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Animali da condominio: 3 regole basilari

E’ umano e normale che in qualsiasi contesto ci siano delle divergenze. In condominio si è in tanti, tutti con esigenze e stili di vita o abitudini diverse. Un sano confronto non può che fare del bene agli abitanti del palazzo.
del 20/03/19 -

E’ possibile gestire uno stabile senza amministratore di condominio?

Sì, lo è. Ma per vivere in un palazzo felice è bene affidarsi ad una figura professionale ben preparata.
Non si contano le risse che si scatenano in un solo anno all’interno dei condomini. Migliaia di queste, poi, finsicono in tribunale.

Per le abitazioni con pochi nuclei familiare può capitare. La nomina di questa figura, però, può essere un investimento per la quiete tra condomini nella gestione di decisioni pratiche, difficili da seguire personalmente. Specie se si ha a che fare con situazioni che richiedono una particolare conoscenza legale o prettamente burocratica.

I dati Censis ci dicono che in Italia sono circa 14 milioni le famiglie che vivono in condominio. Una bella percentuale, il 70% degli italiani. Non male.
Una delle questioni più annose tra condomini è la presenza o meno di animali domestici.
In questi casi l’esperienza di una figura autorevole, meglio se esterna al palazzo, non solo può aiutare la gestione della “cosa” ma può togliere anche da eventuali imbarazzi da pianerottolo.

Tre regole basilari suggerite dagli esperti di amministrazione condominiale

La prima è l’Incontro: uno degli ingredienti fondamentali per il quiete vivere dentro allo stesso palazzo – così come fuori – è la socializzazione. Questo non significa dover diventare per forza amici con i propri vicini di casa. Basta coltivare gesti di solidarietà spinti da rapporti di buon vicinato. Salutarsi, aspettarsi per prendere l’ascensore insieme, per esempio.

La seconda regola è Riunirsi: cercate di organizzare anche senza amministratore degli incontri informali tanto per fare il punto della situazione riguardo alla vita del palazzo. E’ vero che la riunione di condominio richiede impegno ma è per il bene di tutti. L’assemblea di condominio, coordinata dall’amministratore, dovrebbe diventare una specie di rito. Da segnare in agenda così che uno già sa che quella determinata sera è occupata da un incontro importante.

La terza regola del vivere bene in condominio è quella di Discutere, senza eccessi, senza esagerare. Mettere cioè a confronto le proprie opinioni evitando di tenere celate eventuali tensioni per la sola paura del conflitto. Se le cose si dicono al momento giusto, con le giuste maniere, il conflitto non esiste ma vince il confronto e la soluzione comunitaria dei problemi.
E’ umano e normale che in qualsiasi contesto ci siano delle divergenze. In condominio si è in tanti, tutti con esigenze e stili di vita o abitudini diverse. Un sano confronto non può che fare del bene agli abitanti del palazzo.
Anche una piccola questione che potrebbe risultare insignificante, se non risolta o discussa potrebbe fomentare inutili tensioni che andrebbero evitate sul nascere.
Il buon senso, l’educazione e la volontà di convivere bene e senza problemi fanno poi la differenza.
A tutto questo si aggiunge l’intervento esperto e puntuale dell’amministratore di condominio, per le questioni burocratiche se il palazzo avesse bisogno di lavori di ristrutturazione. Per fare da paciere nel caso in cui non sia arrivi ad una soluzione finale.
E’ bene affidarsi ad un professionista, specialmente se il numero dei condomini è alto.

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