Amarcord quel Pap’occhio di 30 anni fa con Renzo Arbore

Un gradevole incontro con un vecchio amico che non si vedeva da tempo, così è stato l’appuntamento con Renzo Arbore al Cineporto di Bari, a fare gli onori di casa il presidente dell'Apulia Film Commision Oscar Iarussi. Piacevoli emozioni e ricordi sono affiorati nella memoria dei presenti, grazie ad Arbore e alla sua loquacità, ci ha divertito ed intrattenuto con aneddoti e notizie curiose che fanno parte della sua carriera lavorativa.
del 02/05/10 -

Arbore è giunto nel capoluogo pugliese, per presentare dopo 30 anni dalla prima uscita, il DVD de ‘Il Pap’occhio’, realizzato dalla 01 Distribution, versione completamente restaurata e rimasterizzata.
Nel cofanetto c’è un altro DVD con uno special a cura di Fabrizio Corallo, all’epoca assistente alla regia, con le testimonianze di alcuni degli attori che hanno partecipato alle riprese, come quella di Isabella Rossellini, Mariangela Melato, le Sorelle Bandiera, Luciano De Crescenzo.

Ma come definire Arbore ?

Lo suggerisce proprio lui “io sul mio bigliettino da visita sotto al mio nome ho inserito ‘Clarinettista di jazz’, perché è così che io mi sento, non regista, attore, presentatore, ma solo un clarinettista, la mia prima grande passione”.

Così come un fiume in piena Arbore, incomincia a ricordare i suoi albori, quando suonava a Foggia, sua città Natale, al seguito del complesso jazz foggiano ‘Parker’ Boys’, e delle sue trasferte a Barletta, fino a raggiungere per lui la ‘lontana’ Bari e incontrare il suo idolo al teatro Petruzzelli, Luis Armstrong.

Ma come si fa con gli amici, i ricordi, fanno dei salti temporali e si alternano anche con quelli più recenti.

Si parla de Il Pap’occhio, un film che quando uscì nel 1980, creò un vero caso, un film ritirato dalle sale cinematografiche, un film amnistiato, che non subì né condanna e né assoluzione quindi con la costante spada di Damocle sulla testa, che poteva essere di nuovo processato per vilipendio per la stampa cattolica, anche se Renzo sottolinea che era un film del tutto goliardico anche se sottilmente cattolico.
Non si può non parlare della trasmissione televisiva L’Altra Domenica, un contenitore televisivo pomeridiano che ha anticipato tutti i programmi che oggi si vedono in Tv, diventando la prima televisione interattiva, dove il pubblico poteva intervenire telefonando e rispondendo ai quiz proposti da Arbore.

Alla trasmissione faceva parte un nutrito cast di eccellenza, ma che nel lontano 1976 fu il trampolino di lancio di emeriti sconosciuti come il suo conterraneo Mario Marengo, un vero genio della comicità per Arbore, un brillante Roberto Benigni, una giovanissima Milly Carlucci e una ancor più giovane Isabella Rossellini, attori che hanno partecipato al film di esordio di Arbore ne Il Pap’Occhio.

Si parla della TV attuale fatta di trasmissioni usa e getta, scurrile e priva di contenuti a differenza di quello che hanno trasmesso in questi giorni per ricordare Raimondo Vianello, dove si può ammirare una TV particolare di classe e con un umorismo senza tempo.
Fino ad arrivare al “Caso Puglia” .

“Giro molto l’Italia e si parla della Puglia come della Florida europea, una regione che ha tanti meriti – incalza Arbore - e a differenza di un tempo oggi si ostenta la propria pugliesità, anche senza esserlo”.
“Si parla della creatività pugliese e delle sue eccellenze come Emilio Solfrizzi, Caparezza, i Sud Sound System, Riccardo Scamarcio, Sergio Rubini, Antonio Stornaiolo, Checco Zalone, i Negramaro e molti altri”.

Goliardico pugliese DOC e fiero di esserlo, noi di averlo come ambasciatore della Puglia in Italia e nel mondo.

Anna deMarzo



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