MATERA... Capitale europea della cultura 2019

Riscattati e riportati a nuova vita, i Sassi di Matera sono oggi una grande attrazione per il Paese. Appena dopo i moti del Risorgimento, però, costituirono una vera vergogna per il Paese e per lo Stato a causa del degrado totale e delle disumani condizioni di vita di coloro che li abitavano: mancanza di acqua, luce, rete fognaria e soprattutto mancanza di aria… senza contare la promiscuità con gli animali. Qui vivevano i “cafoni”: contadini senza terra né altre risorse, se non una miseria estrema. Grande quanto la ricchezza dei loro antagonisti: i “galantuomini”, ricchissimi latifondisti che si sentivano superiori per diritto naturale, ma sopratutto diritto indiscusso. Due realtà contrapposte, destinate a scontrarsi in una lotta di classe che conobbe la vergogna di vedere lo Stato appoggiare la classe già favorita dalla sorte. Si dovrà attendere gli anni ’50 per vedere attuata una Legge che stabiliva lo sgombro di quelle grotte e la costruzione di più dignitose abitazioni.
del 31/12/19 -

Dopo Matera, Capitale Europea della Cultura 2020 è Galway, in Irlanda, ma, prima di concederle lo scettro, salutiamo Matera.

Meritatissimo riconoscimento, quello di Matera, ma un pò anche merito del cinema italiano e soprattutto di Hollywood che l’ha scoperta, inducendo… forse… il Cristo ad attraversare i confini di Eboli e percorrere anche il territorio lucano.
In realtà, meritatissimo riconoscimento ad una città antichissima, ricca di storia e cultura, che affonda le sue radici nella preistoria ed i cui primi insediamenti si fanno risalire addirittura al Paleolitico, per poi svilupparsi in epoca preistorica e successivamente ai tempi della Magna Grecia.
Mateola: questo il suo nome ai tempi in cui i superstiti di Metaponto e di Eraclea ripararono dentro le sue mura. Occupata da Annibale e da Pirro, Matera fu devastata dai Goti. Ma risorse con i Longobardi, prima di passare sotto il dominio dei Saraceni prima e dei Bizantini, poi.
Ancora una volta fu devastata e distrutta; questa volta dai Saraceni che tornarno e sconfissero i Bizantini. Seguirono i Normanni.

Matera. Matera Vecchia, dalla straordinaria, inquietante bellezza: il centro storico più suggestivo d’Italia.
Matera Vecchia, quella che sorge su una zona geologicamente assai interessante. Quella conosciuta come: Sassi di Matera, le cui grotte cotituirono il primo insediamento umano di genti quasi certamente provenienti da Oriente, in tempi passati e difficilmente databili, che dovettero ritenere quelle grotte adatte per adorare le loro Divinità. Grotte trasformate in seguito in pittoresche Chiese Rupestri.
Matera Vecchia. Quella scavata nella pietra calcarea murgiana, che si affaccia sull’orlo di una rupe lungo la quale si arrampicano strade a gradinata di dantesca memoria; quella dalle abitazioni ad unica facciata in muratura, le une addossate alle altre, con i pittoreschi comoignoli delle case sottostanti, svettanti verso l’alto.

Riscattati e riportati a nuova vita, i Sassi di Matera sono oggi una grande attrazione per il Paese. Appena dopo i moti del Risorgimento, però, costituirono una vera vergogna per il Paese e per lo Stato a causa del degrado totale e delle disumani condizioni di vita di coloro che li abitavano: mancanza di acqua, luce, rete fognaria e soprattutto mancanza di aria… senza contare la promiscuità con gli animali.
Qui vivevano i “cafoni”: contadini senza terra né altre risorse, se non una miseria estrema. Grande quanto la ricchezza dei loro antagonisti: i “galantuomini”, ricchissimi latifondisti che si sentivano superiori per diritto naturale, ma sopratutto diritto indiscusso. Due realtà contrapposte, destinate a scontrarsi in una lotta di classe che conobbe la vergogna di vedere lo Stato appoggiare la classe già favorita dalla sorte.
Si dovrà attendere gli anni ’50 per vedere attuata una Legge che stabiliva lo sgombro di quelle grotte e la costruzione di più dignitose abitazioni

Una città bellissima e particolare, Matera, semisotterranea e sovrastata da chiese, torri e castelli; trattenuta da una strada che corre lungo il cornicione di roccia.
I castelli!
Il castello Normanno, oggi scomparso ma un tempo conteso da diverse Signorie, le cui tracce si possono raccogliere in quel che é lo stupendo Palazzo GiudiciPietro, che un tempo ne era l’angolo nord.

Il Castello Tramontano, datato 1498 e così chiamato dal nome del suo costruttore: il conte Giovanni Carlo Tramontano che lo aveva avuto in assegnazione insieme alla Signoria alla fine del ‘400 da Ferdinando d’Aragona. Costituiva una poderosa fortezza, un baluardo difensivo e d’osservazione, costruito secondo i più validi criteri architettonici e difensivi, ma rimase incompiuto.
Dominavano, come vigili sentinelle sulla vecchia cittadina seminterrata, le tre torri cilindriche-coniche dalle mura a feritoie, presumibilmente collegate tra loro da una muraglia o da un trinceramento d’ordine rinforzato.
Si dice che da quelle torri, attraverso le feritoie, si facessero segnali di fuoco e fumate per trasmettere messaggi in caso di pericoli. Un maniero che avrebbe dovuto essere militarmente inaccessibile, secondo le intenzioni del conte Tramontano, ma che così non fu.

Quel popolo, infatti, oppresso ma fiero, mal tollerava il giogo delle Signorie.
Su quella terra di gente indomita, le basi piantate dalla varie Signorie furono sempre precarie ed instabili. Ucciso il tirannico Signore, il castello venne in parte smantellato e la cittadina conobbe, fino al 1663, periodi di autonomia alternati a dominazioni di potenti feudatari, tra cui gli Orsini.

Queste le notizie storiche sul castello Tramontano, ma Matera vanta altri testimoni della propria storia e cultura, di ben più felice cronaca: il Duomo.
Costruito fra il 1268 e il 70, il Duomo è il monumento più notevole della città. Ancora oggi, salvo pochi cambiamenti e rifacimenti, é possibile ammirarne lo stile originario romanico-pugliese.
La facciata é splendidamente decorata da un portale: un magnifico rosone e bellissime architetture sostenute da colonnine poggianti su mensole. Stesso motivo sulle fiancate; su quella destra, prospiciente la Piazza Episcopio, due splendidi portali fanno mostra di sé, riccamente decorati con mensole e colonne poggianti su leoni. Il fianco sinistro é arricchito da portali chiusi e parzialmente distrutti.
Vi si erge anche un bel campanile a tre piani e, secondo il più puro stile romanico, sui si affacciano finestre con due aperture divise da un pilastro.
Un invito, dunque, per chi arriva a Matera per visitare i Sassi, a passare anche sull’altro versante della città.



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