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Auguri di buon compleanno a Mina con alcune perle del suo repertorio

Mina compie 71 anni il 25 marzo. Non è una cifra tonda ma le vogliamo augurare un buon compleanno selezionando e commentando settantuno perle musicali del suo sterminato repertorio.
del 25/03/11 -

Mina compie 71 anni il 25 marzo. Non è una cifra tonda ma le vogliamo augurare un buon compleanno selezionando e commentando settantuno perle musicali del suo sterminato repertorio.

Ha festeggiato le nozze d’oro con la canzone tre anni fa e una emissione di 10 dvd con le sue apparizioni televisive in Rai ha contrassegnato l’importante ricorrenza. Adesso, la Emi la omaggia con tre cd “I am”, Je suis”, Yo soy” che raccolgono una selezione di brani da lei incisi per Inghilterra, Francia e Spagna.

La nostra artista più longeva non dorme sugli allori, è in sala di registrazione per la realizzazione del nuovo album di inediti che dovrebbe vedere la luce il prossimo autunno e si gode il recente successo del suo mini cd con la colonna sonora del film di Aldo Giovanni e Giacomo.

Non è stato facile scegliere 71 perle musicali, ma ci abbiamo provato. E iniziamo dal suo primo grande successo “Il cielo in una stanza”, firmato da Gino Paoli, una delle prime canzoni d’autore affidata ad una interprete. Seguono nel ‘64 le indimenticabili “Città vuota”, ripresa nel 1978 in chiave dance, e “Un anno d’amore”, traduzione in italiano di un hit del cantautore francese scomparso Nino Ferrer, che stazionano per lungo tempo ai primi posti delle classifiche di vendita.

E’ il periodo dei virtuosismi e lei fornisce delle interpretazioni intense: da “E se domani”, diventato un suo classico, alla bellissima “Se telefonando”, testo di Maurizio Costanzo su musica di Ennio Morricone.

“Brava” diventa un suo marchio di fabbrica, dove lei passeggia su e giù in una raffica di sillabe e note, di alti e bassi, a un ritmo forsennato con incredibile bravura. Musicata dal maestro Canfora che le regalerà anche le splendide “Vorrei che fosse amore”, sigla di “Canzonissima ‘68”, “Mi sei scoppiato dentro il cuore”, che spopola nei talent, “Sono come tu mi vuoi”, incisa anche da Irene Grandi.

Successivamente compone “Amore mio”, tradotta anche in inglese “The way I love you”, una interpretazione dal respiro internazionale inserita nel cd “I am”.

Proficua anche la collaborazione di Augusto Martelli che cura numerosi arrangiamenti e la dirige nel suo primo live registrato alla Bussola. La sua presenza segna il passaggio ad uno stile interpretativo più intenso e con la voce più precisa nelle sfumature. Come dimostrano i due hits del ’69 “Non credere” e “Bugiardo più che mai….più incosciente che mai”, un capolavoro di Joan Manuel Serrat con il testo di Paolo Limiti che tradurrà anche “Ballata d’autunno” e “Ahi mi amor” nel 33 giri “Mina 25” del 1983 con il quale festeggiava le nozze d’argento.

Gli inizi anni ’70 registrano l’importante sodalizio con Lucio Battisti, ritenuto da lei il massimo tra i cantautori. Quattro inediti composti appositamente per lei, singoli che si piazzano puntualmente nelle zone alte delle classifiche: “Insieme”, “Io e te da soli”, “Amor mio” e “La mente torna”. Dedicherà anche due raccolte “MinacantaLucio” e “MazzinicantaBattisti e uno spazio nei suoi concerti d’addio del 1978.

Nel ’72 partecipa come ospite fissa a “Teatro 10” e lancia “Grande, grande, grande” di Alberto Testa e Tony Renis e la memorabile sigla “Parole parole” con Alberto Lupo. L’orchestrazione è di Gianni Ferrio con il quale lavoro a lungo per “Plurale”, il suo disco capolavoro con i cori fatti da lei stessa e con l’apice toccato dalla sua rilettura di “Moonlight serenade”.

Ha il modo di conoscere Shel Shapiro, ex Rokes e valido musicista, e da questo incontro nascono nel ‘73 la innovativa “E poi”, record di presenze nella top 10, e altri capolavori, tra i quali: “Immagina un concerto” e “Giorni” nel ’77, un 45 giri impreziosito sull’altra facciata dalla classicheggiante “Ormai” di Andrea Lo Vecchio dalla magistrale interpretazione.

Nel 1975 viene censurata dalla Rai per “L’importante è finire” di Cristiano Malgioglio, autore anche della straordinaria “Ancora, ancora, ancora” e nel 1984 traduce la struggente “Sogno” del grande Caetano Veloso.

Mina non ha cantato solo l’amore. Ha trattato temi come la spiritualità in “La tua voce dentro l’anima” e recentemente in “Accendi questa luce” di Andrea Mingardi, ha affrontato la pazzia” nella straordinaria “Sognando” di Don Backy e anche ne “La follia” e “Il pazzo” rispettivamente di Maurizio Morante e di Giancarlo Bigazzi.
Riflessioni cupe sulla morte con “Suoneranno le sei” di Astor Piazzolla, “La mia carrozza”, sull’andamento allegro di “Caravel” o di “Rudy” o sull’incedere ritmico, quasi ossessivo, di “Volendo si può” di Giorgio Conte, fratello del più famoso Paolo.

Da antologia gli strepitosi vocalizzi di “Voglio stare bene” nel suo album più sperimentale “Kyrie” o il suo urlo liberatorio sul finale di “Sono sola sempre” dell’indimenticato Bruno Lauzi in “Salomè”.

Un altro cantautore da lei molto amato è Riccardo Cocciante. Con lui ha duettato in “Questione di feeling” e in “Amore”, ha inciso “Da capo”, quasi in contemporanea alla versione di Mia Martini e altri tre gioielli: l’intensa “Se avessi tempo”, “Donna, donna, donna” e la delicata “Secondo me” con il testo folgorante di Giorgio Calabrese.

Mina ha anche duettato con grandi artisti stranieri: Mick Hucknall, il rosso dei Simply Red, ha creato “Someday in my life” dalle atmosfere old fashion, con Chico Buarque De Hollanda ha ripreso l’indimenticabile “Valsinha” in lingua originale e nel suo ultimo “Caramella” ha voluto Seal per la sorprendente “You get me”.

Proverbiale il suo amore per la musica sudamericana che la portano ad incidere due capolavori di Antonio Carlos Jobim: “La pioggia di marzo” e la crepuscolare “Ritratto in bianco e nero” con le pregevoli traduzioni di Giorgio Calabrese.

Ha riversato spesso la sua ironia in brani divertenti e spensierati: la Mina gaia ci ha deliziato con la sua verve e uno spiccato senso dell’humour soprattutto nella strabiliante “Ma che bontà”.

Ha fortemente voluto e realizzato degli album concept, come quello delle arie sacre “Dalla terra” con il grande lirismo di “Magnificat” musicata da Marco Frisina, si e cimentata persino con il melodramma in “Sulla tua bocca lo dirò” dove spicca “Mi parlavi adagio” una particolare rilettura dell’Adagio di Albinoni su un testo dedicato a una persona cara scomparsa.

Ha dedicato a Napoli ben due monografie con alcuni classici partenopei. Lei riesce ad essere credibile e a calarsi perfettamente a suo agio in queste melodie dando un tocco di modernità. Indimenticabile la sua toccante esibizione dal vivo nel 1978 di “Lacreme napulitane”: semplicemente da brivido.

Negli ultimi 30 anni, a dare linfa vitale alla sua produzione, c’è suo figlio Massimiliano, al suo debutto come autore nel 1979 in “Attila” con la radiofonica e accattivante “Sensazioni”. Man mano affina la sua esperienza di musicista e nascono così “Rose su rose”, scelta come sigla del Festival di Sanremo 1984, la superlativa “Proprio come sei” e ”Serpenti” inserite entrambe nel doppio “Rane supreme” con i testi di Samuele Cerri che da anni cura il sito ufficiale dell’artista.

Tra gli autori recenti vanno menzionati Andrea Mingardi e la sua “Ma tu mi ami ancora”, Gennaro Cosmo Parlato con la splendida “Fragile”, Daniele Silvestri con l’intimista “La seconda da sinistra”.

Ha avuto il merito di scoprire talenti come Piergiorgio Benda, sua è la sussurrata “L’altra parte di me”, o Mauro Santoro che firma la coinvolgente “Meglio così” dove può sfoggiare degli acuti incredibili. Per non parlare della poetica “Venti parole” di Roberto Roversi con le parole che scavano in profondità, una maturità raggiunta pienamente rispetto ai tempi de “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè.

Ma lei, instancabilmente, prosegue il suo lavoro di ricerca. Così, continua a puntare su giovani che le permettono di esplorare nuovi territori: da Manuel Agnelli degli Afterhours con “Tre volte dentro me” a Max Casacci dei Subsonica con “Solo se sai rispondere” e persino il nipote Axel, la sua scommessa sul suo futuro, con la bellissima “Con o senza di te”.

Auguri, cara Mina….



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