‘La Governante’ di Brancati con Isabel Russinova, un testo sempre più attuale

E’ andato in scena il 10 maggio, in occasione della manifestazione a favore di Telethon, al teatro Piccinni lo spettacolo “La governante” di Vitaliano Brancati con Isabel Russinova e Alfredo Vasco, per la regia di Manuel Gilberti. Un testo scritto più di mezzo secolo fa, nel 1952, nell’immediato post dopoguerra e che fu censurato dal sottosegretario Giulio Andreotti per aver offeso il comune senso del pudore per poi essere sdoganato quattordici anni più tardi.
del 17/05/10 -

Un testo messo al bando perché ironizza sulla “sicilianità” e i suoi falsi moralismi e tocca argomenti all’epoca intrattabili quali l’omosessualità femminile .

A nulla servì la difesa dell’autore che sostenne che si trattava più di una calunnia che dell’amore fra due donne.

La rappresentazione teatrale di Gilberti, si impernia su un binario di moralismo ed ipocrisia dell’italiano bigotto e borghese, condito da parodia ed ironia sulla satira di costume.

Nella prima scena appare Leopoldo (Alfredo Vasco), con sigaro in bocca e accento siciliano (sembra di vedere ed ascoltare Camilleri), è il capostipite di una famiglia borghese siciliana, la famiglia Platania, che con figlio e nuora e due nipoti dalla loro terra sono trapiantati (o per meglio dire fuggiti, dai sensi di colpa) a Roma portandosi a seguito la domestica Jana che a causa della sua connaturata innocenza è portata ad attirare tutti i sospetti su di lei.

Nella casa romana fa il suo ingresso la puritana governante francese, Caterina Leher, che Isabel Russinova interpreta come una donna ancorata e irrigidita dalla sua morale calvinista tanto da non riuscire a giustificare gli errori altrui.

Caterina scopre di avere un’attrazione verso la giovane servetta ma pur di non ammettere il proprio omoerotismo e per evitare ogni tentazione preferisce farla licenziare, accusandola di essere omosessuale.

Ma il “vizietto” di Caterina non l’abbandona e continua anche dopo l’assunzione della nuova cameriera, Francesca.

Questa volta va fino in fondo tanto da essere scoperta dal vecchio moralista Leopoldo che nel frattempo è venuto a conoscenza tramite una missiva della morte di Jana mentre faceva rientro in Sicilia.
Caterina per il rimorso si uccide.


Una rappresentazione tragico comica, quella di Gilberti, dove a tratti si sorride per i vari sottointesi, ma è soprattutto un testo che fa riflettere, perché sottolinea : i principi della baronia siciliana, un feudo che per molti è lontano anni luce dal ”continente”; parla della religione o meglio del cattolicesimo dei benpensanti che amano innalzarsi in cattedra e criticare le altre religioni senza essere ben informati della propria; si disquisisce di morale, attinente alla condotta e pertanto suscettibile a seconda dei casi o dei personaggi di valutazioni e di conseguenza di giudizio.

Ebbene dopo sessanta anni dalla sua prima edizione è ancora un testo che può far discutere?

Nel frattempo è cambiato qualcosa?

Potremmo asserire di si.

Se La governate di Brancati, parla di una famiglia siciliana legata al suo territorio, considerando la Sicilia e i suoi paesani i migliori d’Italia, oggi la si può benissimo collocare oltre la linea gotica.
La religione il fondamento della comunità italiana, in questo periodo sembra essere messo in discussione.
L’omosessualità, oggi se ne parla e anche molto, tanto che molti personaggi famosi amano fare outing pubblicamente.

In pubblico le cose sono cambiate, siamo del 2010, ci riteniamo moderni, ma nel privato è lo stesso?


Regia: Manuel Giliberti

Personaggi:
Isabel Russinova - La governante
Alfredo Vasco - Leopoldo
Tiizana Gerbino - Elena
Lorenzo D'Armento - Enrico
Lucrezia Rossetti - Iana
Dario Diana - Alessandro
Anna Maria La Stella - Francesca

Anna deMarzo



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