suo repertorio e cover straniere.
del 19/11/12 -

"Mimì International" è il 9°, e penultimo cd, appartenente al piano dell’opera relativo all’emissione della collana, settimanalmente in edicola, "Mia Martini Tutto il mio universo". Contiene versioni per l’estero di brani del suo repertorio e cover straniere.

Un cd appetibile che racchiude il periodo più sfavillante, dal punto discografico e di vendite, della grande interprete, cioè i primi anni ’70, quello in cui si spalancarono le porte del successo e di un inevitabile lancio in altri paesi europei.

Del resto, il suo scopritore Alberigo Crocetta aveva già in mente questo progetto, visto che aveva scelto un nome d’arte, soprattutto il cognome Martini, conosciuto in tutto il mondo. Probabilmente questa idea era scaturita dalle esibizioni live nel 1970, in cui Mimì Bertè si cimentava con un repertorio straniero di tutto rispetto.

Non a caso, tra i cinque provini, inviati all’epoca alla Rca per avere un contratto, c’era anche una versione particolare ed energica di “We can work it out” dei Beatles con uno stile interpretativo grazie al quale era presentata, nelle serate fatte insieme al suo gruppo, come ‘la Julie Driscoll italiana. Pubblicata postuma nell’album “Canzoni segrete”, viene riproposta in questa raccolta.

Dal suo album di esordio “Oltre la collina”, è tratta “The lion sleeps tonight”, scritta originariamente sulla base di una melodia africana, Wimoweh degli Zulu, portata al successo negli anni quaranta da Solomon Linda e The Evening Birds e, successivamente, negli anni sessanta, nella versione di Hank Medress con il suo gruppo The Tokens, diventa un best seller in America e poi nel mondo. La cover di Mimì è impreziosita dalla presenza dei Four Kents ai cori.

La popolarità, acquisita tra il 1972 e 73, suggeriscono ai discografici che è arrivato il momento di fare conoscere in Europa la sua straordinaria vocalità. Così, viene deciso di provare con la Francia, Spagna e Germania, prima di tentare con l’Inghilterra, di solito più refrattaria alla produzione discografica proveniente dall’Italia.

Realizza “Auf der welt”, versione in tedesco di “Piccolo uomo”, rimasta inedita.
Risulta migliore l’accoglienza in Francia, dove “Minuetto” diventa “Tu t’en vas quand tu veux”, con il testo adattato da Vine Bluggy, autrice, allora, in voga, che le permette di essere scelta per partecipare al prestigioso Midem di Cannes e invitata a diversi programmi televisivi dove verrà ‘scoperta dal ‘chansonnier per eccellenza’ Charles Aznavour con il quale darà l’avvio ad una splendida tournèe culminante nel 1978 in una serie di recital all’Olympia di Parigi”: una delle ultime avventure in terra straniera, insieme alla sua partecipazione al Festival World song of Tokyo, in Giappone e all’Eurovision song contest.

Decisamente buoni anche gli esiti e l’accoglienza che le vengono riservati in Spagna e in Argentina dove vengono pubblicati rispettivamente “Mia Martini in espanol” e “Mi cantar enamorado” contenenti i brani, naturalmente tradotti in lingua, tratti da “Nel mondo una cosa” come “Amante”, “Mujer sola”, “Nieve blanca”, “Tu seras siempre tu”. Successivamente, toccherà ai singoli “Himno/ “ Estan lloviendo estrellas” e “Quien lo diria” e “Yo hembra yo persona”.

Bellissima la cover realizzata nel 1975 in “Un altro giorno con me” di “Milho verde”, la scelta di inserirla è stata rivelata da Sergio Endrigo: ‘Cercavo di trasmetterle solidarietà, l'affetto per l'essere umano fragile, la stima per l'artista tangibile. La invitai a partecipare ad un mio progetto discografico: un album di canzoni venete in cui lei cantò due brani: “Cecilia” e “Dona Lombarda”. Al ritorno da uno dei miei periodici viaggi in Brasile le feci conoscere una canzone che sembrava scritta per la sua voce: “Milho Verde” di Gilberto Gil incisa nel 73 da Gal Costa. Le piacque, la incise: un'esecuzione soave e delicata come una farfalla rosa. Con Mimì abbiamo avuto un ottimo rapporto’.

Nel 1977 viene designata a rappresentare l’Italia all’Eurofestival e ci va con “Libera”, accompagnata dal gruppo “I Pandemonium”. Si classifica appena al 13° posto. Su questo brano, anni dopo, Mimì commenterà: ‘io ho dovuto veramente, nella mia vita, fare grandi lotte. Tutte le mie battaglie giudiziarie sono sempre legate a brani, come la mia prima causa che ho miseramente perso contro la Ricordi per esempio, perchè mi volevano imporre di cantare esclusivamente cose scritte da autori delle loro edizioni. Questa è una cosa che non ho mai sopportato, perchè un Artista nasce proprio dall'idea di essere libero, perchè un Artista ha bisogno di fare, di interpretare, di creare veramente le cose, perchè la musica nasce dall'amore. L'idea che una persona venda dei dischi e possa essere usata a scopo solamente commerciale, e quindi imporre delle canzoni che non piacciono, mi da fastidio. Io purtroppo, ho dovuto farlo e quando l'ho fatto ho dovuto pagare l'ira di Dio, però l'ho fatto pochissimo. Una di queste canzoni, per esempio, è un brano orribile con il quale purtroppo ho rappresentato l'Italia ad un Eurofestival e si chiama "Libera". Qualcuno se la ricorderà pure, io mi vergogno proprio di averla cantata!’

Paradossalmente, è proprio questo pezzo che verrà tradotto in più lingue, anche in versione inglese, “Freedom is today”, per questa antologia è stata scelta quella francese “Libre come una femme”.

Sembra che “Freedom is today” avrebbe dovuto fare parte di un album che la Rca voleva realizzare per il mercato anglosassone. Alcuni brani, rimasti ancora inediti, erano stati già incisi come “I’m a woman I’m person” (Io donna io persona), “My life goes on” (Che vuoi che sia), “Gipsy (Sognare è vita), “Listen me” (Sentimento). Tra questi, solo “Shadow dance”, ha trovato originariamente la sua collocazione in “Per amarti”.
L’Lp non vedrà mai la luce per la rottura del contratto con la Rca, in coincidenza con il passaggio alla Wea, il consolidarsi della collaborazione artistica con Ivano Fossati e la sua decisione di porre termine ai ritmi stressanti che i viaggi e gli spostamenti comportavano.

Dal 1979 in poi, non ci sono incisioni sue mirate al mercato estero, anche se il suo repertorio è stato ripreso, con successo, da vari artisti stranieri: da “Agapimu” a “Quante volte” e Bambolina” degli anni ’80 fino ad arrivare alla sua produzione recente: “Almeno tu nell’universo”, “La nevicata del 56”, “Cu’mme”, “Rapsodia”. A conferma della dimensione internazionale di questa indimenticata artista che, se avesse proseguito, sarebbe stata, senza ombra di dubbio, maggiormente osannata all’estero.




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