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Il progetto “European Sweet Itineraries”

Nell’ambito del programma COSME, il progetto European Sweet Itineraries, con la Camera di Commercio Italiana in Portogallo in qualità di leader partner e la Camera di Commercio Italiana per la Spagna come partner, prevede azioni di mobilità per giovani dai 17 ai 19 anni che frequentano istituti dedicati al turismo e alla ristorazione, puntando su un prodotto attrattivo come il cioccolato
del 05/08/16 -

Nell’ambito del programma COSME, presentiamo il progetto European Sweet Itineraries, nato dalla collaborazione delle CCIE per il Portogallo e per la Spagna. Il progetto verrà finanziato dal bando COS-TOUR-2015-3-04 “Supporto alla crescita competitiva e sostenibile del settore turistico”. Esso prevede azioni di mobilità per giovani dai 17 ai 19 anni che frequentano istituti dedicati al turismo e alla ristorazione, puntando su un prodotto attrattivo come il cioccolato. L’obbiettivo è quello di creare nuove connessioni con Paesi d’origine non tradizionali (in questo caso, la Lettonia) e facilitare lo stabilimento di flussi turistici in bassa stagione.
European Sweet Itineraries coinvolge, fra gli altri, la “via del cioccolato”, associazione nata per la promozione del percorso europeo del cioccolato, le Camere di commercio locali e alcune agenzie viaggi. Per capire meglio i contenuti del progetto e lo sviluppo dell’idea, abbiamo incontrato Fadia Khraisat, Responsabile EU Desk della Camera di Commercio italiana per la Spagna di Madrid:

Dott.ssa Khraisat, ci può raccontare brevemente da dove ha origine questo progetto?

La call for proposal che avevamo individuato prevedeva due possibilità: lo sviluppo di itinerari turistici per la bassa stagione dedicati ai giovani oppure agli anziani. L’idea di questo progetto era di concentrarsi sui giovani e soprattutto sulle gite scolastiche, che si svolgono sempre in bassa stagione e possono garantire l’elemento di sostenibilità richiesto dalla Commissione. Avevamo presentato anche un progetto diverso, dedicato agli anziani, che però non è stato finanziato.

E come mai avete scelto la tematica del cioccolato?

Io sono di Perugia, la città del Cioccolato! Da qui, si è pensato di sviluppare un “educational tool” che si basasse sul settore dolciario. Con “the chocolate way” avevamo già una solida base, grazie all’itinerario ufficiale del cioccolato riconosciuto dal Consiglio d’Europa, su cui poter costruire il progetto. Il progetto permette, inoltre, di coinvolgere nuovi attori nell’itinerario del cioccolato e di rafforzare il network in vista di altri bandi europei, come quelli dedicati agli itinerari turistici.

Da un punto di vista geografico, come si è sviluppata la collaborazione con il Portogallo ed il coinvolgimento della Lettonia?

Con la Camera di Commercio italiana in Portogallo ci sono ovviamente relazioni che vanno al di là del progetto. Dagli scambi di idee avuti tra le due camere é emerso che il Portogallo è un paese che si presta perfettamente alla tematica dei flussi turistici in bassa stagione ed era dunque ideale presentare assieme un progetto come questo. Per quanto riguarda la Lettonia, il contatto proveniva da una precedente esperienza progettuale ed abbiamo quindi puntato su un soggetto conosciuto ed affidabile. Oltretutto, è utile coinvolgere Paesi di “nuova entrata” nell’Unione nell’ottica degli obbiettivi di coesione europea della Commissione

Quali altri attori avete coinvolto?

Il bando prevedeva l’obbligo di coinvolgere delle imprese, cosa che abbiamo fatto sfruttando i contatti che le nostre due camere hanno nei rispettivi paesi ed in Italia. Questo ci ha permesso di inserire nel progetto alcune agenzie viaggi e tour operators. Poi abbiamo coinvolto l’equivalente del provveditorato agli studi di Madrid, l’agenzia per lo sviluppo (Azienda speciale della Camera di Commercio dell’Aquila), alcuni comuni ed altri enti attivi nella formazione e nella promozione del turismo.


Vedo che la cooperazione si estende anche al resto del mondo camerale…
Sicuramente come Camere Italiane all’estero dobbiamo fare sistema, ed appoggiarci anche alle realtà italiane che conosciamo e di cui possiamo fidarci. Personalmente e come Camera di Madrid, ci siamo sempre impegnati a coinvolgere le altre CCIE sia in fase di progettazione che di creazione dei partenariati, come fatto in questo caso con la CCIE del Portogallo e come fatto in passato con la Camera di Helsinki. Inoltre, avere un partner conosciuto sul territorio aiuta anche nella gestione di altri partner locali. Bisogna essere coscienti del fatto che le CCIE sono una rete e che i nostri interessi non si sovrappongono, ma si integrano e completano. Fare rete deve essere un nostro punto di forza!

Tornando al progetto, come giudica il programma COSME?

Molti mi dicono che sia un programma difficile da affrontare.
Io credo che COSME possa sembrare più difficile di altri programmi, ma che in realtà ci sia meno competizione e possa essere paradossalmente più facile farsi finanziare un progetto. Su questa call abbiamo presentato due progetti, uno con capofila la Camera di Lisbona e l’altro la Camera di Madrid. Il primo è stato finanziato, mentre il secondo no, con una differenza di soli 4 punti nella valutazione. Sono convinta che valga sempre la pena provare a presentare progetti per le call di interesse, se non altro perché la valutazione data dalla Commissione aiuta a capire dove ci si può migliorare.

Cosa direbbe, dunque, alle Camere che vogliono sperimentare la progettazione europea?


Direi in primo luogo che non serve avere un europrogettista, ma si deve essere sensibili alla progettazione europea. Bisogna essere ricettivi alle proposte che vengono dalla propria rete e avere il coraggio di mettersi in gioco. In secondo luogo, fare esperienza come partner di progetto è molto utile, e spesso preferibile al ruolo di leader partner, che porta con se molte responsabilità. In terzo luogo, i progetti europei possono essere una fonte di introiti utile in un momento storico difficile per le Camere da questo punto di vista. Infine, vorrei rimarcare il ruolo svolto da Assocamerestero, che appoggia le CCIE e fa funzione di rete. Anche appoggiandosi a loro si potrà portare avanti l’esperienza nella progettazione del mondo camerale.



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