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Gender gap, scienza e social media: Una ricerca per capire se “sono solo parole”

Una nuova ricerca analizza il linguaggio usato dagli utenti social su Twitter per parlare del gender gap nel mondo della scienza con risultati sorprendenti
del 22/02/21 -

I social media hanno dato voce a molti. Questo flusso continuo di parole e post apre nuove possibilità per indagini che sarebbero state impensabili fino a qualche decennio fa. Grazie ai Big Data e a nuovi modelli di analisi del linguaggio, oggi è possibile capire le modalità e le emozioni veicolate dai singoli utenti nei post dedicati ad argomenti specifici. Ne parliamo assieme a Massimo Stella, docente universitario in Data Science alla University of Exeter, Inghilterra e autore di uno studio sulla percezione online del gender gap pubblicato dalla rivista internazionale PeerJ Computer Science.



Dr. Stella, cosa si intende per gender gap?

Si tratta di una disparità nel trattamento di persone sulla base del loro genere. Nel mondo scientifico, il gender gap si traduce in differenze evidenti nella carriera e rappresentatività scientifica tra ricercatori e ricercatrici che però non possono essere spiegate da fattori come la capacità professionale. Nonostante più donne abbiano seguito carriere scientifiche negli ultimi anni, paradossalmente il loro impatto nel mondo accademico è diminuito rispetto a quello attribuibile ai ricercatori.



Un vero paradosso. Ma cosa vuol dire?

In altre parole, non basta incoraggiare le giovani ad intraprendere carriere scientifiche, bisogna apportare nuovi cambi di prospettiva per migliorare il sistema.I problemi attuali sono difficili da affrontare ma possono grosso modo essere distinti in fattori espliciti ed impliciti. Ad esempio delle politiche universitarie esplicitamente non favorevoli nei confronti della maternità potrebbero essere penalizzanti e scoraggiare professioniste dal mantenere una carriera scientifica. Più insidiosi possono essere i fattori impliciti, che agiscono a livello inconscio ma che promuovono stereotipi come “le ragazze non capiscono la matematica” o altre banalità totalmente prive di fondamento. E' scorretto dire "sono solo parole" perché l'esposizione a questo linguaggio ci influenza a livelli inconsci, che ancora non comprendiamo bene. L'unico modo per prevenire una vera e propria pandemia di stereotipi è capire come e dove si diffondono.


Come possiamo combattere questi stereotipi?

Il linguaggio è un’arma potente a disposizione, poiché stereotipi di questo tipo possono essere espressi e trasmessi proprio tramite il linguaggio. Per questo la mia ricerca si è concentrata sull’analisi online del linguaggio usato su Twitter per descrivere il gender gap nella scienza. L’analisi ha rivelato la struttura della conoscenza trasmessa su Twitter, una sorta di mappa utile per capire quali concetti vengono associati a scienziate e scienziati nel topic del gender gap.


Una specie di mappa concettuale, come quelle scolastiche ma costruita su Twitter?

Esattamente, una rete di connessioni tra concetti come pensati ed espressi dagli utenti Twitter nel discutere il gender gap. In aggiunta alle parole ho evidenziato anche le emozioni legate a queste e il sentimento generale del discorso.


Quali sono stati i risultati dell’analisi?

Il linguaggio usato dagli utenti è stato principalmente positivo, con una concentrazione di emozioni quali fiducia o gioia proprio attorno al concetto di “donna” nella scienza. L’analisi ha rilevato concetti legati a celebrare il successo scientifico delle donne nella scienza e a sperare in una futura risoluzione del gap. Un risultato sorprendentemente in contrasto con lo stereotipo dei mass media principali “colpevoli” di diffondere solo contenuti negativi o misinformazione.


Vero, un risultato sorprendentemente positivo. Quindi il discorso è risultato essere tutto “rose e fiori”?

Purtroppo no. Gli utenti hanno espresso associazioni concettuali relative a visioni dove il successo scientifico da parte delle ricercatrici richiede sacrifici enormi, che non vengono richiesti ai colleghi di genere maschile. Si tratta di percezioni stereotipiche, che identificano il successo femminile nel mondo della ricerca come possibile solo a discapito dell’equilibrio tra vita personale e lavorativa. Dobbiamo combattere questi stereotipi continuando a monitorare il linguaggio degli utenti online, in modo etico e conscio delle limitazioni del caso. In questo modo mappe come la mia possono fornire dati utili a suggerire interventi concreti per ridurre il gender gap.



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